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Quesito
Sia lodato Gesù Cristo.
Buongiorno padre Angelo,
le scrivo a proposito della Divina Misericordia e come saprà, vi sono posizioni contrastanti in merito al culto della Stessa, così come annunciata da santa Faustina, molte sono le voci contrarie e tutte si poggiano sul passaggio:
Allora Gesù disse alla suora: “Nell’ora della morte difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino a un agonizzante, e otterranno per l’agonizzante lo stesso perdono. Quando vicino a un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l’ira di Dio e si commuovono le viscere della mia Misericordia, per la dolorosa Passione di mio Figlio”.
Effettivamente, sarà per ignoranza, sarà perché si decontestualizza la frase, oppure perché vi sono persone, alcune le conosco personalmente, che affermano, in base al passaggio indicato, che basta la coroncina e il resto non serve o serve a poco, anche confessarsi non serve, la coroncina è sufficiente, quindi una certa confusione si può creare. Il catechismo cattolico afferma che per una buona e valida confessione occorrono più cose, tra le quali il pentimento, senza del quale, niente remissione dei peccati. Sappiamo anche che è cosa buona e giusta pregare per i peccatori, ma in questo caso sembra essere escluso il pentimento da parte dello stesso, e salvarsi lo stesso.
Per questo le chiedo, se può aiutarmi a superare la confusione che ho. Chiaro è che la volontà di Dio è da accettare sempre e comunque senza se e senza ma, ma sembra che vi sia in qualche maniera una contraddizione, almeno sembra e comunque per molte persone anche cattoliche lo è. Come si deve intendere il passaggio di cui sopra?
Viva Maria
Paolo
Risposta del sacerdote
Caro Paolo,
1. forse c’è il rischio che qualcuno intenda la promessa del Signore come un fatto magico.
Ora bisogna tenere presente che nessuno può entrare in Paradiso se non è provvisto della veste nuziale della grazia.
Senza grazia, non si entra in Paradiso, ma si va all’inferno.
2. L’ha ricordato il Signore in una parabola evangelica, quando parla di quel tale che si era presentato senza veste nuziale: “Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?». Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: «Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».” (Mt 22,11-13).
Lo ricorda anche l’Apocalisse quando dice che nella Gerusalemme celeste non entra nulla d’impuro: “Non entrerà in essa nulla d’impuro” (Ap 22,27).
3. Ebbene, con la recita della coroncina il moribondo ottiene da Dio il dono del pentimento.
E col pentimento ottiene la grazia.
E con la grazia, alla quale è annesso il pentimento, ottiene anche il desiderio della confessione.
Non si sarebbe infatti veramente all’unisono col Signore se non si fosse disposti a tutto quello che il Signore ha stabilito per la riconciliazione.
4. Sicché se il morente si riprende, esprimerà la sua conversione con la volontà della confessione.
Se invece muore, si salva.
5. Non è detto che entri subito in paradiso. Perché l’entrata in Paradiso è legata alla cancellazione anche delle reliquie del peccato, e cioè alla distruzione delle cattive inclinazioni.
E queste vengono distrutte proporzionatamente all’intensità del pentimento
Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo