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Quesito
Carissimo Padre,
stamane è venuto a casa mia un mio amico sacerdote, il quale ha parlato con mio padre del più e del meno.
Mio padre, che è molto credente, gli ha detto di confidare nell’aiuto dell’angelo custode. Al che, il sacerdote gli ha risposto che l’Angelo del Signore è Gesù stesso, mandato dal Padre, e che, in buona sostanza, gli angeli non esistono, sarebbero invenzioni umane. Ma come la mettiamo con molti passi biblici dove netta è la distinzione fra Cristo e gli angeli? Se così fosse, chi sarebbe Gabriele? Un camuffamento di Dio? Ci chiarisca un po’ le idee, sebbene siamo dell’avviso che le cose stiano secondo la Tradizione. Care cose ed auguri.
Salvatore
Risposta del sacerdote
Caro Salvatore,
1. se gli angeli si identificano con Dio, come la mettiamo con i demoni?
Eppure sappiamo bene che i demoni sono angeli decaduti!
Quando Gesù compie esorcismi, chi caccia via?
2. Ma procediamo con ordine.
Ti riferisco quanto si può leggere nelle note della prestigiosa Bibbia di Gerusalemme (BJ), dove certamente all’inizio della rivelazione, così come si trova espressa nei testi sacri, “l’angelo di Dio (Gn 21,17; 31,11; Es 14,19 ecc.) non è un angelo creato distinto da Dio (Es 23,20), è Dio stesso, sotto la forma visibile in cui appare agli uomini” (BJ Gn 16,7).
3. Ma poco per volta nella Sacra Scrittura l’angelo si distingue sempre più nettamente da Dio ed è presentato come una sua creatura, che intercede e protegge.
Certo Dio non può intercedere per nessuno.
Così ad esempio in Tb 5,4: “Uscì Tobia in cerca di uno pratico della strada che lo accompagnasse nella Media. Uscì e si trovò davanti l’angelo Raffaele, non sospettando minimamente che fosse un angelo di Dio”.
Ecco il Commento della BJ: “Gli angeli sono creature distinte da Dio, membri della sua corte celeste, chiamati «figli di Dio» (Gb 1,6), «santi» (Gb 5,1), «esercito del cielo» (1 Re 22,19).
Il prologo del libro di Giobbe presenta la loro assemblea (Gb 1,6), da cui partono i messaggeri (è il significato etimologico della parola «angelo») che Dio manda sulla terra.
A volte si tratta di angeli di distruzione (cf. Es 12,23);
altre volte sono angeli custodi delle nazioni e degli individui (cf. Es 23,20; Dn 10,13).
Raffaele è inviato come guida di Tobia”.
4. Tb 12,12: “Sappiate dunque che, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l’attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i morti”.
Di nuovo la BJ commenta: “l’angelo diventa qui intercessore.
Raffaele presenta davanti a Dio la «memoria» delle preghiere e delle opere buone di Tobi. Il termine qui usato evoca un tono di ufficialità: può anche richiamare il «memoriale» dei sacrifici, cioè la parte di offerte bruciate sull’altare in odore soave.
L’angelo del centurione Cornelio (At 10,4) gli dirà analogamente che le sue elemosine sono salite in «memoriale» davanti a Dio”.
5. Il Magistero della Chiesa definisce come dogma di fede la creazione degli angeli (concilio Lateranense IV, 1215).
Nel Credo stesso che recitiamo ogni domenica professiamo la fede “in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”.
Il cielo è costituito dagli angeli, che rientrano ancora tra le cose invisibili.
6. Circa gli angeli custodi abbiamo un’affermazione interessante in Eb 1,14: “Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza?”.
Leggo in un testo di dogmatica: “Secondo la Bibbia e i Padri si deve dunque accettare come dogma l’esistenza e il compito degli angeli custodi per gli uomini in generale. Che poi ogni singolo fedele abbia un suo angelo custode, è sentenza certa in teologia” (B. Bartmann, Teologia dogmatica, I, p. 446).
7. In conclusione dì a tuo padre di nutrire e di sviluppare la sua devozione all’angelo custode.
Sono convinto che per esperienza avrà notato tangibilmente moltete volte la sua intercessione e la sua puntuale protezione.
Ti affido al tuo Angelo custode, recitandone la preghiera, e ti benedico.
Padre Angelo