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Carissimo padre Angelo,
… Leggo "un sacerdote risponde" ormai da molti mesi, le sue repliche hanno illuminato innumerevoli ambiti sui quali mi interrogavo. Molte volte sono stato indeciso sullo scriverle in merito a diverse questioni: da ultimo ho valutato di parlarle di quella che per ovvi motivi mi sta più personalmente a cuore, cioè della mia vocazione, della risposta alla quale mi sento anche responsabile.
Tuttavia, data la complicazione della situazione e le molte cose da esporre, ho indugiato fino ad ora. Senza più esitare le chiedo anzitutto le sue preghiere. (…)
Sono cresciuto in una famiglia cristiana. (…) Ma fin da piccolino ero enormemente attratto dal gentil sesso, prima nei modi idealizzati propri dell’infanzia (insomma sognavo la classica principessa bionda, mi innamoravo delle compagne…), dall’adolescenza in poi in modo assai disordinato. L’ambiente non mi ha aiutato, (…).
Fin dalla fine delle elementari i compagni ed i parenti poco più grandi di me mi hanno esposto alla pornografia. Per anni ho contratto quindi un vero e proprio vizio, l’abitudine alla masturbazione, del quale ho preso coscienza solo più tardi e che mi ha lasciato pesanti e durature conseguenze, soprattutto a livello dell’immaginazione. Ne ho preso coscienza più tardi e il numero degli atti è diminuito. (…). A volte ho ancora problemi, ma per i confessori (ne sento diversi) si tratta per lo più di peccato veniale. Forse dicono questo – è un’idea che mi sono fatto leggendo le sue risposte – anche considerando l’abitudine contratta.
(…)
Nell’estate prima dell’ultimo anno delle superiori, un pellegrinaggio ha contribuito a cambiarmi. Caduto tutto il resto, la speranza cristiana è diventata, come in fondo è ora, l’unica mia ragione di vita. Ho iniziato a recitare o a leggere da solo l’Ufficio che mi hanno regalato in quella occasione. Quello stesso anno, prima di Ognissanti, mi sono confessato "veramente", cioè denunciando apertamente anche le impurità (non ne avevo mai avuto il coraggio) che per qualche mese mi hanno dato una certa tregua. Il confessore per confortarmi mi ha invitato a considerare il lato positivo della sessualità, la nostra chiamata anche biologica alla comunione con gli altri. Questo mi sembrava rivolto alle ferite che portavo dentro, perché date le mie esperienze affettive non proprio soddisfacenti la sessualità mi pareva fino ad allora una maledizione da reprimere.
Scherzi a parte… Ho iniziato il discernimento. Ed in questo ho trovato non poche difficoltà. Dal punto di vista "oggettivo" (pareri dei sacerdoti, fatti della vita) mi sento spinto verso la vita religiosa. Non tutti i sacerdoti sono giunti a dirmi imperativamente "fatti prete!" (alcuni sì), ma d’altro canto nessuno, proprio nessuno, si è mai sognato di dirmi: "lei è proprio fatto per il matrimonio!".
Dal punto di vista soggettivo, però, non è così chiaro. Quando mi si dice che la vocazione coincide con il nostro desiderio profondo, con il nostro tesoro nascosto, che la vita "è la realizzazione di un sogno fatto nella prima infanzia" (come diceva il beato Giovanni XIII) io spesso mi sento un vero e proprio impostore. Penso a quante volte (e sono tantissime) ho sognato, ad occhi aperti o chiusi, di uscire con una ragazza, di baciare una ragazza, di presentare ai miei amici la mia ragazza. A quante volte ho pensato al nome che avrei dato ai miei figli. A tutte le volte che, leggendo la biografia di un personaggio famoso, io, da adolescente, cercavo subito l’età nella quale si era fidanzato con quella che poi era diventata sua moglie, per capire se "ero ancora in tempo".
… C’è poi un altro ambito che tocco solo con molta circospezione. I "segni"….
La ringrazio molto del suo zelo pastorale, della quale forse ho un poco abusato. Le assicuro le mie preghiere per il suo ministero tanto appassionato, specialmente in occasione della vicina festa della Madre di Dio.
Con stima e cordialmente
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ho letto a suo tempo, quando mi è arrivata, la tua mail.
Oggi sono giunto a rispondere anche alla tua, che ho letto volentieri perché certamente scrivi bene.
Secondo me c’è un problema di fondo, che va risolto.
Anzi sono convinto che la sua mancata soluzione sia la causa della tua insicurezza. Ed è il problema della purezza.
Certamente non puoi entrare nella vita consacrata finché il problema sussiste.
Tanto meno ci si può appellare all’abitudine contratta per dire che in te si tratterebbe solo di peccato veniale.
Io non mi immagino un seminarista o un religioso che anche solo per abitudine contratta si porti dietro questo peccato.
Si può parlare di abitudine contratta in chi ha rifiutato questo peccato, in chi ha deciso di convertirsi e purtroppo nei primi tempi dalla sua conversione gli sfugge ancora questo disordine perché non ci pensa affatto, come capita a chi è incline alla bestemmia e, decisa la conversione, inavvertitamente gliene sugge ancora qualcuna senza che se ne accorga.
2. Mi dici che cambi spesso confessore a motivo dei tuoi viaggi.
Io ti direi di non cambiare confessore.
Solo il medesimo confessore deve essere la tua guida.
E se per caso ti capita di confessarti da un altro, per correttezza, dirai ugualmente al tuo confessore che nel frattempo sei di nuovo caduto e ti sei confessato altrove.
Io vedo che alcuni con me fanno così, senza che gliel’abbia mai suggerito. E li ammiro.
3. Per il resto tutto bene. Ci sono molti motivi che inclinano a pensare ad una tua vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata.
Come del resto ci sono anche segni chiari per pensare ad una vita matrimoniale per la quale ti senti attratto (e questo è un buon segno anche se poi scegliessi la vita consacrata), perché la via al matrimonio rimane la vocazione naturale di ognuno di noi.
4. Tutte le altre questioni che mi hai posto hanno il loro significato.
Ma tutto diventa più chiaro quando nella nostra vita c’è la purezza.
Quando le acque di un lago sono pulite e quiete è un piacere vedere nel fondo. Quando sono mosse e fangose non si vede niente e, se uno vuole pescare, va in qualche modo alla cieca.
Ma non si può andare alla cieca nella soluzione di fondo della nostra vita.
Se tu entrassi in seminario o nella vita consacrata con questo problema della purezza non ancora risolto, dopo poco te ne torneresti indietro oppure inizieresti a vivere una vita in palese contrasto con la purezza e la santità cui sei chiamato, con tutte le conseguenze che questo comporta. E sarebbe un disastro per te e per le anime.
Ti ringrazio molto delle preghiere che mi hai promesso e io ti assicuro le mie perché tutto si evolva in modo tale che tu possa diventare come aspiri ad essere, tutto dedicato a Dio.
Metteresti ad edificazione del Regno di Dio le molte risorse che il Signore ti ha dato. Sarebbe la grazia più bella.
Ti ricorderò nelle Messe che celebrerò e ti benedico.
Padre Angelo