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Quesito

Caro Padre volevo,
se possibile delucidazioni sulla lettura di domenica 23/11 e precisamente
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi, qui si legge: "Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza". Da queste parole sembra che la resurrezione venga quando Cristo ritornerà’ di nuovo sulla terra, infatti non parla di resurrezione dei corpi ma solo di resurrezione, come se lo stato della morte fosse presente fino al giorno del giudizio, io so che non è così ma vorrei capire il significato di quelle parole.
Inoltre volevo delucidazioni anche sul resto della lettera dove si legge: "È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti."
 Qui Gesù sembra non occupare una posizione paritaria a Dio Padre ma si legge che è sottomesso a Lui e che a Gesù sia sottomesso poi il Creato, mi puo’ spiegare bene a cosa si  riferisce questa sottomissione?
grazie mille, La ringrazio come sempre per l’ottimo servizio che ci offre e La abbraccio forte.
Eugenio


Risposta del sacerdote

Caro Eugenio,
1. se sulla vita futura uno leggesse solo il testo che mi hai sottoposto potrebbe avere l’impressione che tutto l’uomo muoia e che debba attendere il ritorno del Signore con la fine del mondo per avere di nuovo la vita.

2. Ma già l’Antico Testamento ricorda in maniera inequivoca la sopravvivenza dell’anima: “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace” (Sap 3,1-3).

3. Nel Nuovo Testamento abbiamo altre affermazioni che parlano chiaramente della vita futura che inizia subito dopo la morte.
Gesù nella parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro dice che  questi fu portato nel seno di Abramo (Lc 16,22), evidentemente con la sua anima perché il corpo l’aveva lasciato alla terra. E che il ricco finì all’inferno, che vedeva Abramo e interloquiva con lui.
Ugualmente Gesù in croce dice al buon ladrone: “Oggi sarai con me nel Paradiso” (Lc 23,43). Non gli dice: “Alla fine, quando ci sarà la mia risurrezione, sarai con me”, ma “oggi”.

4. Parimenti i seguenti testi del San Paolo fanno riferimento ad una vita subito dopo la morte:
In 2 Cor 5,8 si legge: “Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore”.
Se si fosse trattato di attenderlo per la fine del mondo non avrebbe avuto probabilmente questa ansia. San Paolo invece era certo invece di godere subito dopo la morte la compagnia di Gesù.
Lo stesso pensiero lo esprime anche in Fil 1,23: “Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio”.

5. Nella lettera agli Ebrei si parla di giudizio immediato dopo la morte: “E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio” (Eb 9,27).
Ugualmente l’Autore della lettera agli Ebrei ha il convincimento che tutti i credenti già fin d’ora si accostano non solo a Dio ma anche a tutti i viventi presso di Lui: “Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione” (Eb 12,22-23).
Non ci accosteremmo “all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione” se non vi fosse la sopravvivenza dell’anima.

6. Circa l’ultima espressione “anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa”: qui si allude a Gesù che con la sua natura umana, e pertanto come nostro rappresentate, come nuovo Adamo e capo Chiesa assoggetterà ogni cosa a Dio Padre perché Dio sia il compimento pieno della felicità di tutti in modo che nessuno abbia altro da desiderare.
Evidentemente Gesù è sottomesso al Padre nella sua natura umana.
In questa natura gli è inferiore.
Proprio perché ha assunto la nostra natura ha potuto riparare la disobbedienza di Adamo e compiere a nome nostro la Redenzione.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo