Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Caro Padre Angelo,
Chi é Dio.
Anzi, cosa é Dio?
Noi tendiamo ad umanizzare dio, pensandolo come padre, o come un re, o qualsiasi cosa intelligibile con un modello umano.
Ma dio non può essere umanizzato. Se lo umanizziamo gli diamo una definizione, una caratterizzazione e quindi lo chiudiamo in dei parametri. Tuttavia chiudere dio in dei parametri non é possibile, pena la limitazione del suo essere infinito.
Personalmente ho anche problemi a definirlo trinità, visto che si impone anche qui una definizione. Ho problemi anche a definirlo sommo bene, per lo stesso motivo.
Pertanto padre… Cosa è Dio?
Dio é creatore, ma anche distruttore, altrimenti non potrebbe aversi il Ciclo che caratterizza la realtà. Dio è bene, ma cosa è bene? Esiste un concetto di bene oggettivo? Per me no.
Quindi dio non può essere “bene”.
È una mente, una intelligenza, è il logos? Ma deve essere anche il Suo contrario, altrimenti dio diventa limitato.
Cordialità
Paolo


Caro Paolo,
1. sebbene Dio sia invisibile, tuttavia con la sola ragione possiamo dire molte cose di Lui.
E lo possiamo dire con rigore intellettuale, come si propone di fare quella sezione della filosofia che passa sotto il nome di Teologia naturale o Teodicea.
Lo possiamo dire senza umanizzare Dio, come infine hai fatto tu, quando dici che Dio è creatore e anche distruttore.
Sì, perché questo non è altro che applicare a Dio quello che vediamo nell’uomo.

2. La teodicea, chiamata così dal filosofo Leibnitz, dice molte cose di Dio.
Definisce in termini corretti la sua esistenza, la sua assoluta unità, la sua assoluta semplicità (e cioè assenza di composizione), la sua immensità, la sua eternità e altre note o attributi.

3. E lo fa applicando a Dio per analogia elevata al massimo grado quelle caratteristiche che si trovano in ogni essere e che proprio per questo vengono dette trascendentali (e sono: l’uno, il distinto, il vero, il bene, il bello).
La deduzione è legittima perché dall’Essere supremo deriva ogni altro essere.

4. Certo, nascono dei problemi come quando ci si trova dinanzi al problema del male.
Ma qui i pensatori (i filosofi) si sanno destreggiare molto bene senza giungere a dire che Dio sia… Distruttore!

5. Gli antichi filosofi dicevano che è conoscenza adeguata della realtà quella che viene data alla luce delle quattro cause che la costituiscono.
E per questo affremavano che la scienza è conoscenza certa alla luce delle cause (cognitio certa per causas).
Le cause che circoscrivono ogni realtà sono le seguenti quattro: formale, materiale, efficiente e finale.

6. Ebbene se consideriamo il male alla luce delle sue quattro cause (materiale, formale, efficiente finale) dobbiamo osservare che il male non ha causa formale (essenziale), poiché è privazione e basta.

7. Ha invece una causa ‘materiale’.
Ciò significa che il male s’inserisce in un determinato soggetto, il quale si dice cattivo (malo) perché è privo della perfezione che dovrebbe avere.
Ma non è privazione assoluta, altrimenti s’identificherebbe col nulla.

8. Il male non ha causa finale, perché non tende a nessun bene.
È corruzione di una determinata realtà, che in quanto tale continua a sussistere menomata in se stessa o in qualcosa d’altro in cui si trasforma.
Qualcuno ha detto che il male non ha un fine e non è un fine.

9. Ci si può chiedere se il male abbia una causa efficiente.
Che cosa o chi fa esistere il male?
Ecco qui il problema che tocca prima di tutto Dio.
Ebbene anche a questo proposito va premesso che il male non è mai voluto per se stesso, ma per qualcosa d’altro.
In questo senso san Tommaso diceva che “nessuno è causa di un male se non tende a qualche bene” (De Malo, I, 3).

10. Adesso ci possiamo domandare se Dio possa volere il male, vale a dire se Dio voglia che un essere sia privato di una perfezione che dovrebbe avere.
Ma questo sarebbe contraddittorio per Dio: prima gli darebbe una perfezione e poi gliela toglierebbe.
Inoltre fare il male per Dio implicherebbe non essere infinitamente buono, perfetto e onnipotente.

11. Dio invece può volere indirettamente la privazione di un bene parziale in vista di un bene maggiore, come nell’avvicendarsi delle specie viventi.
Ora questo modo di operare non può essere chiamato distruzione, ma piuttosto conservazione.

12. Solo la creatura dunque può volere il male.
E lo vuole indirettamente o per accidens, come si è detto al punto 9.
Ciò non di meno il disordine prodotto è volontario e imputabile.
Dio l’ha permesso creando l’uomo in libertà.
La Divina Rivelazione svelerà almeno parzialmente il significato di questa permissione: “Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Rm 8,28).

13. E così penso di aver argomentato alla tua affermazione che Dio sarebbe distruttore.

14. Se poi vogliamo sapere ancor più profondamente chi sia Dio non abbiamo che da metterci in ascolto di quello che Egli ha detto di se stesso nella Divina Rivelazione.
Che questa Divina Rivelazione sia accettabile è argomento dell’apologetica.
Pertanto anche qui non si tratta di un salto nel buio.

15. Non proseguo nell’argomentare sulle altre affermazioni che hai fatto: “cosa è bene? Esiste un concetto di bene oggettivo? Per me no”.
Eppure anche tu nella tua vita personale sai ciò che ti fa bene e ciò che ti fa male.
E se vai dal medico vuoi che ti proponga qualcosa che ti faccia bene e non male.
Ugualmente per l’ultima tua affermazione: se Dio è intelligenza deve essere anche il suo contrario.
Ti chiedo: perché? In forza di che cosa? Ma può esistere il male in se stesso e per se stesso?
Abbiamo l’intelligenza per ragionare, per argomentare.
Da noi stessi ci accorgiamo se i nostri ragionamenti sono logici e corrispondenti alla realtà.

Concludo anch’io salutandoti con “cordialità”.
Padre Angelo