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Quesito

Gentile Padre Angelo, 
per ringraziarla della pazienza e dell’impegno nelle sue risposte, questa volta, anziché una domanda, le invio… una risposta. È una mia interpretazione del Peccato Originale, nulla di originale, magari, ma credo utile nel mondo moderno a far accettare con più facilità la nostra Fede Cristiana. 
Mi piacerebbe conoscere il suo parere e, magari, tanto per non far mancare… una domanda, chiederle perché la Chiesa non diffonde questo tipo di interpretazione del Peccato Originale anziché quella letterale che oggi pone non pochi problemi di conciliazione con le conoscenze scientifiche. 
Un fraterno abbraccio cristiano 
Giovanni

Lettura fuori dal Mito del Peccato Originale e della Creazione. Dio quando ha creato l’uomo, ha voluto che sia simile a Lui, capace di Amore assoluto, ma essendo simile a Lui l’uomo è dotato di libero arbitrio, capace di scegliere il bene o il male. Per questo Dio lo ha messo sulla Terra, dove c’è il male, la malattia e la morte, al fine di far sì che in questa condizione l’uomo imparasse ad amare Dio e il suo prossimo, diventando “Santo come il Padre mio che è nei cieli “. Il “Peccato Originale” consiste pertanto in questo, nella capacità dell’uomo, potendo scegliere liberamente il suo comportamento, di scegliere di fare il male. Per farci capire tutto questo Dio ha mandato suo Figlio Gesù che infatti ci ha detto che i due comandamenti più importanti sono “Amate Dio e amatevi l’un l’altro amando anche i vostri nemici”. Se noi saremo capaci di fare questo otterremo la “Vita Eterna”, rimanendo con Lui, altrimenti semplicemente moriremo per l’eternità: questo è l’Inferno, la rinuncia, di fatto volontaria, perché decisa da noi con il nostro comportamento, a Dio. Tutto ciò si accorda con l’evoluzione e anche con il dogma dell’Immacolata Concezione: Maria è stata cioè creata già con la sua volontà completamente rivolta a Dio e al Bene.


Risposta del sacerdote

Caro Giovanni,
1. è certamente lodevole il tuo tentativo di interpretare il peccato originale e di rendere ragione della tua fede.
Tuttavia nella tua mail non c’è quasi una riga in cui non ci sia qualche imperfezione o errore.
Come in ogni ambito dello scibile, bisognerebbe anzitutto ricorrere agli esperti perché è molto rischioso fare tutto da sé.
In teologia poi, diversamente dalle altre discipline puramente umane, abbiamo un magistero che, nella spiegazione della dottrina della fede, è garantito dall’Alto.

2. Gli esperti nel nostro caso sono i teologi i quali sanno usare un linguaggio appropriato perché in teologia è facile dire un’eresia.
Anche i teologi possono sbagliare, soprattutto se pensano di reinterpretare il contenuto della fede facendo a meno dell’insegnamento dei colossi, vale a dire delle colonne del pensiero cristiano come ad esempio Sant’Agostino e San Tommaso.
Quando ci si accosta a questi maestri si rimane stupiti di come siano stati capaci a confutare le obiezioni e gli errori.  Non di rado ci si accorge che gli interrogativi che noi ci poniamo, se li sono posti anche loro.
Sempre e dappertutto si trova solidità di pensiero nelle loro argomentazioni.

3. Pertanto la prima cosa che si dovrebbe fare dovrebbe essere quella di accostarsi ai dottori e maestri.
A parte questi, in teologia vanno consultati anche i Santi Padri che sono gli antichi autori cristiani esimi per santità, per dottrina e per antichità. Di fatto essi ci trasmettono i contenuti della fede predicata dagli apostoli.

4. La teologia non può fare a meno neanche della liturgia perché la liturgia è la fede autentica messa in stato di preghiera, né può fare a meno di quello che si è sempre fatto e pensato, vale a dire della consuetudo Ecclesiae (la consuetudine della Chiesa) perché Cristo ha garantito che sarebbe sempre rimasto con i suoi fino alla fine del mondo.

5. A parte questi riferimenti, che sono i principali sebbene non gli unici, in teologia c’è il Magistero della Chiesa.
Noi sappiamo che alcune espressioni del magistero, come ad esempio i pronunciamenti ex Cathedra e dei Concili ecumenici, sono garantite dall’Alto.
In nessuna disciplina umana c’è una garanzia che viene dall’Alto.
Nell’ambito della fede, sì. E giustamente, perché si tratta di verità che conducono alla salvezza.
Su questo Gesù Cristo assiste la sua Chiesa preservandola dall’errore.

6. Vengo adesso agli errori o imperfezioni del tuo scritto.
1. Innanzitutto è sbagliato parlare di mito del peccato originale e della creazione. Si tratta di eventi che nel loro nucleo essenziale sono realmente accaduti.
La nostra fede non poggia sul mito, ma su quanto Dio ci ha detto, certo, cercando di sceverare il contenuto dalla sua formulazione.
2. Essere simili e somiglianti a Dio non significa semplicemente essere capaci di amore assoluto, che rimane una formulazione molto vaga.
Significa piuttosto che siamo costituiti di anima razionale e di corpo e che in particolare, proprio a motivo della sua razionalità, l’anima è spirituale e immortale. 
3. Inoltre essere creati ad immagine e somiglianza di Dio significa che l’uomo fin dall’inizio è stato posto in stato di grazia, elevato all’ordine soprannaturale di comunione e di vita con Dio.
4. È vero che, creato ad immagine di Dio, l’uomo è stato dotato di libertà, e quindi anche con la possibilità di abusarne. Ma la libertà non gli è stata data perché potesse scegliere il male, ma perché solo nella libertà l’uomo è capace di amare in maniera autentica e farsi dono.
5. Inoltre quando Dio ha creato l’uomo, sulla terra non c’era né il male, né la malattia, né la morte.
La Sacra Scrittura dice in maniera molto chiara che la morte sarebbe entrata nel mondo solo nel caso in cui l’uomo si fosse separato dalla sorgente della vita, da Dio.
Esclusa la morte, erano esclusi anche il male e la malattia che ne sono le premesse.
6. Inoltre l’uomo non può diventare santo da solo.
La santità non consiste semplicemente nella rettitudine della vita, ma nell’essere elevati all’ordine soprannaturale. Sicché non si può diventare santi astraendo dalla grazia, che è quel dono di Dio che ci rende partecipi della sua natura divina.
7. Il peccato originale non consiste nella capacità dell’uomo di scegliere liberamente il proprio comportamento. Se così fosse, l’uomo sarebbe stato creato in stato di peccato originale. Il che è contrario alla Sacra Scrittura.
Il peccato originale è un’azione disordinata liberamente compiuta dal primo uomo. 
8. Proprio per questo il peccato originale ha portato un disordine all’interno della natura umana, perché da Adamo si è poi propagato al genere umano.
9. Se il peccato originale fosse consistito nella capacità di scegliere il bene o il male, anche la Madonna fin dall’inizio sarebbe stata costituita in peccato originale, perché anche lei è sempre stata libera. Ma questo è contrario al dogma dell’Immacolata concezione.
10. Quando Dio si è incarnato non è venuto a dirci semplicemente di amarlo e di amarci gli uni gli altri, compresi i nemici.
Questo lo si sapeva anche prima.
Si è incarnato invece in espiazione dei peccati, per la redenzione, per meritare di nuovo per l’uomo l’elevazione all’ordine soprannaturale, la comunione di vita con Dio (la grazia) e la risurrezione finale.
11. La “vita eterna” non è semplicemente la vita futura, ma è il possesso di Dio, di cui possiamo già fruire e godere nella vita presente vivendo in grazia.
12. Infine l’inferno non consiste nell’essere morti per sempre, ma nell’essere privati di Dio che è la sorgente di ogni bene.
Non è pertanto uno stato di annientamento, ma uno stato eterno di sofferenza. Ed è ben diverso.

7. Ecco invece come il Magistero garantito dall’Alto parla del peccato originale.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nel suoCompendio, ne parla così:

n.75: In che cosa consiste il primo peccato dell’uomo?
L’uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato a spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore e disobbedendoGli, ha voluto diventare come Dio senza Dio, e non secondo Dio (Gn 3,5).
Così Adamo ed Eva hanno perduto immediatamente, per sé e per tutti i loro discendenti, la grazia originale della santità e della giustizia.

n.76: Che cos’è il peccato originale?
Il peccato originale, nel quale tutti gli uomini nascono, è lo stato di privazione della santità e della giustizia originali.
È un peccato da noi contratto, non commesso; è una condizione di nascita, e non un atto personale. 
A motivo dell’unità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, non per imitazione ma per propagazione. Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere appieno.

n. 77: Quali altre conseguenze provoca il peccato originale?
In conseguenza del peccato originale la natura umana, senza essere interamente corrotta, è ferita nelle sue forze naturali, è sottomesso all’ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, ed è incline al peccato. Tale inclinazione è chiamata concupiscenza.

n.78: Dopo il primo peccato, che cosa ha fatto Dio?
Dopo il primo peccato, il mondo è stato inondato di peccati, ma Dio non ha abbandonato l’uomo in potere della morte, ma, al contrario, gli ha predetto in modo misterioso – nel Protovangelo (Gn 3,15) – che il male sarebbe stato vinto e l’uomo sollevato dalla caduta. È il primo annuncio del Messia redentore. Perciò la caduta sarà perfino a chiamata felice colpa, perché ha meritato un tale e così grande Redentore (liturgia della veglia pasquale).

8. Iniziando la mia risposta ti ho lodato per il tentativo di comprendere ciò che crediamo.
Continua così, ma prima di partire dalle tue considerazioni, va a vedere che cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Così hai un punto di partenza sicuro e garantito dall’Alto.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo