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Quesito

Caro Padre Angelo,
un mio amico, sposato, non può aver figli perché sua moglie è sterile. Essendo da sempre affetto da eiaculazione precoce, ricorre all’uso del preservativo che ha il pregio di ritardare il suo orgasmo il tempo necessario per consentirgli di donarsi a sua moglie almeno per qualche minuto.
In questo caso, io penso, l’uso del preservativo è legittimo e non va contro la legge di Dio perché chiaramente non funge da anticoncezionale e al tempo stesso consente al mio amico di donarsi con più amore e attenzione a sua moglie, senza essere egoisticamente proteso verso il solo proprio piacere, che esaudirebbe in pochi secondi, lasciando insoddisfatta la moglie.
Che ne dice?
Giuseppe


Risposta del sacerdote

Caro Giuseppe,
l’intenzione e gli accorgimenti di questo tuo amico sono buoni.
Tuttavia il preservativo, come qualsiasi altro contraccettivo, snatura l’atto coniugale.
Io direi al tuo amico di fare quello che viene consigliato in bioetica quando si tratta di prelevare il seme a scopo diagnostico.
Dal momento che il seme raccolto dopo l’atto coniugale è migliore sotto tutti gli aspetti di quello raccolto per masturbazione (che tra l’altro è sempre un atto riprovevole), si indica un preservativo forato.
Il preservativo forato perde il significato di contraccettivo.
Inoltre il seme depositato in vagina contiene sostanze (come la jaluronidasi) che favoriscono la detumescenza della vagina e il suo rapido ritorno alla condizione di riposo.
L’assenza del seme, come avviene nel coito interrotto e nell’uso del preservativo può causare vaginiti, anche croniche, proprio per la mancata deposizione del liquido seminale.

Ti ringrazio per la fiducia, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo