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Quesito

Buongiorno gentile Padre Bellon.
So che l’argomento è già stato trattato almeno un paio di volte, ma avrei bisogno di una sintesi chiarificatrice.
Se non sbaglio la Chiesa ci insegna che Adamo ed Eva, se non avessero peccato, non avrebbero conosciuto né la sofferenza (fisica e morale), né la morte corporale. Sbaglio nel dire che questa è una verità di Fede? Perché un amico mi ha detto che il racconto biblico si riferisce all’immortalità dell’anima, ovvero che il peccato ha causato la morte dell’anima dei progenitori, ma la morte dei loro corpi ci sarebbe stata ugualmente. Io credo che il mio amico si sbagli, perché in vari punti della Scrittura si parla della morte come conseguenza del peccato.
 Per Fede, questa verità io non ho problemi ad accettarla: a Dio nulla è impossibile, se Egli voleva, poteva senz’altro fare in modo che Adamo ed Eva non soffrissero e non morissero, sia nel corpo che nell’anima.
Faccio più fatica ad accettare un’altra affermazione della Santa Chiesa.
Ovvero che anche tutta la natura è stata sottoposta alla corruzione a causa del peccato dei progenitori.
 Cosa bisogna intendere, che gli animali, prima della comparsa dell’uomo, non soffrivano e non si mangiavano l’un l’altro? Questo sarebbe confutato dai dati scientifici: il Tirannosauro era certamente un animale carnivoro vissuto milioni di anni prima della comparsa dell’uomo…
 In altre parole la scienza ci mostra un ecosistema terrestre che ha sperimentato, nel regno animale, la sofferenza, la lotta per la sopravvivenza, la malattia e la morte, già molti anni prima della comparsa dell’uomo sulla terra.
Queste sono le due domande principali, poi, visto che siamo in argomento, le sottoporrei un mio ragionamento, e le chiederei un parere in merito.
 La scienza ci parla di una serie di scimmie antropomorfe, che ad un certo punto dell’evoluzione hanno cominciato a mostrare caratteristiche simili a quelle dell’Homo Sapiens, la specie a cui noi tutti apparteniamo. Ad esempio l’Homo Habilis aveva la capacità di fabbricarsi armi per la difesa e per la caccia. Fino ad arrivare all’uomo di Neanderthal, che si vestiva di pelli, faceva pitture murali, e seppelliva i propri morti con precisi rituali.
Sembrerebbe che non sia solo la specie Homo Sapiens a possedere un’anima immortale, perché per seppellire i propri morti e compiere riti funerari occorre avere la speranza di una vita ultraterrena, e solo l’anima immortale può darci una tale speranza. Inizialmente ero confuso perché ho sempre pensato che l’uomo in senso proprio fosse da considerarsi soltanto l’Homo Sapiens, e gli ominidi fossero soltanto dei precursori. Ma probabilmente è stato un involontario atto di superbia. Forse per uomo si deve intendere un insieme più ampio di specie, tutte appartenenti al genere Homo. Spero non si tratti di eresia il pensarlo…
La Verità, ispirata dallo Spirito, è senz’altro che il male e la morte non erano nel progetto di Dio, ma sono entrate nel mondo a causa del diavolo e del peccato dell’uomo. In particolare la concupiscenza, ovvero la tendenza dell’uomo a peccare, è una conseguenza di quella prima ribellione a Dio. E tutti i peccati degli uomini hanno una radice simile a quella di quel primo peccato: la superbia, il preferire io proprio ego a Dio.
 Chi ha il dono della Fede non può certo pensare che Dio fatto qualcosa di male, o abbia indotto gli uomini a peccare.
Però le considerazioni fatte sopra mi portano un po’ a vacillare, a dubitare,
la prego, padre, mi aiuti a fare chiarezza.
Un saluto nel Signore, 
Marco


Risposta del sacerdote

Caro Marco,
1. sì, se i nostri progenitori non avessero peccato avrebbero goduto dei doni preternaturali: la scienza infusa e l’immunità dal dolore e dalla morte.
Questo è quanto emerge dal racconto biblico ed è ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e tuttora insegna.

2. Il tuo amico si sbaglia: il peccato originale non ha privato l’uomo dell’immortalità dell’anima.
L’anima razionale dell’uomo è per sua natura spirituale ed immortale.
L’anima è ciò che dà la vita al corpo.
Se l’anima fosse morta, l’uomo sarebbe diventato cadavere.

3. Al nostro corpo l’anima fornisce una triplice capacità: quella di assimilare i cibi e di respirare (è la vita vegetale), di essere in contatto con altre realtà mediante i sensi del corpo (è la vita a sensitiva) e nello stesso tempo di superare i limiti della materia conoscendola nella sua intima costituzione, plasmandola, lavorandola, trasformandola (è la vita razionale, che trascende la materia e pertanto è spirituale).

4. Separandosi da Dio, i nostri progenitori hanno perso la grazia santificante che avvolgeva la loro anima e il loro corpo di uno chiarore divino, e non hanno più potuto nutrirsi dell’albero della vita che si trovava al centro del paradiso terrestre.
Proprio per mezzo di questo nutrimento misterioso non sarebbero andati incontro alla morte. 
Era per pura grazia di Dio che il corpo sarebbe stato immune da sofferenze, da infermità e dalla morte.
Separatosi da Dio e privatosi dell’albero della vita, l’uomo si è trovato nella sua natura mortale, soggetta a fatica, ad infermità, alla sofferenza e alla morte.

5. Tutto questo, ad eccezione della natura spirituale dell’anima umana che è dimostrabile con le risorse della sola ragione, appartiene alle verità della nostra fede
Queste verità di sempre sono espresse nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Al numero 399 si legge: “La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale (cfr. Rm 3,23). Hanno paura di quel Dio [cfr. Gn 3,9-10] di cui si son fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative (cfr. Gn 3,5)”.

6. Prima del peccato originale tutto nell’uomo era ben armonizzato: i sensi non si ribellavano alla mente e alla volontà. Anzi, ne erano perfettamente sottomessi. La mente dirigeva la volontà e questa la seguiva generosamente.
La mente e la volontà a loro volta erano in piena comunione con Dio.
Ribellatosi a Dio, l’uomo ha iniziato a sperimentare la ribellione in se stesso: la volontà talvolta è renitente a seguire  i dettami dell’intelligenza. Per cui, pur decidendosi di fare il bene, si trova a fare il male, come diceva San Paolo (cfr. Rm 7,19).
I sensi hanno iniziato a mostrare la loro prepotenza. E anziché lasciarsi governare da intelletto e volontà, li trascinano alla loro obbedienza.
Il cosmo stesso, che prima era perfettamente obbediente ai comandi dell’uomo, adesso pone resistenza.  L’uomo lavora con fatica e la natura stessa a volte sembra ribellarsi e diventargli ostile.

7. Per questo nel numero 400 del Catechismo della Chiesa Cattolica si legge: “L’armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell’anima sul corpo è infranta (cfr. Gn 3,7): l’unione dell’uomo e della donna è sottoposta a tensioni (cfr. Gn 3,11- 13); i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all’asservimento (cfr. Gn 3,16 ]. 
L’armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all’uomo (cfr. Gn 3,17; Gn 3,19). A causa dell’uomo, la creazione è “sottomessa alla caducità̀” ( Rm 8,20 ). 
Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell’ipotesi della disobbedienza (cfr. Gn 2,17) si realizzerà̀: l’uomo tornerà̀ in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto (cfr. Gn 3,19). La morte entra nella storia dell’umanità̀ (cfr. Rm 5,12)”.

8. Alla tua seconda domanda il Catechismo risponde dicendo: “L’armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all’uomo (cfr Gn 3,17; Gn 3,19).
A causa dell’uomo, la creazione è “sottomessa alla caducità̀” ( Rm 8,20).
Il peccato originale ha avuto effetti cosmici..
Tu dici: “La scienza ci mostra un ecosistema terrestre che ha sperimentato, nel regno animale, la sofferenza, la lotta per la sopravvivenza, la malattia e la morte, già molti anni prima della comparsa dell’uomo sulla terra”.
La risposta la trovi in Gn 2,8: “Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato”.
Quel Poi sta significare che c’è stata una storia prima della comparsa dell’uomo e quel piantò un giardino in Eden sta a dire che il paradiso terrestre non c’era dappertutto. Lo piantò in Eden e cioè in un particolare posto della terra. La Bibbia di Gerusalemme dice che Eden è un nome geografico che sfugge a ogni localizzazione. Non hai importanza sapere dove si trovasse.
Ma è importante sapere che non occupava tutto lo spazio terrestre. Così si dà spazio per tutto quello che la scienza ci può fornire.

9. Infine parli di Homo Habilis che aveva la capacità di fabbricarsi armi per la difesa e la caccia, dell’uomo di Neanderthal che si vestiva di pelli, faceva pitture murali e seppelliva i propri morti con precisi rituali.
Sono tutti segni della trascendenza dell’uomo sulla materia, della spiritualità e dell’immortalità della sua anima, dell’uomo già creato a immagine somiglianza di Dio, anche se porta con sé la povertà e la fatica di colui che è reduce dal peccato originale, che è “ramingo e fuggiasco sulla terra” (Gn 4,12).

Contraccambio volentieri il saluto nel Signore e per questo ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo