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Quesito
Caro Padre Angelo,
tempo fa ho sentito un commento da parte di un teologo che sembra dire che le apparizioni di Gesù ai discepoli non siano reali ma sono solo delle esperienze interiori.
È veramente così?
Vorrei sapere come stanno realmente le cose.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. non so come uno che passa per teologo possa dire cose del genere!
Se si tratta solo di esperienze interiori, come si può dire che il Signore è veramente risorto?
Non potrebbero essere solo illusioni di persone in preda a grande sofferenza?
2. I testi sacri invece presentano le apparizioni di Gesù come dati di fatto inoppugnabili.
E insistono su questo proprio perché gli apostoli pensavano di trovarsi di fronte ad un fantasma.
Prima ancora di dubitare della presenza reale di Gesù, dubitavano di se stessi, della loro capacità di essere di fronte alla realtà.
3. Gli Atti degli apostoli riferiscono: “Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme” (At 1,3-4).
Il trovarsi a tavola non era un’esperienza interiore, ma una realtà oggettiva che tutti quanti potevano vedere e toccare.
4. Come avrebbero potuto gli Apostoli essere testimoni credibili della risurrezione del Signore dicendo che si trattava soltanto di un’esperienza interiore?
I loro ascoltatori avrebbero potuto dire: “Portateci dei fatti. Le vostre esperienze interiori sono illusioni!”.
5. Su una realtà così grande, che è centrale per la nostra fede, Nostro Signore non ha voluto che ci fosse alcun dubbio.
I testi sacri sottolineano come gli Apostoli fossero restii a credere. Pensavano di trovarsi dinanzi ad un fantasma.
Quando San Luca descrive la prima apparizione di Gesù risorto la sera di Pasqua sottolinea con forza la realtà del fatto.
Riferisce non solo l’esperienza interiore degli apostoli che erano “sconvolti e pieni di paura” ma anche quella esteriore da parte di Gesù Cristo che intendeva eliminare ogni dubbio verosimile in persone che avevano i piedi per terra, sempre a contatto con realtà che potevano toccare e vedere e pertanto estremamente restii alle visioni.
Per vincere in loro ogni timore Gesù dice: “Toccatemi e guardate, un fantasma non ha carne ossa come vedete che io ho”.
È presumibile che lo abbiano toccato e lo abbiano guardato.
6. Ma ecco il testo per esteso: “Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro” (Lc 24,36-42).
7. Ed ecco il commento del domenicano padre Marie-Joseph Lagrange: “Ciò nonostante, a vederlo apparire istantaneamente in mezzo a tutti senza che la sua persona avesse smosso le porte chiuse per timore degli ebrei, si ebbe un primo movimento di sacro terrore. Si riconosceva Gesù, ma si credeva di vedere uno spirito; per cui il Signore disse loro “perché siete così turbati? Pace a voi”. Poi mostrò le mani e i piedi che erano stati inchiodati e il costato trapassato dalla lancia.
San Luca, da buon medico e da buon psicologo, in grado di apprezzare il valore delle constatazioni materiali, aggiunge che l’eccesso della gioia turbava la loro convinzione, senza dubbio perché temevano di prendere come realtà i desideri del cuore.
Il Cristo sapeva tutto ciò e per condurre i suoi a rendersi conto della realtà di quanto accadeva, col più familiare dei modi chiese se avessero qualcosa da dargli da mangiare; poi mangiò in loro presenza un po’ di pesce arrostito; non già che fosse richiamato alla vita quotidiana vegetativa ma solamente per provare la realtà della propria risurrezione. Per tal modo pienamente convinti, rientrati in se stessi e in attesa di ricevere dal loro maestro una parola nuova, si sentirono ripetere: “la pace sia con voi!”.
E questa volta la pace fu completa. Poi venne il conferimento della missione che dovevano compiere….” (L’Evangelo di Gesù Cristo, pp. 582-583).
8. Senza dire del miracolo della pesca miracolosa per la quale gli apostoli tirarono a riva 153 grossi pesci. Addirittura ne viene precisato il numero. Li avevano toccati uno per uno con le loro mani. Non era un’esperienza interiore.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo