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Quesito
Caro padre Angelo,
Buona giornata,
questa volta più che una domanda le chiedo un consiglio. Esiste un metodo per potersi concentrare durante una preghiera oppure alla messa? Poiché con la mente tendo a divagare e alle volte mi capita di dover ricominciare una preghiera oppure penso che non abbia effetto.
A proposito, alcune volte penso che le preghiere che partono da me abbiano una forza minima oppure che siano poco efficaci.
Grazie ancora ed un saluto sincero.
Gianluca
Risposta del sacerdote
Caro Gianluca,
1. bisogna mettere nel conto che purtroppo la nostra preghiera sarà sempre disturbata.
A volte siamo noi stessi la causa delle distrazioni e a volte ci pensa il diavolo.
Che fare per non rassegnarci e continuare il combattimento?
La Sacra Scrittura dice: “Uomo, prima dell’orazione prepara l’anima tua per non essere come uno che tenta Dio” (Sir 18,23 Volgata).
Se fino all’ultimo parliamo di qualsiasi cosa, la nostra mente difficilmente sarà raccolta nella preghiera e nella Messa.
2. San Carlo Borromeo diceva ai sacerdoti che si lamentavano di avere troppo distrazioni: “Vuoi che ti insegni come accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità? Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè, le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili”.
3. Il consiglio dunque che dà il Santo è il seguente: accendere una scintilla del fuoco del divino amore dentro di noi. Basta anche solo un pensiero, un momento di raccoglimento, il fare memoria di quanto il Signore ha detto di recente alla nostra anima…
E poi è necessario custodire questa fiamma, non esporla ai quattro venti e cioè a ogni distrazione, a ogni chiacchiera…
Allora, sì, la preghiera sarà unione col Signore.
4. Per quanto riguarda la Messa i consigli da dare potrebbero essere molti. Questa volta mi limito a ricordarti quello che faceva S. Teresina del Bambin Gesù a proposito della Santa Comunione.
Io l’ho provato e ho visto che è molto utile.
Ecco dunque che cosa scrive la Santa: “Mi figuro l’anima mia come un terreno libero, e prego la Vergine Santa di sgombrare i detriti che potrebbero impedirle di essere libera, poi la supplico di alzare ella stessa una tenda vasta, degna del Cielo di abbellirla con i suoi ornamenti, e invito tutti i Santi e gli Angeli affinché vengano a fare un magnifico concerto. Mi pare, quando Gesù discende nel mio cuore, che sia contento di vedersi ricevuto così bene, ed anch’io sono contenta” (Storia di un’anima 225).
5. Cerco adesso di passare in rassegna i vari passaggi compiuti da S. Teresina.
Per prima cosa invocava la Beata Vergine perché venisse a sgombrare le macerie che potevano impedire la sua unione con Gesù.
Penso che S. Teresina alludesse a particolari peccati (evidentemente veniali) o a difetti della propria vita. Chiedeva dunque a Maria di venire a tirar via questa, quella, quell’altra mancanza dalla propria anima. Non era una richiesta generica, ma specifica: la rimozione di un particolare ingombro, come ad es. la poca simpatia verso una consorella, il ricordo di un torto subito, distrazione nell’ascolto della parola del Signore, un atto di compiacimento di se stessa, un pensiero contrario alla carità…
Già facendo questo, attuava un vero pentimento e ripudio dei propri peccati.
6. In secondo luogo chiedeva a Maria di innalzare una tenda vasta, degna del Cielo e di abbellirla con i suoi ornamenti in modo che fosse degna di ricevere il Signore.
Questa tenda vasta era la propria anima, che desiderava fosse disposta a ricevere degnamente il Signore e compiere nella maniera più santa il gesto in assoluto più grande di tutta la sua giornata.
Voleva la sua anima abbellita ben dilatata, ornata con le virtù di Maria. Chiedeva dunque a Maria di venire in lei per ricevere Gesù con la sua stessa fede, quella del giorno dell’annunciazione o del venerdì santo…
Chiedeva a Maria di venire ad accogliere Gesù con la prontezza con cui lo accolse in quegli eventi, di amarlo e di servirlo come lo ha amato e servito lei, con la perfetta disposizione dei doni dello Spirito Santo a captare in tutto la volontà del Signore ed assecondarla…
Chiedeva a Maria di ornare la sua anima con la prontezza di dedizione con cui si recò dalla cugina Elisabetta e la servì per tre mesi…
7. Non ancora del tutto appagata, chiamava tutti gli angeli e i santi del cielo perché facessero un concerto per Gesù che veniva da lei.
Voleva che l’ingresso di Gesù nel suo cuore fosse accompagnato dagli atti più belli di amore, quelli che gli angeli gli danno in cielo e quelli che i santi gli hanno dato dalla terra e che adesso, del tutto purificati, continuano a dargli in cielo.
Voleva che non solo l’ingresso di Gesù fosse accompagnato da un concerto celeste, ma anche che l’unione della sua anima con Gesù fosse continuamente accompagnata da quel concerto.
Del resto la sua Santa patrona, santa Teresa d’Avila diceva che questo gran Re quando viene in noi, non viene mai da solo, ma viene accompagnato da tutto il suo corteo regale che prega in con noi e prega per noi.
8. Dice infine che le pareva che Gesù fosse contento di essere ricevuto in quel modo e che lei stessa ne era contenta.
Prova a farlo anche tu: ne sarai contento e soprattutto avvertirai anche con segni tangibili la contentezza di Gesù.
9. So che tra breve, a fine mese, ti sposerai.
Prepara così, come S. Teresina, già fin d’ora la Comunione di quel giorno.
So che per te quella sarà una Comunione particolare, perché è desiderata da tanto tempo. Deve una Comunione santa e santificatrice per te e per la tua sposa.
Ti accompagno con la mia Comunione, col mio ricordo nella S. Messa e anche con la preghiera quotidiana.
Che il Signore vi benedica largamente e vi faccia vedere i figli dei vostri figli fino alla terza e alla quarta generazione, come si esprimevano le benedizioni dell’Antico Testamento.
Anch’io Vi benedico nel medesimo modo e con il medesimo affetto.
Padre Angelo