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Quesito

Rev. Padre Bellon,
perché non a tutti “in statu viatoris” è dato avere una certezza assoluta dell’esistenza di Dio e/o degli spiriti da lui creati? Non credo che tale certezza impedirebbe il libero arbitrio: Satana e i suoi angeli infatti erano certi della Sua esistenza e della propria, ma ciò non gli ha impedito la cattiva scelta.
La ringrazio.
Michele F.


Risposta del sacerdote

Caro Michele,
1.  A tutti viene data la certezza dell’esistenza di Dio.
Viene data o per via razionale o mediante la fede.

2. Per via razionale è possibile giungere con certezza la conoscenza dell’esistenza di Dio.
Lo ricorda Dio stesso quando dice per mezzo di Paolo: “Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa” (Rm 1,19-20).
Per San Paolo (e cioè secondo Dio) è così facile arrivare alla conoscenza di Dio che coloro che non lo riconoscono “sono senza scuse”. Devono solo incolpare se stessi perché hanno chiuso volontariamente gli occhi alla luce.

3. Questa verità è stata sancita in termini dogmatici dal Concilio Vaticano I: “La stessa santa madre Chiesa ritiene e insegna che Dio, principio e fine di ogni cosa, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana a partire dalle cose create; “infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute” (Rm 1,20)” (DS 3004).

4. Certo, alcuni vi arrivano solo dopo tanto tempo e magari anche con qualche confusione.
Per questo Dio stesso ha voluto rivelarsi al genere umano facendogli conoscere non soltanto le realtà di ordine soprannaturale, che di per sé sono inaccessibili alla ragione umana, ma anche verità di ordine naturale alle quali di per sé l’uomo potrebbe giungere con le sole forze della ragione.
Per questo il Concilio Vaticano I soggiunge: “È grazie a questa divina rivelazione che tutti gli uomini possono, nella presente condizione del genere umano, conoscere facilmente, con assoluta certezza e senza alcun errore, ciò che nelle cose divine non è di per sé è inaccessibile alla ragione” (DS 3005).

5. La certezza per fede è ancora più forte di quella della ragione perché Dio stesso interviene muovendo docilmente il cuore ad aderire e inclinando la nostra mente ad aderire a quanto Dio rivela.
Questa mozione del cuore viene fatta in maniera dolce, vale a dire salvando la libertà.
E nello stesso tempo viene fatta in maniera forte perché si abbia la forza di aderire.
Proprio per questo San Giovanni dice che che “chi crede, ha la testimonianza di Dio dentro di sé” (1 Gv 5,10).
In questo modo la fede non è “fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1 Cor 2,5).
Scrive San Giovanni d’Avila: “La fede che Dio infonde si poggia sulla verità divina, e fa credere ben più fermamente che non vedendo con i propri occhi e toccando con le proprie mani, e con certezza maggiore della nozione che quattro è più di tre, o altre cose consimili, le quali sono viste dall’intelletto con tale chiarezza da non avere la minima esitazione e da non poterne dubitare anche se volesse” (Audi, filia, 43).

Augurandoti ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo