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Quesito
Buongiorno Padre Angelo.
Proprio ieri, ascoltando un video su youtube di un canale cattolico dedicato agli angeli, ho sentito dire che solo Dio legge nella mente, e che quindi per pregare gli angeli occorre farlo ad alta voce, non potendo loro leggere nella nostra mente. A supporto di tale tesi citavano San Tommaso, il Dottore Angelico.
Aldilà degli angeli, io ho considerato che spesso, nel corso della mia giornata, rivolgo orazioni a Maria Santissima, a San Giuseppe, a San Charbel e ad altri Santi a me cari.
Il più delle volte lo faccio mentre sono in viaggio, oppure al lavoro, e quindi recitando mentalmente le orazioni.
Anche quando sono in chiesa lo faccio mentalmente, il più delle volte per non disturbare eventuali altre persone presenti.
Significa forse che tali orazioni siano inutili e che Maria e i Santi a me cari non possono ascoltare le mie preghiere non potendo leggere nella mia mente?
Le confesso che sono rimasto piuttosto… destabilizzato.
In attesa di una Sua cortese risposta Le invio i miei complimenti e un caro saluto.
Stefano
Risposta del sacerdote
Caro Stefano,
1. in nessun modo è necessario che noi esprimiamo a voce la nostra preghiera agli angeli custodi.
Se così fosse, le persone mute o incapaci di muovere i sensi sarebbero penalizzate.
2. È vero che solo Dio penetra nell’anima.
San Tommaso dice che “è proprio ed esclusivo di Dio penetrare nell’essenza stessa dell’anima (solus Deus illabitur animae)” (Somma teologica, III, 64, 1).
E: “Solo Dio può conoscere i pensieri del cuore e gli affetti della volontà. E questo perché la volontà razionale è soggetta soltanto a Dio, ed egli solo può operare in essa, poiché ne è l’oggetto principale quale ultimo fine.
Perciò tutto quello che si trova nella volontà, o che dipende esclusivamente da questa, è noto soltanto a Dio” (Somma teologica, I, 57,4).
3. Ma gli angeli vedono Dio e in Dio vedono anche le nostre preghiere e i nostri pensieri. Tanto più leggono i pensieri e desideri di coloro che sono stati loro affidati.
Anzi, a questo proposito Sant’Agostino dice che gli angeli “conoscono anche le creature nella sapienza di Dio come nel modello interiore secondo cui sono state fatte meglio che in se stesse; e parimenti nella sapienza di Dio conoscono se stessi meglio che in se stessi, quantunque si conoscano anche in se stessi; infatti sono stati creati e sono ben distinti da colui che li ha creati” (De Civitate Dei, XI, 29).
4. Pertanto è possibile una comunione anche solo mentale con gli angeli, senza la mediazione dei sensi.
È possibile mettersi in comunione con la Beata Vergine, San Giuseppe, con tutti gli abitanti del cielo anche solo mentalmente
5. Se non potessero leggere in Dio le nostre invocazioni e le nostre necessità, la loro conoscenza, ridotta esclusivamente alle cose sensibili ed esteriori, non sarebbe superiore a quella dei demoni, ai quali viene esclusa quella conoscenza che si può avere soltanto in Dio.
Questa invece ce l’hanno gli angeli e i santi del paradiso perché essi vedono direttamente nella mente di Dio, nella quale sono presenti tutti i nostri pensieri.
6. Certo, non possono conoscere tutto quello che c’è nella mente di Dio, perché diversamente dovrebbero avere una mente infinita quanto è quella di Dio.
Ma Dio fa conoscere loro molte cose di ciò che avviene sulla terra e anche del segreto degli uomini. Questo fa parte della loro porzione di gloria accidentale (la gloria essenziale consiste nella visione di Dio; la gloria accidentale consiste nella visione di tutto ciò che non è Dio).
Gliele fa conoscere facendogliele leggere nella sua mente, nella quale è sempre fissa la loro conoscenza.
7. Pertanto continua a metterti in comunicazione con il Cielo anche solo mentalmente: sia che tu guidi la macchina, sia che tu stia ascoltando una conferenza, sia nel lavoro, sia negli andirivieni della vita quotidiana.
Non è assolutamente necessario bisbigliare per poter pregare sempre e dovunque in santa pace. Diversamente ci renderemo ridicoli.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo