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Quesito

Caro Padre Angelo,
il mio nome è Francesca, e sono una ragazzina di quasi quindici anni. Nonostante la mia tenera età sento di essere più matura dei miei coetanei ed arrivo a fare riflessioni per loro troppo impegnative; ho bisogno, pertanto, di confrontarmi con qualcuno che abbia risposte alle mie domande.
Ho le idee ancora molto confuse circa la religione, e sarei ipocrita dicendole di essere una cristiana convinta. Negli ultimi giorni, però, mi sto molto avvicinando a ciò che è il pensiero della Chiesa riguardo la sessualità.
Recentemente ho sperimentato l’esperienza della masturbazione, seppure io non abbia mai raggiunto l’apice del piacere fisico. Mi vergogno molto di questo e mi sento sporca, non solo per una morale religiosa. Chiedendo delucidazioni al mio insegnante di religione cattolica, ho assodato che è cosa sbagliata perché si tratta di un piacere fine a sé stesso ed al contrario il rapporto sessuale è visto dalla Chiesa come una donazione della propria persona a qualcuno di cui si ha piena fiducia. Sono pienamente d’accordo con questa visione della sessualità, ma il mio dubbio è un altro.
Limitandomi a quelle che sono state finora le mie esperienze di vita da quindicenne, ho intenzione di non sposarmi. Trovo il matrimonio una grande finzione: un contratto che ti lega ad una persona che non potrai amare per sempre. Perché l’amore prima o poi si spegne, e trovo falsa l’idea di promettere a Dio qualcosa che poi non potrò mantenere. Immagino quindi di trovare un uomo di cui sono innamorata, che mi lasci i miei spazi senza considerarmi di suo possesso e di sentirci liberi di allontanarci quando la nostra relazione diventerà insostenibile.
In una circostanza del genere, sarei condannata a non avere rapporti sessuali per il resto dei miei giorni? So di essere una persona responsabile, e non donerei mai il mio corpo a qualcuno di cui non sono sicura al 110%, per una questione di principi personali che vanno al di fuori della mia credenza. Perché i rapporti sessuali sono concessi solo a coniugi? Perché se amo un uomo, ma so che il mio amore non potrà durare per sempre, non posso avere un contatto fisico con lui? Capisco la condanna del sesso quando una relazione si basa solo su quello, capisco la discriminazione dei rapporti occasionali. Ma perché condannare ciò che è frutto dell’amore tra due persone?
Chiedo scusa per la lunghezza del mio messaggio ma non ho altri al di fuori di lei con cui parlare di questi argomenti così delicati.
Ringrazio in anticipo per la sua risposta.
Cordiali saluti,
Francesca


Risposta del sacerdote

Cara Francesca.
1. mi dici che il matrimonio per te è una grande finzione.
A me invece viene spontaneo di dire che è una grande donazione o una grande immolazione.
Il motivo per cui sei spinta a dire che si tratta di una grande finzione è questo: perché “l’amore prima o poi si spegne”.

2. Qui è necessaria una distinzione.
Forse per amore che si spegne tu pensi all’innamoramento, con il coinvolgimento emotivo e passionale che comporta.
Se è così, ti do ragione. È difficile o pressoché impossibile conservare l’innamoramento per tutta la vita.
Ma l’amore vero non s’identifica l’innamoramento.

3. Ti porto un esempio. Un giorno un tale vide Madre Teresa di Calcutta che curava un povero nelle strade di quella città. Gli tirava via i vermi che aveva nel corpo, uno per uno, e poi lo disinfettava e lo lavava.
Era amore questo? Sì, era amore, anche se non era accompagnato da innamoramento.

4. Nella volontà di due fidanzati ci sono tutte e due queste cose: c’è l’innamoramento, indispensabile per sentirsi attratti l’un l’altro, e poi c’è anche qualcosa di più profondo, che dura al di là dell’esperienza dell’innamoramento ed è la volontà di amarsi e di servirsi  l’un l’altro per tutta la vita.
Il gesto stesso dell’intimità coniugale esprime questa volontà e questa donazione.

5. La donazione corporea è un fatto così alto e così decisivo per la vita di una persona per cui non si sopporta che ci si ceda ad un terzo.
Una simile consegna viene subito intesa come un tradimento della attuata consegna vicendevole che esclude l’intrusione altri.
Una volta che ci si è donati in totalità e in radice ad una persona, come avviene nel matrimonio e come si ratifica incessantemente nell’intimità coniugale, non ci si appartiene più.
Se amare significa donarsi, non c’è amore più grande che quello di espropriarsi di se stessi per essere per sempre a servizio della persona amata e sposata.

6. Quando poi questa donazione è totale, come nell’intimità coniugale, di suo fruttifica nella generazione dei figli
I figli cementano ancor più l’amore, la dedizione e la fedeltà dei coniugi.
Per il bene dei figli i coniugi si aiutano a vicenda, disponendosi a  compiere tanti sacrifici e privazioni.
Tutto questo è autentico amore, sebbene non passi più per la strada dell’innamoramento passionale.
Con l’andare degli anni le passioni giovanili – che sono belle e affascinati come un fiore – cedono il posto a qualcosa d’altro che matura e fruttifica.
E questo avviene più o meno nel medesimo modo in cui la stagione della primavera, che vede gli alberi in fiore, cede progressivamente il posto all’estate con i frutti saporiti e duraturi che permettono il sostentamento anche nel sopravvenire dell’inesorabile inverno, preludio di un’altra primavera.
Per gli sposi la fase iniziale è paragonabile alla primavera che cede poi alla generazione ed educazione dei figli (estate), che è a sua volta sostegno della propria vecchiaia (inverno), che è preludio  di un’altra stagione, quella eterna, dove primavera ed estate saranno simultanee ed eterne.

6. Questo è l’amore degli sposi.
Forse un adolescente può essere tentato di vedere il volersi bene solo in ordine al divertimento e alla soddisfazione momentanea. Ma, maturando, senza aspettare la vecchiaia e già da giovani, emergono altri bisogni, che sono quelli più veri.
Allora non si sopporta di stare insieme ad una persona in maniera provvisoria e che a seconda dei suoi capricci ti dice da un momento all’altro: è tutto finito, fai le valigie e vai altrove.
L’amore vero impegna in profondità e in maniera seria.

Spero di averti dato alcuni spunti per riflettere ulteriormente su problemi importanti, per i quali stai per investire tutta la tua esistenza.
Ti accompagno con la preghiera e e ti benedico.
Padre Angelo