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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
desidero esporle il più brevemente possibile alcuni quesiti relativi alla vita spirituale:
1) durante la preghiera privata, in momenti in cui si percepisce la tentazione del maligno, gli si può rivolgere direttamente un “va lontano da me satana!” o è preferibile (come sento io nel cuore da tempo) rivolgersi direttamente alla Vergine Maria perché lo allontani da noi? Al riguardo, mi sembra che molti sacerdoti, consiglino di mai rivolgersi direttamente al nemico, neanche in privato mentre altri, tra cui noti esorcisti, dicano invece che ciò è un bene.
2) vorrei sapere precisamente quanto rimane la presenza reale di Gesù dopo aver fatto la comunione e quindi quanti minuti devo rimanere in adorazione interiore..(mi sembra che dopo la Messa Egli sia ancora da adorare in noi come presenza reale o esagero?)
3) dal 2000 sono iscritta alla fraternità domenicana del rosario con mio marito: da allora abbiamo la consuetudine bella di recitarlo la sera con i figli… però lo recitiamo distesi a letto perché la stanchezza è forte. Sbagliamo?
Grazie caro Padre, le chiedo una preghiera per la nostra famiglia.
Teresa
Risposta del sacerdote
Carissima Teresa,
1. Puoi fare una cosa e l’altra.
Gesù ha detto: Vai via, satana.
E, se l’ha fatto il Signore, lo possiamo fare anche noi.
In questa maniera diciamo apertamente a noi stessi e al maligno che non abbiamo nulla da spartire.
Nello stesso tempo fai bene ad invocare la Beata Vergine, al cui solo nome pronunziato con devozione il nostro avversario fugge.
2. È cosa lodevole continuare a vivere la Comunione con il Signore finché la sua presenza reale è in noi.
In passato si diceva che questa presenza permane finché le sacre specie non si sono corrotte. E questo avverrebbe nell’arco di una decina di minuti.
Il Magistero della Chiesa raccomanda vivamente di sostare in adorazione, ringraziamento e comunione.
Nell’Istruzione “Inestimabile donum” (3.4.1980) si legge: “Si raccomandi ai fedeli di non tralasciare, dopo la Comunione, un giusto e doveroso ringraziamento, sia nella celebrazione stessa, con un tempo di silenzio, con un inno o con un altro canto di lode, sia dopo la celebrazione, rimanendo possibilmente in orazione per un congruo spazio di tempo” (n. 17).
Nell’enciclica Mediator Dei Pio XII dice: “Si allontanano dal retto sentiero coloro i quali fermandosi alle parole più che al pensiero, affermano e insegnano che finita la Messa non si deve prolungare il ringraziamento… Anzi, questi atti propri dei singoli sono assolutamente necessari per godere più abbondantemente di tutti i soprannaturali tesori di cui è ricca l’Eucaristia e per trasmetterli agli altri secondo le proprie necessità…
Perché dunque non loderemo coloro che si indugiano in intima familiarità col divino Redentore, non solo per trattenersi dolcemente con lui, ma specialmente per domandargli aiuto, perché tolgano dalla loro anima tutto ciò che può diminuire l’efficacia del Sacramento e facciano da parte loro tutto ciò che può favorire la presentissima azione di Gesù? Li esortiamo anzi a farlo.
Noi dunque, così intimamente stretti a Cristo cerchiamo quasi di immergerci nella sua santissima anima e ci uniamo a lui per partecipare agli atti di adorazione con cui egli offre alla Trinità l’omaggio più grato e accetto” (nn. 120-123).
Scrive S. Alfonso dei Liguori scrive: “Il direttore spirituale raccomandi che dopo la Comunione ci si trattenga a fare il ringraziamento.
Sono pochissimi i direttori spirituali che raccomandano il ringraziamento assiduamente, che inculcano cioè di fare il ringraziamento per uno spazio considerevole di tempo.
Il motivo è che sono pochissimi i sacerdoti che fanno il ringraziamento e quindi si vergognano di raccomandare agli altri ciò che essi non fanno.
Il ringraziamento, ordinariamente, dovrebbe durare un’ora.
Si faccia almeno per mezz’ora in cui l’anima si eserciti nell’amore e nel domandare” (Praxis Confessarii, IX,5,155).
Sant’Alfonso esorta a stare almeno mezz’ora col Signore.
Non si potrebbe stare almeno dieci minuti?
3. Sono contento che la tua famiglia sia iscritta alla fraternità del Rosario.
E sono ancor più contento che recitiate questa preghiera ogni sera.
Anche per questo la vostra famiglia sperimenterà una continua benedizione e protezione della beata Vergine.
Pier Giorgio Frassati, per non addormentarsi, lo recitava ai piedi del letto, in ginocchio. E nonostante questo la mamma talvolta in piena notte lo sorprendeva addormentato con la corona in mano, pur essendo in ginocchio.
Voi fate come meglio vi riesce. Se pur essendo sul letto, lo recitate con devozione, fate pure così.
Volentieri vi ricordo al Signore, come mi hai chiesto di fare, vi saluto cordialmente e vi benedico.
Padre Angelo