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Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei proporre un quesito per la rubrica un sacerdote risponde. L’argomento mi sembra attualissimo!!!
In questo periodo di crisi economica molte persone tentano la fortuna per riuscire a vincere al superenalotto, lotto, scommesse, ecc…
Questo comportamento può costituire peccato? Mancanza di fiducia nella divina provvidenza?
Personalmente cerco di non giocare settimanalmente più di 5 euro (3 al superenalotto: 1 euro per ognuna delle tre giocate settimanali, 2 al winforlife: un gioco che permetterebbe di vincere al massimo una rendita di 4.000 euro mensili per venti anni).
La cifra non è considerevole considerata nell’arco settimanale, ma in un anno per le 52 settimane si arriva a spendere ben 260 euro (52 x 5).
A volte poi penso che ci sono persone che giocano, tra “gratta e vinci”, lotto, scommesse ed altri giochi anche cifre considerevole. Mi preoccupa persino pensare che il gioco possa diventare un vizio ed una patologia psicologica davvero miserevole.
Vorrei spendesse anche una piccola parte della sua risposta ad analizzare questo mio comportamento.
Ogni giorno passo dalla Chiesa per una preghiera davanti al tabernacolo ed all’altare dedicato alla Madonna.
Quando capita che ho appena fatto una giocata di un euro mi è capitato anche di chiedere al Signore di poter vincere, magari anche cifre non grandi ma che possano essere un aiuto concreto al bilancio familiare, magari per donare un periodo di ferie, per aiutarmi a pagare il mutuo…
Questa preghiera è lecita? In particolare se l’accompagno da una serena accettazione di quella che è la volontà dl Signore (anche di non farmi vincere) oppure di aggiungere che in caso abbia in futuro meno ristrettezze economiche potrei devolvere maggiori quote del mio reddito in beneficenza e atti di misericordia materiale.
Sono arrivato persino a chiedere una volta al Signore dammi una discreta vincita che mi permetta di comprare una dignitosa casetta in tranquillità e quando non mi servirà più così grande perché magari il nucleo familiare si sarà ridotto la venderò e darò il ricavato ai poveri. Come un amico ho chiesto a Gesù ed alla Madonna di farmi questa sorta di “prestito” che restituirei quando il Signore me lo renderebbe possibile.
Come poi le sa essendo una persona un po’ scrupolosa finisco poi per chiedermi “come vede il Signore questi pensieri?”… sicuramente con misericordia ed amore.
Lei pensa che però ci sia peccato anche veniale in ciò?
Un saluto e una preghiera
Pasquale


Risposta del sacerdote

Caro Pasquale,
1. Il tema sul quale mi chiedi di esprimere un parere è delicato.
Ragion per cui mi rifaccio a quanto insegna la Chiesa nel catechismo della Chiesa cattolica, riservandomi di fare un commento parola per parola.
Vi si legge: “I giochi d’azzardo (gioco delle carte, ecc) o le scommesse non sono in se stessi contrari alla giustizia. Diventano moralmente inaccettabili allorché privano la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui. La passione del gioco rischia di diventare una grave schiavitù” (CCC 2413).

2. Il Catechismo esordisce affermando che “i giochi d’azzardo (gioco delle carte, ecc) o le scommesse non sono in se stessi contrari alla giustizia”.
I giochi che tu fai settimanalmente rientrano in questa categoria.
Dicendo che in se stessi non sono contrari alla giustizia significa affermare che in teoria non sono peccaminosi, né mortalmente né venialmente.
A volte questi giochi per qualcuno diventano una valvola di sfogo per avere un interesse che porti fuori dai problemi ordinari e anche per avere motivi per discutere nei momenti di rilassamento. Per tanti il gioco della schedina svolge proprio questa funzione.
Fin qui pertanto non vi è né peccato grave né peccato veniale.

3. Ma “diventano moralmente inaccettabili allorché privano la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui”.
Questa clausola è molto importante.
Non si può dimenticare che alcuni, cominciando dal poco, sono finiti male. E soprattutto hanno mandato in misera la propria famiglia.
Questo evidentemente è un peccato grave.
Venendo a te, da quanto mi dici, le tue giocate non sono grosse. Anche in capo ad un anno non danneggi la tua famiglia.
Vi sono però altre cose da tener presente.

4. Infatti non si può dimenticare che “la passione del gioco rischia di diventare una grave schiavitù”. Per cui si passa dalle scommesse basse a quelle più alte.
San Giovanni ricorda che l’uomo è assalito dalla concupiscenza degli occhi (1 Gv 2,16), e cioè dal desiderio di possedere sempre di più.
E se per caso qualche volta si vince qualcosa, questa sete di avere cresce vorticosamente.
Per cui si continua a giocare e a sperperare.
A conti fatti, tranne qualche raro caso, in genere è più quello che si perde che quello che si guadagna.

5. Il Catechismo ricorda che le scommesse diventano peccaminose quando impediscono di “far fronte ai bisogni propri e altrui”.
Pertanto, sebbene non si impoverisca la propria famiglia, tuttavia non si coopera per far fronte ai bisogni altrui.
La necessità altrui, che per molti è grave e drammatica, è da tenere presente.
Certo, se uno buttasse in una cassetta di risparmio quanto devolve in scommesse da gioco, alla fine di un anno si troverebbe a disporre di una certa somma utile per le esigenze primarie di molti, soprattutto nel terzo mondo.

6. Mi sento pertanto di offrirti i seguenti consigli.
Anzitutto non pregare per vincere soldi. Le motivazioni che porti sono più o meno identiche a quelle di molti altri, che se anche non affidano alla preghiera la buona sorte, tuttavia sono animati dai medesimi pensieri.
L’insegnamento del Signore va in una direzione opposta: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33).
Il Signore è fedele e adempie sempre alle sue promesse.
Il Signore chiede di cercare ciò che giova alla sua maggior presenza in noi e negli altri (il Regno di Dio è questo). Chiede di aver fame e sete di santità (la giustizia nella sacra Scrittura spesso è sinonimo di santità) e di domandarla incessantemente.
Quando fai questo, il Signore ti garantisce che tutto il resto ti verrà dato in sopraggiunta e pertanto non ti farà mancare di nulla.
San Giuseppe Benedetto Cottolengo non voleva che nelle sue case si pregasse per domandare a Dio beni di ordine materiale. Diceva: “Se vi pensiamo noi, non vi pensa più Lui”. Mentre il Signore ha garantito di pensarvi (e ci pensa come sa fare Lui!) se noi domandiamo di crescere nella ricerca del suo Regno e della santità.

7. Inoltre sono convinto anche che se uno desse in elemosina quanto butta sul gioco farebbe il miglior investimento.
Infatti, dando in elemosina, si acquistano dei meriti davanti a Dio. E San Paolo esorta a “mettere da parte un buon capitale per la vita futura” (1 Tm 6,19).
Questo indubbiamente è il miglior investimento.

8. Ma sono anche convinto che uno verrebbe subito ripagato con beni di ogni tipo, perché il Signore non si lascia vincere in generosità.
Dicevo precedentemente che, scommettendo denaro, a conti fatti è sempre più quello che si perde che quello che si guadagna.
Qui posso dire con assoluta certezza il contrario: che è sempre più quello che si guadagna che quello che si perde!

9. Caro Pasquale, vai dunque in questa direzione. Anzi, corri in questa direzione. Non avrai mai da pentirtene, soprattutto quando arriverai all’ultimo giorno della tua vita e ti presenterai davanti al Signore con le opere buone.
Il Signore non ti dirà: “Ecco i soldi che hai scommesso sono andati in mano di questo e di quell’altro, che ne hanno usato male, anzi malissimo, mettendo a repentaglio la propria salvezza eterna. Sono invece tutti qua, che parlano bene di te”.

10. So che cerchi di essere un buon cristiano.
Il buon cristiano si domanda: ma quello che faccio, lo posso vedere compiuto ugualmente da Gesù Cristo?
So che sei devoto di san Francesco. Te lo immagini San Francesco che giova al superenalotto? È questa l’ispirazione che ti viene dal santo di Assisi?
In conclusione: agendo come vai facendo adesso, non mi sento di dirti che commetti peccato, neanche veniale.
Ma perdi molto e non solo in soldi.
Mettendo in pratica quello che ti ho suggerito, guadagneresti molto: in soldi, in grazie di ordine temporale e soprattutto in grazie di ordine soprannaturale.

Perché tu possa perseguire generosamente questa strada ti assicuro la mia preghiera.
Intanto ti saluto cordialmente e ti benedico.
Padre Angelo