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Quesito
Salve Padre Angelo.
Ringrazio lei e i suoi confratelli per il vostro sito internet.
Volevo chiederle tre cose.
1. Come si fà a scegliere un direttore spirituale?
Sulla prima avrei già un’idea sul come scegliere. Se un sacerdote è (molto) devoto a Maria SS. allora è un buon sacerdote.
Tempo fà (2 anni fà, periodo di quaresima) cercai di capire, pregando, e cercare qualcuno ma rimandai perchè non riuscii.
Adesso penso che sia arrivato il momento di trovarne uno dato che il Signore mi ha e mi sta molto, nonostante le mie difficoltà, introducendo nella comunione con Lui. Serve per non eccedere troppo né da una parte né dall’altra, nelle mortificazioni, preghiere o rilassamento, quietismo nella fede. “Chi si guida da se è un pazzo” diceva S. Monfort.
2. Come si fà ad aumentare la propria fede e fiducia in Dio?
Qui penso che la preghiera è l’unica arma per aumentare la fede.
3. indulgenza plenaria
In una risposta fatta a un ragazzo.
il Manuale delle indulgenze dice che “i confessori possono commutare sia l’opera prescritta sia le condizioni a quelli che siano legittimamente impediti dal compierle” (n. 34).
Mi pare che tu rientri in questo caso per la Comunione quotidiana.
Ti è necessario dunque il permesso del tuo confessore.
Il n. 35 ricorda che tutti coloro che ne sono legittimamente impediti devono avere il desiderio di accostarsi ai predetti sacramenti appena possibile.
Questa voleva essere la mia domanda tempo fà. Se io, per esempio, oggi ho un esame e sono impedito, sia la mattina che alla sera, di partecipare alla messa e quindi comunicarmi e nello stesso giorno leggo e medito per mezz’ora la Bibbia e prego per il Santo Padre posso lucrare l’indulgenza oggi. Per lucrare quindi bisogna chiedere il permesso del confessore: che cosa bisogna dirgli? – nel giorno X non ho potuto poiché legittimamente impedito -.
Bisogna farlo, chiedere, ogni volta?
Grazie mille Padre.
La saluto.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Certamente la devozione a Maria è un requisito insostituibile per la direzione spirituale.
Non è l’unico criterio, evidentemente, ma è indispensabile.
Sicché se un determinato sacerdote non avesse devozione a Maria, pur possedendo altre qualità, ti direi di lasciarlo stare. Non ti saprebbe indicare Colei al quale il Signore ha disposto che facciamo riferimento quando ha detto: “Figlio, ecco tuo Madre”.
Per volontà di Dio Maria è nostra madre nell’ordine della grazia. A lei dunque, comunque, dobbiamo sempre fare riferimento.
2. Un altro criterio insostituibile è la sicurezza della dottrina. Scrive in proposito santa Teresa d’Avila: “Io ho sempre amato di aver confessori istruiti, perché dai semi-dotti, a cui in mancanza di altri dovetti ricorrere, ebbi sempre del danno. So per esperienza che quando si tratta di uomini virtuosi e di santa vita, è meglio che siano del tutto ignoranti piuttosto che dotti a metà, perché allora né essi si fidano di sé, ricorrendo ai competenti, né io mi fido di loro. I veri dotti non mi hanno mai ingannata. Neppure gli altri mi volevano ingannare, ma… non ne sapevano di più” (Vita, 5,3).
3. Un grande maestro di vita spirituale, il padre A. Meynard scrive: “Essendo molto importante per il progresso di una persona avere un buon confessore, è necessario raccomandarne la scelta a Dio. Prega questo buon Maestro, invoca i Santi, digiuna, fai la S. Comunione, chiedi allo Spirito Santo di indicarti chi ha eletto per condurti.
Non devi aver fretta e fermarti subito a quello che ti sembra più adatto per dirigerti. Bisogna che ti confessi da lui per qualche mese, e che nel frattempo gli proponga le tue difficoltà, senza farti conoscere. Poi lo pregherai di prenderti cura della tua anima. Molti si sono pentiti di aver avuta troppa fretta” (Vita, 5,3).
4. In concreto come si attua la scelta?
Per molti il direttore è indicato dalle circostanze ordinarie e naturali dell’ambiente, come il parroco, il padre spirituale delle comunità, ecc.
Per alcuni casi particolari la scelta o disposizione può avvenire per vie speciali di ispirazione divina, come S. Claudio de la Colombière per S. Margherita M. Alacoque, o il P. Soposko per S. Faustina Kowalska.
5. Per la crescita della fede: poiché la fede ha come obiettivo l’adesione a Dio soprannaturalmente conosciuto e amato non può derivare dalle nostre semplici forze. È necessario che Dio tocchi il nostro cuore e dia all’intelligenza l’inclinazione ad aderire a quanto Egli stesso ci rivela.
Gesù ha detto: “Nessuno viene a me se il padre non lo attira” (Gv 6,44).
Per avere la fede è necessaria anzitutto questa mozione previa da parte di Dio.
6. Ma poiché Dio vuole dare a tutti questo dono meraviglioso, che è l’inizio della vita eterna dentro di noi, ci sollecita non solo a credere ma anche ad aumentare in noi l’adesione della fede in due maniere.
Anzitutto attraverso tanti atti di fede, eliminando con prontezza ogni tentazione. Dobbiamo dire insieme con San Paolo “so a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno” (2 Tm 1,12).
La seconda maniera è quella della preghiera. Dobbiamo dire insieme con gli apostoli: “Aumenta la nostra fede!” (Lc 17,6).
Pratica queste due vie e ti accorgerai in breve come la fede diventa più robusta per l’azione segreta della divina grazia.
7. Per la terza domanda riguardante l’indulgenza plenaria: il confessore può commutare l’opera, ma non dispensare da essa.
Se dunque in una determinata giornata non riesci a leggere per mezz’ora la Sacra Scrittura non puoi prendere quell’indulgenza.
Tuttavia va ricordato che la fonte di tutte le indulgenze è il sacrificio di Cristo e che questo sacrificio viene perpetuato sull’altare.
Puoi dunque congiungerti spiritualmente a Cristo e al suo sacrificio e chiedere per te e tutto il mondo l’abbondanza della sua redenzione.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo