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Salve,
grazie innanzitutto per la sua rubrica che mi ha fatto maturare molto nella Fede e mi ha chiarito tanti dubbi teologici.
Oggi (vigilia dell’Epifania) le sottopongo una domanda molto tecnica…
Il cattolico è tenuto ad osservare i precetti e le feste di precetto (pena di peccato mortale se trasgredisce con volontà, avvertenza, materia grave).
Ora le feste di precetto cambiano da nazione a nazione: in pratica se la festa è ritenuta anche "civile" si è obbligati alla Messa viceversa la festa "abolita civilmente" viene spostata alla domenica successiva (vedi qui in Italia S. Giuseppe Corpus Domini e tante ancora).
Anche l’astinenza dalle carni del venerdì cambia da nazione a nazione: in Inghilterra (conferenza episcopale dell’Inghilterra) è obbligatoria mentre in Italia si dovrebbe ma in pratica si può sostituire con tante altre mortificazioni (il che significa per il grande pubblico "fate come vi pare").
La mia domanda è: se uno viaggia o si sposta per qualunque motivo da nazione a nazione… quali precetti deve seguire? Ad esempio se vado per motivi di lavoro (viceversa vacanza) in un paese dove S. Giuseppe è precetto religioso sono tenuto alla S. Messa?
Poi ho una "provocazione": visto che la Messa la domenica non è un comandamento del decalogo (il decalogo dice semplicemente "ricordati del sabato" ben diverso dalla nostra domenica… diciamo che è l’unico comandamento abolito de-facto almeno dal punto di vista semantico) ma un precetto della Chiesa… la Chiesa non potrebbe allargare un po’ le maglie su questo precetto come avviene nella chiesa ortodossa? Si salverebbero un sacco di anime che sono diventate "atee" (magari per darsi un tocco da intellettuali) perché a 14 anni si sono semplicemente stufate di andare a Messa!
La saluto e La ricordo nella preghiera
Gabriele


Risposta del sacerdote

Caro Gabriele,
1. per dirimere la questione va fatta distinzione tra ciò che è disciplina della Chiesa universale e ciò che è disciplina della Chiesa locale.
La determinazione delle feste di precetto è di pertinenza della disciplina della Chiesa universale.
Allora questa disciplina obbliga dappertutto, a meno che uno non ne sia impedito per giusta causa (come del resto avviene anche per la partecipazione alla Messa domenicale).

2. Ebbene, la disciplina della Chiesa universale determina che le feste di precetto siano le dieci menzionate nel Codice di diritto Canonico.
Tuttavia dove la festa di precetto non è concomitante con la festa civile, la disciplina della Chiesa dispensa dall’obbligo di partecipare alla Messa perché i fedeli ne sono impediti.

3. Pertanto, ad esempio, se uno si trova per motivi di lavoro in un paese in cui si celebra come festa di precetto la solennità dell’Ascensione non è tenuto a partecipare alla Messa perché ne è impedito dai motivi di lavoro per cui si è recato in quella località.
Ma se uno è lì in vacanza, allora vi è tenuto perché il non partecipare sarebbe motivato solo da negligenza.

4. Sulla disciplina del venerdì le cose variano da nazione a nazione. La disciplina della Chiesa universale lascia alle singole conferenze episcopali di determinare la modalità concreta.
Pertanto se un italiano si trova per caso in Inghilterra non è tenuto alla disciplina della Chiesa inglese.
Tuttavia se si trova insieme a cattolici inglesi sarebbe strano (e cioè poco comunitario ed evangelico) se non si conformasse alla loro disciplina.
Se invece ha il domicilio in Inghilterra allora è soggetto alla disciplina della Chiesa inglese, perché di fatto fa parte di quella comunità cristiana.

5. Per quanto concerne la Messa domenicale va detto che non si tratta semplicemente di disciplina della Chiesa cattolica, perché è di tradizione apostolica.
La festività del sabato (obbligatoria per gli ebrei nell’Antico Testamento e addirittura sotto pena di morte) con la risurrezione del Signore ha ceduto il posto alla domenica. Questo fin dalla prima comunità cristiana.
Pertanto su questo punto non vi sono discussioni.
Sulla gravità dell’obbligazione gli ortodossi dicono che un buon cristiano deve parteciparvi. Ma non ne parlano come di un obbligo “sub gravi”.
Va tenuto conto però che le Messe (chiamate dagli orientali “Divina Liturgia”) durano mediamente dalle due alle tre ore dove la gente dovrebbe stare ferma in un clima glaciale come quello della Russia. Nelle feste solenni durano anche quattro ore, con la gente che va e viene dalla Chiesa per le proprie necessità fisiologiche.

6. Nella Chiesa cattolica la Messa dura mediamente tre quarti d’ora. Come vedi, l’impegno è molto diverso.

7. Soprattutto però va ricordato che la gravità dell’obbligazione non nasce dalla volontà della Chiesa di punire chi non è andato a Messa.
Chi non ci va semplicemente perché non vuole parteciparvi, ha già giudicato se stesso. Vuol dire che il sacrificio di Gesù Cristo, la sua presenza, la sua parola, la comunione con la comunità cristiana non  gli importano. E questa la si potrebbe chiamare comunione di vita con Gesù?
Allora viene da dire che non commette peccato mortale soprattutto perché disobbedisce alla Chiesa, ma perché col suo atteggiamento si separa da Cristo e dalla comunione ecclesiale.
La Chiesa con la sua disciplina ricorda il male che uno fa a se stesso col disattendere alla cura della sua vita cristiana.

Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo