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Quesito
caro padre
penso che conoscere la storia sia importante anche per il presente. Ma è difficile scremare quello che è detto dai teologi e quello che dice il magistero. In particolare volevo chiarezza su alcuni punti:
1) i bambini morti senza battesimo secondo Agostino andavano all’inferno. Se pur colpiti da pene mitissime, questa era solo la sua opinione oppure quella condivisa dalla chiesa in quel tempo fino al periodo della scolastica con l’avvento del limbo?
2) È vero che una volta chi peccava gravemente doveva fare penitenza pubblica per tutta la vita e il perdono poteva essere concesso solo una volta nella vita?
Le confido che leggendo alcune cose nella storia a volte mi stupisco. Ma forse sono io che sbaglio a leggere la storia con gli occhi di oggi senza riuscire ad entrare nella mentalità dell’epoca.
Come sempre La ringrazio e La saluto.
Luca
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. Il pensiero ufficiale della Chiesa è quello espresso dal Magistero.
Ora quanto sant’Agostino disse sulla sorte di bambini morti senza battesimo rimase una sua opinione, probabilmente condivisa da altri.
Ma non fu mai fatta propria dalla Chiesa, neanche dalla Chiesa di quel tempo.
2. Per il sacramento della Penitenza c’è stata una evoluzione.
Inizialmente questo sacramento veniva celebrato solo una volta nella vita. Era considerato come la seconda tavola della salvezza. Una tavola data per misericordia dopo che uno aveva già fatto naufragio con la prima (il battesimo).
La penitenza poi era pubblica, nel senso che uno veniva introdotto nello “stato dei penitenti”. Ma il peccato per cui si faceva penitenza veniva dichiarato segretamente al Vescovo.
Il Vescovo stabiliva il tipo di penitenza e la sua durata, che solo qualche volta poteva durare tutta la vita.
Ad esempio per il peccato di aborto il Concilio di Elvira (306) prevede la scomunica perpetua. Ma in punto di morte la donna che aveva abortito poteva rientrare nella comunità della Chiesa.
Il Concilio di Ancira (314) dice: “La disciplina antica le allontana fino alla morte; ma noi ora decidiamo di essere più indulgenti e perciò le ammettiamo a fare una penitenza di dieci anni” (can. 21).
Nel Concilio spagnolo di Lerida (546) la penitenza viene limitata a sette anni con l’aggiunta però che dovranno piangere e umiliarsi per tutto il resto della vita.
3. Successivamente i monaci irlandesi, andati in Francia per rievangelizzarla, introdussero la pratica della confessione cosiddetta “auricolare” perché si faceva all’orecchio del confessore ogni volta e quante volte si voleva.
Questa forma è convissuta per qualche secolo con la penitenza pubblica e canonica e infine l’ha soppiantata.
4. La conoscenza della storia della Chiesa è molto utile. Fa vedere come la Chiesa sia un’istituzione dinamica, mossa e ispirata dallo Spirito santo. Come una pianta, rimanendo sempre se stessa, mette fuori nuovi germogli.
Alcuni germogli, particolarmente legati a particolari condizioni storiche, col tempo si inaridiscono e lasciano il posto ad altri.
Ti ringrazio, ti saluto, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo