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Quesito

Caro Padre Angelo,
pochi giorni fa ho partecipato ad un incontro in parrocchia relativo agli impegni dei Cattolici in politica. Era presente un ex-politico, militante del centro sinistra (allora Ulivo), cattolico praticante. Ovviamente la discussione ha presto toccato i temi della bioetica e dell’aborto. Io sostenevo la mia contrarietà alla legge 194 ed all’interruzione volontaria di gravidanza in genere, sostenevo che non si poteva arrivare al compromesso politico su temi così sostanziali, come invece sostenuto dal politico.
Anche il mio parroco, pur negando ogni legittimità all’aborto procurato, ha parzialmente scusato i politici che al tempo votarono la Legge e coloro che la fecero diventare vigente (il Presidente della Repubblica). La scusante era dovuta al particolare contesto storico (anni di piombo, guerra fredda, tensioni sociali, etc.), quando una presa di posizione eccessivamente intransigente avrebbe potuto portare a gravi crisi di governo con possibile innesco di sommosse, se non di peggio.
Da parte mia invocavo un atteggiamento più fermo, sopportando anche l’eventuale "martirio" (dimissioni, fine della carriera politica, etc.), pur di dare testimonianza alla Verità.
Mi è stato replicato che ciò non avrebbe portato a nulla di concreto; infatti, un altro governo avrebbe approvato la legge, magari in modo ancor più permissivo. Inoltre, la partecipazione dei Cattolici ha permesso di inserire l’obiezione di coscienza ed i consultori (che, non lo posso negare, salvano molte vite).
In parte questa tesi mi pare simile, pur con alcuni distinguo, a quella da lei sostenuta nel all’art. 4 del quesito "Aborto – I cattolici e le gerarchie non si staranno un pò afflosciando?" (sez. Bioetica).

Un’altra tesi sostenuta da alcuni dei presenti era relativa all’impossibilità di costringere una donna a portare a termine la gravidanza. Infatti, se una donna volesse abortire, troverebbe comunque il mezzo per farlo. Allora, tanto vale regolamentare la questione evitando che le donne finiscano in mano a persone senza scrupoli, piuttosto che a medici formati. Ovviamente, io ho sostenuto che una cosa è costringere una donna a partorire, un’altra è facilitare e depenalizzare l’aborto. Ritengo inoltre che, in casi estremi, si potrebbe ricorrere anche al trattamento sanitario obbligatorio, soprattutto quando la madre dia segni di instabilità mentale e si tema per la sua salute o quella del nascituro.
Vorrei avere la sua opinione sui questi dubbi.
Che Dio la benedica, grazie per il suo servizio.
Cordiali saluti.
E.


Risposta del sacerdote

Caro E.,
1. sul primo punto desidero precisare che la legge passò col voto contrario dei cattolici e dei laici di buona volontà.
Di fatto rimaneva di pertinenza del presidente della repubblica firmare o meno la legge.
La firmò per evitare il peggio. Ma dopo qualche tempo dovette dimettersi per altri motivi e lasciare la presidenza della repubblica in maniera ingloriosa.

2. Mi riferisci l’obiezione secondo cui “una presa di posizione eccessivamente intransigente avrebbe potuto portare a gravi crisi di governo con possibile innesco di sommosse, se non di peggio”.
Sì, si sarebbe potuta attuare una crisi di governo.
Ma la vita di un milione e rotti di innocenti uccisi con i soldi e con le mani dello stato vale ben più di una crisi di governo!
Se poi la democrazia cristiana fosse andata in minoranza, non avrebbe avuto nulla da rimproverarsi.
La tutela dei cittadini, soprattutto degli indifesi e innocenti, tocca il senso stesso dello stato e del suo governo.

3. Sul secondo punto, lo stato potrà depenalizzare l’aborto clandestino, come giustamente rilevi, ma non può legittimare l’aborto, anzi farlo diventare una prestazione gratuita.
Compito dello stato è servire ogni persona, a partire da quelle che sono incapaci di provvedere a se stesse, come i bambini nel grembo delle loro madri.
Lo stato, mettendosi a servizio delle persone, deve mettersi a servizio anche delle donne in gravidanza per aiutarle a portarla a termine, non già per uccidere il bambino.

4. Alla fine però, quando parli della donna psichicamente instabile, ti lasci trasportare ad esaminare il problema solo dal punto di vista della donna.
Ma di mezzo c’è un bambino, che è innocente e indifeso e ha diritto alla vita quanto la madre e chiunque altro.
Anche nel caso di una donna che dia segni di instabilità mentale la si dovrà aiutare a portare a termine la gravidanza e poi la comunità si prenderà cura del bambino.

5. Quando si disputa sull’aborto (che consiste nella soppressione di un essere umano) ricorda sempre questo: l’oggetto da tenere presente deve essere sempre il bambino. Nessuno ci dà il diritto di ucciderlo. Chi si comporta così è un tiranno.
Per questo il Concilio Vaticano II dice: “Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo umano. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura, e l’aborto come l’infanticidio sono abominevoli delitti” (GS 51).

Sono contento per la bella testimonianza che hai reso davanti a tutti.
Il Signore ti ricompenserà. E non solo nella vita futura.
Ti ricordo volentieri nelle mie preghiere e ti benedico.
Padre Angelo