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Quesito

Salve.
Recentemente mi sono cimentato nella lettura delle epistole paoline.
Vorrei conoscere il senso dei passi (1-12), del capitolo secondo, della seconda lettera ai Tessalonicesi. In particolare, mi preme sapere come interpretare quel "colui che finora lo trattiene". Premetto che ho cercato d’informarmi e ho constatato variegate interpretazioni, tutte molto blande e opinabili. Da Sant’Agostino a San Giovanni Crisostomo, dal Dottore Angelico a Carl Schmitt, chi è o cos’è il ‘‘Katechon’?
Grazie.
Felice


Risposta del sacerdote

Caro Felice,
1. riporto per comodità dei nostri visitatori quanto dice San Paolo nel versetto di cui ti preme conoscere il significato: “Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene” (2 Ts 2,7).
Il katékon di cui si parla corrisponde all’espressione “chi lo trattiene”.

2. Da quanto mi scrivi, sei al corrente di tante interpretazioni e nessuna ti soddisfa.
Ed è plausibile che sia così perché non è possibile determinare chi sia questa persona o questa realtà che pone ostacolo all’apparizione dell’Anticristo.

3. Innumerevoli in proposito sono le opinioni dei vari autori.
Numerosi Santi Padri che ritenevano che la forza che impediva il prorompere aperto dell’iniquità, e quindi ritarda la venuta dell’Anticristo, fosse l’impero romano, concretizzato nell’imperatore.

4. Ma siccome l’impero romano è scomparso senza che sia venuto l’Anticristo, altri con S. Tommaso pensano che per impero romano si debba intendere non solo l’impero materiale, ma anche quello spirituale proveniente dalla fede.
Sicché nel modo che Gesù venne al mondo quando l’impero romano dominava dappertutto, così l’Anticristo verrà quando i popoli cesseranno di stare soggetti all’autorità spirituale della Chiesa.

5. Altri interpreti sono del parere che S. Paolo abbia parlato dell’impero romano in quanto era una forma di ordinata e potente istituzione civile e sociale. E che l’Anticristo non sarebbe venuto verrà finché sia rispettato l’ordinamento sociale basato in gran parte sui principi del diritto romano. E cioè che non verrà finché vi sia un’autorità che sappia chiamare il bene e il male col proprio nome.
In particolare che sappia prevenire e punire il male.

6. La Bibbia di Gerusalemme non dice in che consista questo ostacolo, ma annota: “Una volta tolto l’ostacolo, l’empio lavorerà apertamente”.

7. Certo si ha l’impressione che oggi si vada sempre più verso la tendenza a legittimare tutto, anche ciò che è male, e di punire chi osa chiamare il male col proprio nome.
In altre parole, si ha l’impressione che “l’empio lavori apertamente”.

8. Con tutta questa varietà di opinioni non è possibile determinare a chi o a quale realtà alluda San Paolo.
Ma mi pare che l’interpretazione di San Tommaso esposta al punto 5 si possa congiungere con quella esposta nel punto 6.

Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di attirare l’attenzione dei nostri visitatori su quest’affermazione di San Paolo.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo