Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
questa mattina ho letto per caso su un testo accademico che “la Chiesa cattolica cristiana (non romana) della Svizzera, a partire dal 1999, ammette al sacerdozio anche le donne”. Si tratta effettivamente di una liturgia di tipo cattolico?
Pur rimanendo fedele al Magistero della Chiesa, da donna più volte mi sono chiesta come mai il sacerdozio sia rimasta una prerogativa maschile. Oggi è rarissimo che un uomo entri in convento senza intraprendere, nel frattempo, il cammino per diventare sacerdote; questa profonda disparità nei confronti delle religiose mi fa riflettere.
Inoltre so che alcune Chiese cattoliche orientali permettono ai preti di sposarsi. Anche san Paolino da Nola, patrono della mia Diocesi, era sposato e, insieme alla moglie, svolgeva santamente la sua missione di vescovo e di monaco.
Le chiedo dunque, sempre nel rispetto dell’insegnamento della Chiesa: com’è possibile che nell’ambito delle varie liturgie cattoliche siano contemplate situazioni così diverse come la coesistenza dell’obbligo del celibato e la possibilità di sposarsi, o anche l’interdizione/l’ammissione del sacerdozio femminile?
La ringrazio per la sua risposta e per tutto il tempo che dedica alle lettere dei fedeli.
Dio la benedica,
Maria
Risposta del sacerdote
Cara Maria,
1. la dizione “Chiesa cattolica cristiana (non romana) della Svizzera “non ti deve trarre in inganno perché di fatto si tratta di Chiesa scismatica ed eretica.
Chi sono dunque questi cattolici non romani che stanno in Svizzera?
Sono i cosiddetti vetero-cattolici.
2. Si sono definiti vetero-cattolici quel gruppetto di vescovi che alla vigilia della votazione sull’infallibilità del Papa nel luglio del 1870 durante il concilio Vaticano I si allontanarono dal concilio per non partecipare alla votazione e non aderire al dogma.
3. Si trattava di vescovi cattolici, che rimasero pertanto cattolici, ma si staccarono da Roma, dal Papa. In tal modo hanno dato origine ad una chiesa scismatica.
Inizialmente ritenevano tutta la dottrina cattolica precedente, ad eccezione delle infallibilità del Papa.
Pertanto avevano veri sacramenti, compresa la successione apostolica.
4. Nel frattempo sono andati fuori strada e di fatto sul punto del sacerdozio alle donne si sono omologati al pensiero dei protestanti.
Con tutte le conseguenze che ne seguono perché l’ordinazione sacerdotale delle donne è invalida, per cui non consacrano nulla e non conferiscono in nessun modo il ministero episcopale, presbiterale o diagonale perché le loro ordinazioni sono nulle.
Pertanto non farti ingannare da quella parola “cattolici” perché di fatto non lo sono.
5. I vetero-cattolici sono pochi, qualche decina di migliaia.
Si trovano in Olanda, in Svizzera e poi sono sparsi qua e là.
6. Non è corretto dire che il sacerdozio sia una prerogativa maschile. Neanche i maschi hanno diritto di diventare sacerdoti.
La Chiesa cattolica insieme con la Chiesa ortodossa riconosce che Gesù Cristo di fatto non ha conferito il ministero sacerdotale alle donne.
La Chiesa dice anche che Cristo in questa sua determinazione non è rimasto vittima della cultura del tempo innanzitutto perché a quei tempi qua e là si trovavano sacerdotesse e profetesse.
In secondo luogo, perché è impossibile che Colui che è il Signore del tempo sia rimasto vittima della cultura del tempo.
7. Quando sorse la questione dell’ordinazione delle donne presso la Comunione Anglicana, il Papa Paolo VI, a motivo della suo ufficio di custodire la Tradizione apostolica e anche allo scopo di rimuovere un ostacolo sul cammino verso l’unità dei cristiani, ricordò la posizione della Chiesa cattolica scrisse una lettera all’arcivescovo di Canterbury in data 30 novembre 1975 in cui ricordava che “non è ammissibile ordinare donne al sacerdozio per ragioni veramente fondamentali. Queste ragioni comprendono: l’esempio, registrato nelle Sacre Scritture, di Cristo che scelse i suoi Apostoli soltanto tra gli uomini; la pratica costante della Chiesa, che ha imitato Cristo nello scegliere soltanto degli uomini; e il suo vivente magistero, che ha coerentemente stabilito che l’esclusione delle donne dal sacerdozio è in armonia con il piano di Dio per la sua Chiesa”.
Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Ordinatio sacerdotalis, del 22 maggio 1994, ha dichiarato, «al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa» e «in virtù del [suo] ministero di confermare i fratelli» (cf. Lc 22, 32), «che la chiesa non in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”.
8. Non si tratta di maschilismo né di maggiore idoneità, ma di fedeltà e obbedienza a Gesù Cristo.
“D’altronde, continua Giovanni Paolo II, il fatto che Maria Santissima, Madre di Dio e della Chiesa, non abbia ricevuto la missione propria degli Apostoli né il sacerdozio ministeriale mostra chiaramente che la non ammissione delle donne all’ordinazione sacerdotale non può significare una loro minore dignità né una discriminazione nei loro confronti, ma l’osservanza fedele di un disegno da attribuire alla sapienza del Signore dell’universo” (Ordinatio sacerdotalis).
Ai teologi spetta di comprendere i motivi di questa decisione di Nostro Signore.
9. Per quanto attiene al celibato sacerdotale va detto che si tratta di disciplina della Chiesa che affonda le sue radici nell’era apostolica e che in genere gli uomini sposati, quando venivano assunti al sacerdozio, vivevano nell’astinenza dell’intimità coniugale.
Tale è stato anche il caso di San Paolino da Nola il quale prima ancora di essere ordinato sacerdote, dopo la morte del figlio Celso, decise di comune accordo con la moglie di vivere in perfetto spirito monastico.
Pertanto quando successivamente fu ordinato sacerdote non ci fu bisogno di ricordargli l’astinenza dall’intimità coniugale.
Nella Chiesa cattolica di rito greco sono contemplati uomini sposati.
10. Venendo alla risposta definitiva dei tuoi quesiti vanno distinte le due questioni.
Va detto che in tutta la Chiesa cattolica di qualsiasi rito non c’è nessuna donna e non ci sarà alcuna donna ordinata sacerdotessa. Perché questo è di diritto divino e irriformabile.
Il celibato sacerdotale, invece, pur affondando le sue radici nell’età Apostolica, è di istituzione ecclesiastica e pertanto appartiene alla disciplina della Chiesa. Per questo la Chiesa in alcuni casi può dispensare.
Sulle ragioni del celibato sacerdotale puoi cliccare sul motore di ricerca del nostro sito.
Concludendo ti auguro ogni bene, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo