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Quesito

gentile signor Angelo,
A suo avviso, il non expedit, fece del bene o del male all’uomo? Dio vuole che l’uomo si allontani dalla vita politica del suo paese?
Grazie della disponibilità
Francesco


Risposta del sacerdote

caro Francesco,
1. La Chiesa, dopo la presa di Roma, in un primo tempo proibì di entrare nel Parlamento italiano.
Fu Pio IX a stabilire il 13.X.1874 il famoso non expedit (non è conveniente).
Questi l’aveva intimato perché precedentemente ai deputati era stato chiesto di “giurare di sancire lo spoglio della Chiesa” (cfr. I. Giordani, Le Encicliche sociali dei Papi, p. 222 nota).
È di don Margotti, prete della diocesi di Ventimiglia, lo slogan: “né eletti, né elettori”.
Il non expedit di Pio IX fu ribadito diverse volte da Leone XIII.

2. Se la Chiesa adottò l’astensionismo elettorale per le elezioni politiche (non invece per le amministrative) vi fu da una parte un periodo di maturazione e di riflessione per i compiti che nel futuro il laicato cattolico si sarebbe assunto e dall’altra un impegno fiorito in tante associazioni di carattere caritativo e assistenziale.
Si pensi all’Opera dei Congressi e a tante società e patronati sorti qua e là che compivano nell’ambito civile quello che una nuova fioritura di congregazioni maschili e femminili andavano facendo, prendendosi cura soprattutto dei bambini, dei giovani, degli anziani. Come non ricordare l’opera del Cottolengo, di san Giovanni Bosco, di don Orione, di don Guanella e di tanti altri…

3. Pio X, circa trent’anni dopo, con l’enciclica “Il fermo proposito” (11.6.1905) diretta ai vescovi d’Italia sull’azione cattolica e sociale, concesse ai cattolici di intervenire nella vita politica.
Ecco le motivazioni: “Ragioni gravissime ci dissuadono dallo scostarci da quella norma già decretata da Leone XIII, secondo la quale rimane vietata in Italia la partecipazione dei cattolici al potere legislativo. Se non che altre ragioni parimenti gravissime, tratte dal supremo bene della società, che ad ogni costo deve salvarsi, possono richiedere che nei particolari si dispensi dalla legge” (n. 13).

4. Se il non expedit avesse impedito ai cattolici di esprimere il loro impegno cristiano sarebbe stato un male. Ma quale Papa avrebbe potuto fare una cosa del genere se non tradendo il comando di Cristo.
Si è trattato dunque di una norma provvisoria, doverosa (cfr. il giuramento di spogliare la Chiesa dei suoi beni…) e in un ambito ben ristretto: quello dell’impegno politico parlamentare.

Sono contento che mi hai dato la possibilità di mettere in evidenza questo periodo di particolare fervore nell’ambito cattolico coinciso più o meno con la perdita del potere temporale dei Papi.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo