Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
riflettevo sul comandamento ‘‘‘‘Non desiderare la donna d’altri’‘‘ e mi chiedevo:
Cosa intende esattamente Dio con il termine ‘‘desiderare’?
E’ da considerarsi ‘‘donna d’altri’ anche una ragazza fidanzata con un altro ragazzo?
La ringrazio e stasera la ricorderò nel Rosario
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro.
Mi pare che il comandamento voglia dire essenzialmente tre cose.

1. Non desiderare, e cioè devi rispettare chi appartiene ad altri: può essere la moglie, il marito e anche la fidanzata o il fidanzato.
Sebbene nel fidanzamento non vi sia il legame proprio del matrimonio, tuttavia c’è tra due persone un’amicizia molto forte. E l’amicizia è un bene prezioso per le persone e pertanto va rispettato.
Cercare di portar via il fidanzato o la fidanzata ad un’altra persona è come un tentativo di furto.
Il Signore ha detto di non fare agli altri ciò che non si vuole fatto a sé: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti” (Mt 7,12).

2. Non desiderare la donna d’altri significa anche non ridurre qualunque persona da soggetto a oggetto. Gesù ha detto: “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,28). Chi la guarda con concupiscenza la spersonalizza nel proprio cuore.
Questa riduzione da soggetto cui dedicarsi a oggetto di libidine, che può essere compiuta da chiunque, oggi trova una sua espressione particolare nell’uso della pornografia (per pornografia intendo anche porno-televisione e porno- internet, porno-messaggi…
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che la pornografia “consiste nel sottrarre all’intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l’atto coniugale, dono intimo degli sposi l’uno all’altro. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l’uno diventa per l’altro l’oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell’illusione di un mondo irreale. È una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici” (CCC 2354).
Giovanni Paolo II aveva detto che questo peccato può essere attuato anche all’interno del matrimonio, quando un coniuge desidera l’altro solo come strumento per soddisfare la propria libidine.

3. Nel versante positivo il nono comandamento chiede di coltivare la purezza interiore: dei pensieri, degli sguardi, delle fantasie.

Ti ringrazio del ricordo nella preghiera del Rosario, che ben volentieri ricambio.
Ti benedico.
Padre Angelo