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Quesito

caro Padre,
chiedo se gentilmente potrebbe darmi qualche informazione in piu’ sulla psicoanalisi e su Freud, dal momento che alcuni sacerdoti che conosco e alcune fonti a cui ho attinto, criticano profondamente lui e le sue tesi, mentre alcuni professori a scuola tra cui anche la prof. di religione lo apprezza, definendolo un grande.
Indicandole dei link a cui ho attinto su Freud e sulla psicoanalisi, le chiedo di testare la veridicità di ciò che vi e’ scritto, esprimendo le sue considerazioni in merito, in modo che io comprenda chi era veramente Freud e cosa tratta veramente la psicoanalisi, ma sopratutto chiedo a lei se è in contrasto con il cristianesimo o meno.
Ringraziandola anticipatamente per la risposta, le porgo i miei più cari saluti.
Pace e gioia,
Teo.


Risposta del sacerdote

Caro Teo,
rispondo in maniera succinta a una domanda così ampia, che richiederebbe maggiori approfondimenti.
Quel poco che posso dirti è questo: delle teorie di Freud non si può fare d’ogni erba un fascio.

1. Certamente nel suo pensiero vi sono tante affermazioni sbagliate.
Tra queste quella che vede nella pulsione sessuale il motivo più profondo di ogni azione umana.
Questa tesi è stata bollata da Pio XII con il termine di “pansessualismo” (il link cui mi hai rinviato vi allude)
Anche Giovanni Paolo II, quand’era ancora a Cracovia e insegnante all’Università di Lublino, aveva biasimato la teoria di Freud, secondo il quale la voluttà o piacere sarebbe “il fine primario della tendenza sessuale, persino di tutta la vita istintiva dell’uomo, un fine per sé. La trasmissione della vita, la procreazione, secondo questa concezione, è solo un fine secondario, un fine “per accidens” (Karol Wojtyla, Amore e responsabilità, pp. 51-52).
E dice che quando una persona viene considerata solo in vista del piacere che procura e cioè in termini strumentali e utilitaristici “la morale cattolica protesta in nome dei propri principi personalistici: non ci si può lasciar guidare solo dal calcolo del piacere là dove entra in gioco l’atteggiamento nei confronti della persona; la persona non può in alcun caso essere oggetto di godimento. Qui esattamente sta il nocciolo del conflitto” (Ib. p. 55).

2. Tra le scoperte di valore attuate da Freud sono da ricordare le seguenti:
1) l’aver chiaramente evidenziato quel meccanismo della rimozione che impedisce il pervenire alla coscienza di importanti componenti pulsionali e conflittuali interne;
2) l’aver chiarito che le energie dell’inconscio sono dinamiche e non statiche;
3) l’aver affermato l’esistenza di una evoluzione e maturazione psichica che avviene in varie fasi.

3. Sulla psicanalisi ti trascrivo una lucida sintesi di B. Mondin:
“La psicanalisi, scienza fondata verso la fine del secolo XIX da S. Freud e sviluppata secondo svariati indirizzi nei secolo XX, si propone un doppio obbiettivo: teoretico e pratico.
In sede teoretica studia la dimensione del profondo della psiche umana, la dimensione dell’inconscio o del subconscio, quale componente principale della persona e come principio primo del suo agire e pertanto di tutti i suoi comportamenti (sia sani sia malati).
In sede pratica vuoi essere una terapia efficace per la cura delle nevrosi e delle altre forme di malattie mentali.
Dall’analisi freudiana dell’inconscio che poneva alla sorgente di tutte le pulsioni psichiche la libido, ossia l’istinto sessuale, e conseguentemente interpretava le nevrosi come repressioni e frustrazioni della libido, si sono dissociati sin dall’inizio A. Adler e C. Jung.
Il primo afferma che l’elemento base della psiche umana non è l’istinto sessuale ma l’istinto dell’autorealizzazione, e pertanto l’ambizione di riuscire nella vita.
Il secondo ritiene che l’inconscio che sta alla base della vita psichica individuale non sia dovuto ad alcuna forma di istinto ma al patrimonio di idee e di sentimenti che si ereditano dal passato: la psiche – afferma Jung – affonda le sue radici nell’inconscio collettivo.
Interpretazioni nuove dell’inconscio sono state proposte successivamente da J. Hillmann, P. Ricoeur, E. Fromm, e sulla strada aperta da Freud si colloca anche l’analisi transazionale del nord-americano H. Berna.
Basata fondamentalmente sulla dinamica di gruppo, a differenza dell’orientamento freudiano ortodosso, che ha come obiettivo il controllo razionale del conflitto inconscio e l’adattamento del soggetto a convivere con il suo problema, l’analisi transazionale punta sulla convinzione che il soggetto può decidere di innescare un vero e proprio processo di trasformazione, può ridecidere la qualità della sua esistenza. Questa prospettiva del cambiamento e del superamento dell’automatismo ha fatto sì che l’analisi transazionale potesse trovare utili campi di applicazione sia in campo pedagogico sia in campo teologico, e di orientamento protestante e di orientamento cattolico.
Gli errori più gravi in cui incorrono la maggior parte degli psicanalisti sono due:
1) sopravvalutazione della psicanalisi tanto da trasformarla in una spiegazione generale della realtà e così si abbandona il terreno scientifico e si invade quello filosofico;
2) sopravvalutazione del ruolo dell’inconscio facendone il motore principale della vita umana e privando di conseguenza quest’ultima di quello che le è più proprio: l’autocoscienza, l’autodeterminazione, la ragione e la libertà” (B. Mondin, Dizionario enciclopedico di filosofia teologia e morale).

Ecco quanto può essere utile per un ragazzo come te, che frequenti le scuole superiori.
Ti saluto, ti ricordo fraternamente al Signore e ti benedico.
Padre Angelo