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Quesito

Caro Padre Angelo,
le chiedo tre piccoli quesiti che spero saprà spiegarmi.

1. I figli di Dio sono solo i cattolici?
2. Gli atei o comunque i non credenti anche di altre religioni, commettono già un peccato grave?
3. I cattolici avranno più grandezza degli altri uomini nella vita eterna?
Grazie


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. figli di Dio sono tutti coloro che hanno accolto la vita santa di Dio dentro sé mediante la grazia.
San Giovanni è chiaro: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12).
Questa grazia normalmente viene data col Battesimo, che costituisce una nuova nascita: la nascita alla vita di Dio.
Ma Dio comunica la sua grazia anche al di fuori dei sacramenti, attraverso vie misteriose che Lui solo conosce. La comunica pertanto anche ai non cristiani che in quel momento diventano di fatto figli di Dio.
Prima lo erano solo in potenza.

2. Giovanni Paolo II, nel messaggio natalizio Urbi et Orbi del 25.12.1989, si è chiesto: “Quanti non L’hanno accolto? Quanti non L’accolgono? Quanti sanno di Lui? Quanti non sanno? Vorremmo calcolare con le statistiche umane, ma quanto lontano giunge questa potenza che è in Lui: Nato- Crocifisso – Risorto. Vorremmo sapere umanamente, quanti sono diventati, in Lui e per Lui, figli di Dio – figli nel Figlio.
Ma i metri umani non possono misurare il mistero di Dio. Non possono misurare il Dono della Nascita di Dio, la quale è presente nella storia dell’uomo e nella storia del mondo, la quale opera nelle anime umane mediante la potenza dello Spirito che dà la Vita”.

3. Circa la seconda domanda gli atei e comunque i non credenti sebbene nati e cresciuti in altre religioni, stando a quello che dice San Paolo, sono senza scusa: “Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata” (Rm 1,20-21).
Pertanto da un punto di vista oggettivo, le cose stanno così.
Ma il segreto delle coscienze lo conosce solo Dio. La colpevolezza soggettiva dei singoli, se c’è, la vede solo Dio.
Sicché dobbiamo astenerci dal dire che determinate persone sono in stato di  peccato mortale.

4. Per la terza domanda: “I cattolici avranno più grandezza degli altri uomini nella vita eterna”?
La grandezza nella vita eterna non dipende dalle appartenenze, ma dal merito e dalla quantità di grazia raggiunta.
Per questo è possibile che è cattolico sia all’inferno perché è morto in stato di peccato grave e che un non cattolico o un non cristiano, avendo raggiunto un grado molto alto di santità, abbia in Cielo un posto più elevato di altri.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo