Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Sia lodato Gesù Cristo.
Sono Elena e Le scrivo perché io e il mio fidanzato abbiamo bisogno di “luce”. Tra poco sono tre anni che ci amiamo e siamo in attesa di poterci sposare.
Siamo fedeli al Signore nella castità prematrimoniale, ma abbiamo alcuni dubbi. Capita a volte che ci siano delle carezze tra noi e anche dei baci molto coinvolgenti.
Ho appreso da alcune Sue risposte ad altri fidanzati che questo tempo è quello della conoscenza e non deve essere coinvolta la genitalità.
Quando può NON essere coinvolta con delle carezze e dei baci profondi? O non esiste questa possibilità secondo il Magistero della Chiesa? Può dirmi per cortesia in quali documenti possiamo trovare il pensiero della Chiesa riguardo a questo argomento specifico?
Noi, con la Grazia di Dio, desideriamo ascoltare Gesù e vivere santamente questo tempo e tutta la vita.
Ringraziamo il Signore che ci prende per mano e ci nutre.
In Cristo, Elena e Mario
Risposta del sacerdote
Carissimi Elena e Mario,
1. intanto mi compiaccio con la vostra buona volontà di tenere il Signore come Maestro anche nella vita affettiva.
“Tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Col 1,16). Così dice san Paolo.
Gesù deve essere il punto di partenza e il punto di arrivo anche della vita affettiva, il cui obiettivo ultimo è la santità.
Questo obiettivo non bisogna dimenticarlo.
2. Oggi si tende a considerare la vita affettiva fine a se stessa. Per questo non si capisce la legge di Dio e la si vede solo come proibitiva.
Diventa fatale che Dio venga considerato come nemico dell’amore umano, come uno che mette dei paletti di divieto e basta.
In realtà è Lui che ha dotato gli uomini di sessualità e nessuno ci tiene quanto Lui che la vita affettiva diventi sempre più forte e sempre più bella.
Infine ha voluto che la vita affettiva fosse un segno, un richiamo e uno strumento per vivere un’altra sponsalità, un’altra intimità, che sazia definitivamente il cuore dell’uomo: la sponsalità e l’intimità con Lui.
In altre parole: l’obiettivo ultimo della vita affettiva è la santità.
3. Se non si tiene presente questo obiettivo, facciamo del moralismo, ci limitiamo a dire che cosa è lecito e che cosa non è lecito.
Ma il confine del lecito e dell’illecito infine si comprende bene quando si esamina tutto nella prospettiva del fine: la santità, l’essere all’unisono con i sentimento di Gesù Cristo.
Mi pareva doverosa questa premessa.
4. Venendo adesso alla tue domande specifiche.
Mi chiedi: Quando la genitalità può NON essere coinvolta con delle carezze e dei baci profondi?
La risposta è semplice: fuori del matrimonio mai, perché l’esercizio della genitalità ha un suo significato ben preciso: la donazione totale e irrevocabile di se stessi al proprio coniuge. E questa donazione è totale quando comprende anche la donazione della vita, la procreazione.
5. Mi chiedi anche in quali documenti il magistero della Chiesa ne parla.
Mi permetto di ricordare solo alcuni testi.
– “Ora, secondo la tradizione cristiana e la dottrina della Chiesa, e come riconosce anche la retta ragione, l’ordine morale della sessualità comporta per la vita umana valori così alti che ogni violazione diretta in quest’ordine è oggettivamente grave” (Congregazione per la dottrina della fede, Persona Humana l0).
Per violazione diretta s’intende un uso della genitalità che è al di fuori del progetto di Dio.
Questo progetto divino è stato illustrato da Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae dove ricorda l’unione indissolubile della finalità unitiva e della finalità procreativa.
Nel n. 14: “è altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione dei figli”.
– Nel documento Orientamenti educativi sull’amore umano (1983) della Congregazione per l’educazione cattolica, al n 5 si legge:
“La genitalità, orientata alla procreazione, è l’espressione massima, sul piano fisico, della comunione d’amore dei coniugi.
Avulsa da questo contesto di reciproco dono-realtà che il cristiano vive sostenuto e arricchito in modo particolare dalla grazia di Dio – essa perde il suo significato, cede all’egoismo del singolo ed è un disordine morale”.
Il Catechismo della Chiesa cattolica: “I fidanzati sono chiamati a vivere la castità (la purezza dell’amore) nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l’un l’altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell’amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità” (CCC 2350).
Vi faccio tanti auguri per il vostro cammino e per il vostro prossimo matrimonio.
Vi prometto un ricordo al Signore e vi benedico.
Padre Angelo