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Quesito

Caro Padre Angelo,
le confido che ormai ho deciso di essere carmelitana.
Discorrendo con la Priora del Monastero, sono venuta a sapere che sarà concesso ai miei amici visitarmi una volta all’anno.
Sapevo da sempre che si trattava di una vocazione di clausura, ma è solo sentendomene parlare in termini così concreti che ho realizzato di cosa si tratta e questo, come avrà capito, mi spaventa molto. La Madre ha cercato di spiegarmi che in realtà si tratta di un distacco fecondo, che è un modo per concentrarsi di più ma che alla fine ci fa ritrovare gli altri nella preghiera.
Insomma, con la testa, concettualmente, mi accorgo di quanto questa rinuncia sia importante e intuisco pure che possa portare frutto, ma ciò non toglie che, fatta di carne, la mia paura rimanga e temo non scomparirà tanto facilmente. Del resto, mi sembra che appartenga proprio alla mia persona la necessità di raccontare agli altri della mia esperienza con Dio, nonché la capacità di parlare agli altri del Creatore, di intavolare il discorso… Finora ho fatto tanto apostolato in questo modo; parlare di Lui, discorrere con i miei amici, per l’appunto, di Dio è una cosa che mi dà buonumore.
Perché lasciare che tutto questo si spenga, avendo conquistato tanti cuori finora in questo modo? Perché privarmi di questi bei momenti?
Scusi, mi sento turbata.
Grazie in anticipo per le sue considerazioni.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. la Madre ha fatto bene a metterti dinanzi che cosa richieda la vita di una carmelitana: è il sacrificio di sé unito a quello dello Sposo per generare anime a Dio.

2. Mi scrivi: “Finora ho fatto tanto apostolato in questo modo; parlare di Lui, discorrere con i miei amici, per l’appunto, di Dio è una cosa che mi dà buonumore.
Perché lasciare che tutto questo si spenga, avendo conquistato tanti cuori finora in questo modo? Perché privarmi di questi bei momenti?”.
Anche le carmelitane fanno apostolato, ma lo fanno in altro modo, con un sacrificio ancora più grande.

3. Mi dici che parlare di Dio ti rende di buon umore.
È veramente così.
Santa Caterina da Siena che era continuamente stremata e senza forze, ma quando parlava di Dio si sentiva rinvigorire. Ed è un’esperienza comune e davvero sorprendente!

4. Le carmelitane si privano anche di questi bei momenti sapendo che questo sacrificio è ancor più meritorio e più proficuo per se stessi e per la Chiesa intera.
Non tutti sono obbligati ad essere carmelitani, ma le carmelitane partono come Abramo, lasciando dietro la terra in cui prima avevano abitato.
San Giovanni della croce, il grande dottore mistico carmelitano, diceva che “il vero amore consiste nello spogliarsi di tutto ciò che non è Dio” (Salita al monte Carmelo, 2, 5, 7).

5. Diceva anche che “è più prezioso al cospetto del Signore e dell’anima e di maggior profitto per la Chiesa un briciolo di puro amore che tutte le altre opere insieme, quantunque sembri che l’anima non faccia niente.
Per questo Maria Maddalena, sebbene con la sua predicazione facesse molto bene e fosse per farne molto di più in seguito, desiderosa di fare cosa gradita al suo Sposo e utile alla Chiesa si nascose trent’anni nel deserto onde dedicarsi davvero a quest’amore, sembrandole che ad ogni modo avrebbe guadagnato molto di più in questa maniera, poiché un pò di questo amore arreca grandi vantaggi e ne porta molti alla Chiesa.

Quelli dunque che sono molto attivi e che pensano di abbracciare il mondo con le loro prediche e con le loro opere esteriori ricordino che sarebbero di maggior profitto per la Chiesa e molto più accetti a Do, senza parlare del buon esempio che darebbero, se spendessero almeno la metà del tempo nello starsene con Lui in orazione, anche se non fossero giunti ad un gradi orazione molto alta. Certamente allora con minor fatica otterrebbero più con un’opera che con mille per il merito della loro orazione e per le forze spirituali acquistate in essa, altrimenti tutto si ridurrà a dare vanamente colpi di martello e a fare poco più che niente, talvolta anzi niente e anche danno. Dio non voglia che il sale diventi insipido, poiché allora quantunque sembri che produca all’esterno qualche effetto buono, di fatto non fa niente, essendo certo che le buone opere non si possono fare se non in virtù di Dio” (Cantico spirituale B, 29, 2).
Santa Teresina del Bambin Gesù lo teneva bene a mente quando scriveva: “Gesù mio, ti amo, amo la Chiesa mia Madre, mi ricordo che "il minimo moto di amor puro le è più utile che non tutte le altre opere riunite insieme"” (Storia di un’anima, 259).

6. Ti incoraggio dunque a compiere anche quest’atto, per mezzo del quale volerai in alto e farai nello stesso tempo un bene immenso senza ricevere per ora la ricompensa o la gratificazione per quello che fai.
Sono certo che leggendo queste righe sentirai nuovamente in te il desiderio di donare tutto, di dare molta gloria a Dio e di essere utilissima per molti.
Ricordati anche di me quando rinnoverai questo atto.
Lo faccio a mia volta per te e per la tua buona riuscita al Carmelo.

Ti assicuro la mia preghiera e la mia benedizione.
Padre Angelo