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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono una ragazza cattolica e catechista. E’ un periodo un po’ confuso della mia vita, cercherò di spiegarmi come posso.
Circa un mese fa ho cominciato la mia prima storia con un ragazzo; lui non è religioso, ma mi ha assicurato che rispetterà i miei tempi riguardo alla mia visione dell’amore e delle effusioni di natura coniugale. C’è da dire che anche lui è inesperto da quel punto di vista, ma solo perché gli è mancata l’opportunità (dice).
Il problema è che io sto cominciando a sentirmi inadeguata… il panorama attorno a me non è roseo, anche tra i conoscenti “di chiesa”, e spesso leggo o sento di gente che pensa che non fare certe cose alla mia età sia sintomo di anormalità… questa cosa me l’ha detta anche un mio carissimo amico, ex-cattolico purtroppo, a cui però voglio molto bene e che stimo. Recentemente abbiamo avuto un dialogo interessante, che le riporto.

Io gli ho proposto il mio punto di vista, argomentandolo con motivi che a me paiono ragionevoli: possibilità di procreazione irresponsabile, snaturamento dell’atto tramite metodi contraccettivi artificiali, il fatto che l’atto coniugale sia espressione della donazione più grande tra uomo e donna, che debbono quindi appartenersi definitivamente.
Lui però passa davanti a tutto questo, sostenendo che il piacere va colto quando se ne ha l’occasione e che sia dannoso (appunto) astenersi dal “sesso” perché porta alla frustrazione.
Io ho sostenuto che se non si dà modo alla tentazione di infiltrarsi nella mente (i famosi “peccati di pensiero”), poi è più facile resisterle, e questo vale anche per la morale sessuale; ma lui sembra non trovare niente di male nel “desiderare la donna d’altri” anche traendone piacere fisico (poiché “non si fa del male a nessuno”), anche se gli ho evidenziato come tale desiderio insoddisfatto alla lunga porti solo insoddisfazione e dolore a se stessi.
Alla fine nessuno dei due si è smosso dalla sua posizione, ma mi è entrato dentro un senso di inquietudine…

Talvolta rimango turbata…
So che sono paure stupide, ma è un periodo strano in cui mi sento assai disorientata, tra università e problemi vari… vorrei rispettare i principi in cui credo e essere anche d’esempio ai miei ragazzi, ma il mondo mi urla di lasciar perdere, che tanto fanno tutti così…
Può consigliarmi qualche modo per tornare in pace con me stessa?
Grazie mille


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. siete su due mondi completamente diversi.
Tu sei nel mondo dell’amore vero, che ha ideali alti per la vita presente e per quella futura.
Lui invece è nel mondo del piacere egoistico e infantile.
Tu sei nel mondo dell’amore puro, capace di incantare e di diventare sempre più bello e affascinante, lui invece è nel mondo della lussuria.

2. Con un ragazzo con le idee che tu mi hai riportato non si può costruire niente. Si può al massimo vivere qualche esperienza di lussuria momentanea, ma nulla di più.
Per lui la sessualità è semplicemente fonte di piacere. Quello che passa dentro il cuore di una persona non gli interessa.
Non sa che cosa sia la condivisione degli ideali, che cosa significhi vivere con un’altra persona, anzi per un’altra persona.
Perché il matrimonio è proprio questo: la volontà di vivere sempre l’uno con l’altro, anzi l’uno per altro. E con un amore che non si chiude egoisticamente tra i due, ma che si apre a vivere con altre persone e per altre persone: quelle dei figli e dei figli dei figli.
Sono proprio queste altre persone (i figli) che vengono a dare un nuovo respiro e un nuovo orizzonte al proprio amore.

3. Un noto teologo ha detto che “la lussuria aliena colui che ne cade vittima, rendendolo prigioniero del suo narcisismo”.
Mi pare la fotografia del ragazzo di cui mi hai parlato.

4. Un altro teologo ha scritto: “La lussuria è cupidigia, rovesciamento dell’amore remissivo che sa rinunciare per amore degli altri, trasformato in una speculazione arida e preoccupata del proprio piacere e del proprio vantaggio. Poco importa che tale cupidigia si nutra di un egoismo a due, entro o fuori dell’ambito matrimoniale, o si esaurisca nel godimento, normale o pervertito, con l’altro o il proprio sesso o, ancora, solitariamente”.
Anche questa sembra la fotografia del ragazzo in questione.

5. Non rimanere turbata dalle idee e dal comportamento della gente che ti sta attorno.
Senti invece la chiamata di Dio a costruire qualcosa di grande e che possa essere di esempio per altri: adesso per altre persone; un domani per i tuoi figli.
Vediamo tutti in quale direzione portino certe premesse: lo sfascio della vita di coppia, l’insoddisfazione, e quel che è peggio l’infelicità data ai figli, privati della presenza simultanea dei loro genitori.
Senza dire di un’altra direzione, della quale non si vuole parlare, ma che è pure una tragica possibilità: l’inferno.
A questa possibilità vi si giunge anche se non vi si crede.

6. A questo proposito, domenica scorsa (seconda domenica di avvento) abbiamo sentito la predicazione dura e tagliente di Giovanni il Battista.
Metto tra parentesi e in corsivo alcune mie spiegazioni del testo: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione (penitenza), e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre (e cioè che sia sufficiente avere la fede). Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco (questa scure forse è posta anche alle radici della vita di questo ragazzo che si trova così prossimo a perdersi per sempre). Io vi battezzo con acqua per la conversione (penitenza); ma colui che viene dopo di me è più potente di me… Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile (andando all’inferno)” (Mt 3,7-12).
Credo che sia doveroso fare anche queste considerazioni.
Dobbiamo vivere il tempo presente sapendo che stiamo preparando la nostra eternità: nel bene o nel male. Stiamo preparando il Paradiso o l’inferno.

7. Ti suggerisco di pregare molto per quel ragazzo e di fare dei sacrifici per lui. Il Signore ha detto che certa specie di demoni si scaccia solo con la preghiera e con il digiuno (Mt 17,21).

Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo