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Quesito
Rev.do padre Angelo,
mi rivolgo a lei perché ho bisogno di una buona parola.
Sono una giovane suora, e mi trovo ad affrontare questo problema: in comunità ho una consorella più giovane di me di qualche anno, di voti perpetui, che sembra ormai decisa ad andarsene, a lasciare questa via perché – lei dice – ora ha capito che non è questa la strada sulla quale Dio l’ha chiamata.
Dentro di lei sembra proprio non esserci più la volontà di continuare su questa strada. (…).
La cosa che mi sconcerta è che conosco molto bene questa sorella (che ho sempre ritenuto molto più innamorata di Dio rispetto a me), e le assicuro che mai e poi mai mi sarei aspettata di sentire da lei frasi del tipo: “io capisco tutte le cose che mi hai detto, le so anch’io, so che è questa la verità. Ma io non ce la faccio. Io so cosa ha fatto Dio per me, so quanto mi ama, e anch’io amo Dio. So che chi dà scandalo è meglio che si metta una macina al collo… ma io sono egoista, e se voglio una vita «a due» cosa ci posso fare?”.
E ancora: “voi date per scontato che la mia strada è questa, e perché non potrebbe essere un’altra?”. E queste parole mi hanno addolorata e fatta arrabbiare, perché questa sorella non è entrata in convento da bambina.
Arrivo al punto, rev.do padre. Sto da mesi pregando e offrendo per questa sorella, ma vedo solo peggioramenti e un incaponirsi sulla sua posizione, senza più desiderio di lottare. Qualche giorno fa, durante la mia giornata di ritiro, ho letto queste parole del Vangelo: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri COME IO vi ho amato. Nessuno ha un amore più grande di questo: DARE LA VITA per i suoi amici”. Ho pensato che Cristo mi ha amata morendo per me, e Lui mi chiede di amare COME LUI. E dice che nessuno ha un amore più grande di quello che ha chi dà la vita per qualcuno. Io non voglio amare meno, ma amare di più, credo che il Signore mi abbia chiamata a questo. E se non esiste amore più grande di chi dà la vita, è questo l’amore che io voglio avere. Allora, proprio durante il mio ritiro mensile, ho fatto la mia offerta a Dio: ho offerto la mia vita al Signore per la salvezza della vocazione religiosa di questa mia consorella, con tutto ciò che questa offerta può comportare. Ogni giorno rinnovo questa offerta, e se da un lato mi spaventa un po’ – umanamente parlando – quello che può chiedermi il Signore, dall’altro ripenso a quella frase del Vangelo che ho scritto prima e allora subito rinnovo con gioia questa offerta, perché davvero è quello che voglio. Questa offerta mi aiuta anche a vivere la giornata come se fosse l’ultima della mia vita, perché se Dio accettasse questa offerta, potrei anche morire di qui a pochi mesi o a un anno. (…).
Ma, rev.do padre, la mia domanda è questa: pecco forse di presunzione? Sono un’ipocrita? Sto forse tentando Dio? So che molte persone hanno donato la vita per qualcuno, un esempio è la beata Laura Vicuna, che ha donato la vita per la salvezza della mamma. Posso sperare che Dio accolga questa mia offerta, fatta (e ogni giorno rinnovata) davvero col cuore? Le chiedo una risposta, perché non ho voluto parlare a nessuno di questa offerta, che rimane tra me, lei e Dio. E le chiedo anche una preghiera per questa consorella, che lo Spirito Santo la illumini…
La ringrazio infinitamente e prego per lei e il suo ministero.
Risposta del sacerdote
Carissima sorella in Cristo,
1. purtroppo solo oggi sono giunto alle email del ….
Forse nel frattempo sono succeduti molti eventi.
Da un punto di vista umano, se non ci sono stati dei miracoli, la situazione della consorella di cui mi ha parlato si sarà ulteriormente logorata.
2. Il suo (della consorella) giudizio è ormai guastato. Dalle poche parole che mi ha riferito mi pare di poter dire che ormai non vive più la sua vita di consacrazione.
Anche nel caso fosse ancora dentro la comunità, con la mente è fuori.
Eppure con i voti perpetui non ci dovevano essere dubbi sulla vocazione né da parte vostra né da parte sua.
3. Il problema è che anche con i voti perpetui la vocazione va continuamente ravvivata e consolidata, come ricorda la Sacra Scrittura: “Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai!” (1 Pt 1,10).
Il minimo che si possa dire è che la sua consorella non ha reso sempre più sicura la sua vocazione.
Forse noi religiosi dopo i voti perpetui o solenni diamo per scontata la perseveranza nella vocazione.
Mentre il nostro avversario sa bene che possiamo essere insidiati e sconfitti proprio mentre non ce l’aspettiamo.
4. Ma vengo a lei.
Certamente l’offerta della sua vita per questa suora è cosa gradita al Signore, indipendentemente dall’esito della crisi attuale.
Tuttavia non possiamo essere certi che l’offerta della nostra vita, anche qualora sia accolta dal Signore, produca gli effetti da noi sperati.
Perché la volontà dei singoli può resistere all’azione della grazia e della misericordia.
Forse in Giuda non vi fu una resistenza all’offerta, al sacrificio che Gesù stesso stava consumando anche per lui?
5. Pertanto io la incoraggio a rinnovare l’offerta di se stessa morendo quotidianamente alla sua volontà perché si compia la volontà di Dio.
Ma stia certa che, se questa consorella non accogliesse la grazia del Signore, al suo posto vi sono molte altre anime in crisi come lei che si dispongono a riceverla giorno dopo giorno.
E quando vi troverete in Paradiso le verranno incontro ringraziandola per quanto ha fatto in incognito per loro.
6. La esorto dunque a rinnovare questo atto di amore totale. È il senso della nostra vita religiosa.
Può darsi che il Signore voglia da Lei un’immolazione che si prolunga e si moltiplica per molti anni, a beneficio di un numero ancor più ampio.
Non c’è solo la morte fisica che compie la nostra immolazione.
C’è anche la morte spirituale, quella per la quale il Signore ha detto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23).
La ringrazio di cuore per la preghiera che mi ha promesso.
Sono certo di poter fruire anch’io dei benefici della sua immolazione.
Da parte mia la ricordo nella preghiera e questa sera la porterò con me all’altare insieme con la sua consorella.
La benedico.
Padre Angelo