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Quesito

Carissimo Padre Angelo
Mi chiamo …, sono un ragazzo di 20 anni e mi sono convertito al Cattolicesimo da circa 4 anni.
La mia è stata una conversione emblematica: sono nato in una famiglia di atei-anticlericali incalliti e tenaci, un ambiente (come potrà certamente intuire) totalmente ostile alla nostra Fede, eppure in me è successo qualcosa…qualcosa che non riesco a comprendere e che mi mette in "crisi": la mia conversione, graduale, ma allo stesso tempo improvvisa e inaspettata.
Attraverso le Sacre Scritture e la Teologia Cattolica ho trovato quel "senso" che un tempo cercavo e che adesso chiamo "Signore", ma la felicità e la pienezza scaturita da questo incontro con Dio mi ha messo in una situazione particolarmente scomoda davanti a mia madre, mio padre e a tutti i miei parenti. Vengo spesso ridicolizzato, insultato e schernito e questo non può che generare in me una profonda tristezza. Alcune volte, il gran dolore causato dalle ripetute offese a Nostro Signore mi ha spinto a chiudermi in camera per piangere di nascosto, facendomi sentire una vera nullità. Le confesso anche che raramente vado a messa (e ancora mi devo confessare) a causa di tutti gli sguardi e di tutti i commenti che ogni volta devo subirmi.
Anche gli amici e l’ambiente che frequento è pervaso da un astio profondo e da un’ostilità viscerale nei confronti del Signore e della Sua Chiesa, vengo ridicolizzato anche da loro, preso in giro e tutti sembrano considerarmi una sorta di "alieno"…spesso vengo attaccato duramente (molto duramente) da chi mi circonda perchè difendo la Chiesa, il Papa e Dio.
In questa situazione di disagio profondo è nato in me un sentimento di affetto e di ammirazione, una devozione profonda nei confronti di San Michele Arcangelo e non le nascondo che in tantissime occasioni rivolgermi a lui mi ha spronato a non cedere davanti alle avversità e mi ha insegnato a vivere la Fede come una battaglia continua (anzi, una guerra vera e propria), contro il peccato, contro me stesso, contro satana e contro il mondo.
Recentemente la situazione è peggiorata, mi sono infatti innamorato di una bellissima ragazza (che per giunta è anche mia amica) ma lei mi ha rifiutato. Questo mi ha mortificato nel profondo e ho passato momenti di vera depressione nei quali sono stato tentato al suicidio e all’autolesionismo, ma il tutto è rimasto relegato nei miei pensieri e non si è mai tradotto in un’azione concreta.
Ora sto leggermente meglio ma la tristezza mi prende spesso e volentieri e in quei momenti l’unico rifugio, l’unica cosa in grado di alleviare (o addirittura di far scomparire) questo dolore costante che provo è la Coroncina della Divina Misericordia (che ormai recito ogni sera prima di addormentarmi).
Per concludere le dico che non pretendo di vivere una vita perfetta, felice e spensierata, ma vorrei che Lei mi spiegasse in che modo posso rendere gloria al Signore offrendo questa mia sofferenza a Lui (specialmente alla luce della Quaresima), affinché sia unita al Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo.
Le chiedo umilmente perdono per il tempo che le ho sottratto con questa mail e confido in una sua risposta.
(Se ritiene giusto pubblicare il tutto sul vostro sito – del quale mi complimento – la prego di non riportare il mio nome, per il resto mi affido al suo giudizio)
La saluto calorosamente e la ricordo nella preghiera.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la tua conversione è per alcuni aspetti simile a quella del noto scrittore André Frossard, il quale ha descritto la genesi della propria fede in un libro che a suo tempo andò a ruba: “Dio esiste, io l’ho incontrato”.
Questo scrittore disse che era stato educato nel più rigido ateismo.
Entrato una volta in Chiesa perché doveva sollecitare un amico che vi era entrato e non usciva più, rimase scosso. Sentì che dal suo cuore veniva come all’improvviso ribaltato il masso che gli impediva di credere.
Cominciò a incontrare Cristo nei sacramenti, a dedicarsi alla preghiera, a ciò che sentiva come vero nutrimento della sua vita.
I suoi non potevano capire quello che gli era successo e dopo averlo tormentato in varie maniere perché desistesse, gli misero alle calcagna uno psicologo perché decifrasse la malattia da cui il loro figlio sarebbe stato colpito.
Dopo un po’ di tempo chiesero allo psicologo il responso. E questi disse: “Vostro figlio è sano. Ma quella che voi chiamate malattia, i cristiani la chiamano grazia”.

2. Mi dici che dai tuoi vieni “ridicolizzato, insultato e schernito”.
Anche per si ripete la stessa cosa.
Ma penso che tante volte avrai sentito risuonare dentro di te le parole di Gesù: “Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo” (Lc 6,22).
E forse anche quelle di san Pietro: “Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi” (1 Pt 3,14).
Avrai sentito che in quel momento non eri solo, che Cristo non ti abbandonava.

3. Questi sono i momenti più preziosi della tua vita, perché permetti a Cristo di continuare nella tua carne la sua passione per la vita del mondo.
Ma ecco quello che ti dice Gesù: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele” (Lc 22,28-30).

4. Vieni “ridicolizzato”. Forse ti prendono per matto, ma è pazzia vivere e combattere per il nulla!
Penso a Santa Teresina del Bambin Gesù che scrive: “Che gioia soffrire per colui che ci ama fino alla pazzia e passare per pazze agli occhi del mondo! Si giudicano gli altri da se stessi, e poiché il mondo è insensato, pensa naturalmente che gli insensati siamo noi!…” (Lettere, 148).

5. Per giunta, mentre speravi di essere consolato da una tua carissima amica, ne sei stato invece respinto.
Tuttavia penso che si possano applicare anche a te le parole scritte da Sant’Ambrogio: “Il giusto (colui che vive in grazia) non è mai solo, anche quando è solo, perché è sempre con Dio.
Non è mai solitario, perché non è mai separato da Cristo.
Non è mai inattivo, perché non è mai senza merito.
E il merito è l’anima e il coronamento d’ogni azione” (De officiis ministrorum, III, 1-7).
Queste parole meritano di esse soppesate una ad una!
Sono l’esperienza più bella di molti cristiani.

6. Mi dici che attraverso le Sacre Scritture e la Teologia Cattolica hai trovato quel "senso" che un tempo cercavi e che adesso chiami "Signore".
Oh sì, le Sacre Scritture sono proprio questo: sono il cielo coperto di nubi, come le chiamava Sant’Agostino, che attende la nostra insistente richiesta per riversare in noi la pioggia della verità, affinché diamo abbondanti frutti e riceviamo il nutrimento della spirituale letizia (Enarratio in psalmos, 146,15).
Anzi, sempre secondo Sant’Agostino, sono il cuore di Cristo perché racchiudono i suoi intimi divini pensieri, un cuore che si apre alla mente nel fervore della meditazione (Epistula 140,14.36).
Ti immagino così: a contatto con Cristo mediante le Scritture, con Cristo che ti illumina, che ti orienta e che nello stesso tempo plasma la tua vita, conformandola alla sua.

7. Purtroppo in questo tempo ti manca ancora il contatto con Cristo mediante i sacramenti: la confessione anzitutto.
Sono convinto che il Signore già da tempo attraverso le varie purificazioni stia abitando dentro di te.
Ma la grazia che ti verrà data nella prima confessione che farai sarà simile ad una autentica risurrezione, ad una liberazione.
Sentirai che ti sarà tolto tutto il peso dei tuoi peccati.
Penso alla santa Comunione che potrai fare, quando potrai nutriti di quel Cibo che era stato prefigurato dalla manna dell’Antico Testamento con queste parole: “Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava” (Sap 16,20-21).
Penso al momento in cui chiederai al Signore in questo incontro così prezioso la conversione dei tuoi attuali persecutori.
Forse non ti verrà subito accordata questa grazia, perché il Signore nel frattempo vorrà portarti ad ulteriori perfezionamenti nella vita cristiana.
Ma intanto arriveranno ai tuoi tante grazie che poco per volta li disporranno a ricevere quanto insistentemente viene invocato dal loro figlio nell’incontro più prezioso e più efficace della sua vita.

8. Nel frattempo il Signore ti ha indicato un potentissimo aiuto in San Michele Arcangelo, il principe delle schiere celesti.
Fai bene a rivolgerti a lui “in tantissime occasioni” e a questo vieni sollecitato anche dal fatto che ti sei trovato vittorioso in molte tentazioni e avversità.
Tienilo sempre come tuo fedele compagno di vita.
Anche in morte la Chiesa gli riconiosce il potere di traghettare le anime dei defunti dal Purgatorio alla Luce Santa che Dio ha promesso ad Abramo e alla sua discendenza.

9. Mi chiedi infine come puoi fare per poter “rendere gloria al Signore offrendo questa tua sofferenza a Lui (specialmente alla luce della Quaresima), affinché sia unita al Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo”.
Ti suggerisco quanto ho scritto e consigliato come digiuno quaresimale ad una ragazza (anche lei unica credente e fervorosamente praticante all’interno di una famiglia lontana da Dio) e attraverso di lei ai nostri visitatori proprio il 14 febbraio 2013:
“Ho letto che santa Bernadette Soubirous, quando si trovava a Bartres prima delle apparizioni, era anche umiliata e maltrattata. Non si lamentava mai. Le chiesero come mai non si fosse mai lamentata. Bernadette rispose: “Perché pensavo che quando Dio lo permette non ci si deve lamentare”.?Aveva quasi 14 anni ed era semi-analfabeta, ma che sapienza possedeva questa ragazza! E intanto, mentre non si lamentava, coglieva l’occasione di fare offerta di se stessa e delle proprie azioni al Signore”.
Anche tu fa la stessa cosa.
Nello stesso tempo io da lontano e ogni giorno, al momento dell’offertorio, offrirò sull’altare le tue sofferenze e le angherie che sopporti per il Signore, le unirò alla Passione di Cristo perché diventino forza e risurrezione per tutti.
Nulla viene perduto dunque.
Tutto è così prezioso nella tua vita.

10. E poiché mi dici che in questi frangenti “l’unica cosa in grado di alleviare (o addirittura di far scomparire) questo dolore costante che provi è la Coroncina della Divina Misericordia (che ormai reciti ogni sera prima di addormentarmi)”, ti invito a continuare con questa preghiera, che è potentissima.
Sentiti unito a Cristo che si offre per la vita del mondo.
Non sei solo, anche se apparentemente sembri solo.

Per ora faccio punto qui.
Ti ringrazio moltissimo per la preghiera che mi prometti. È una preghiera preziosa, perché unita alla sofferenza.
Ti assicuro la mia, nel Rosario, nella Coroncina della Divina Misericordia e soprattutto nel ricordo durante la S. Messa.
Ti benedico e ti auguro una fruttuosa quaresima.
A presto.
Padre Angelo