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Quesito

Caro Padre Angelo,
le chiedo alcuni chiarimenti riguardo alla confessione, in particolare con riferimento alla soddisfazione sacramentale.
Nell’ultima confessione il sacerdote non mi ha assegnato alcuna penitenza, non so se intenzionalmente o per dimenticanza. Io mi sono accorto della cosa ma, bloccato dal timore di sembrare un saputello e di essere impertinente, non ho avuto il coraggio di chiedergli l’assegnazione della penitenza. Era la prima volta che mi confessavo da tale sacerdote che, comunque, conosco.
Le chiedo se il fatto di non aver richiesto la penitenza è da parte mia una colpa grave e come posso rimediare a tale situazione. Ho cercato di farlo attraverso una penitenza “volontaria”, non so se è sufficiente.
Sempre per quanto riguarda questo problema, mi capita spesso di ricevere (soprattutto da un sacerdote che è anche un mio confessore abituale) di ricevere delle penitenze per così dire “generiche”. Del tipo “offri come penitenza lo sforzo che fai per non cadere nel peccato” o “cerca di vivere secondo le indicazioni che ti ho dato durante questa confessione”. Da parte mia c’è qualche difficoltà ad attuare questo tipo di penitenza soprattutto perchè non so fino a che punto, in termini di realizzazione e in termini di tempo, posso dire di averla eseguita del tutto. Di solito in questi casi offro al Signore la mia intenzione di realizzare quello che mi è stato detto fino a quando Lui desidera che la penitenza venga eseguita. Tuttavia mi resta qualche dubbio. Per queste volte in cui ho avuto una penitenza generica e non so se, nonostante la volontà di eseguirla, l’ho compiuta del tutto cosa potrei fare? Dovrei chiedere ad altro confessore di cambiarla (visto che il sacerdote, anche se in buonissima fede, non vuole proprio saperne di assegnarmi una penitenza più specifica)? Dovrei confessare questi casi di dubbio di non esecuzione della penitenza? Come fare, in tal caso, visto che non ricordo quante volte questo tipo di penitenza mi è stata assegnata?
Mi scuso per la lunghezza del quesito e attendo una sua, ennesima, cortese risposta.
La ringrazio e le auguro un Santo Natale ed un sereno nuovo anno.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. forse hai fatto bene a non chiedere al sacerdote di fare fino in fondo la sua parte.
Purtroppo oggi alcuni sacerdoti tralasciano di dare la penitenza.
Comportandosi così fanno male perché lasciano “mutilo” il sacramento e privano il penitente di una grazia particolare, perché quanto è imposto per penitenza sacramentale rientra nel sacramento e ha maggiore efficacia (ex opere operato e non solo ex opere operantis).
Da parte tua hai supplito con una penitenza volontaria.
Certamente quest’atto è stato meritorio. Ma alla luce di quanto ti ho detto, è rimasto privo dell’ulteriore efficacia derivante dal sacramento.

2. Per l’altro problema che mi hai sottoposto capisco la tua difficoltà.
Io stesso mi trovo nella tua stessa situazione quando trovandomi fuori sede mi capita di confessarmi da un sacerdote diverso dal quale abitualmente mi confesso.
Ci tengo alla confessione regolare e frequente e per questo, andando in un santuario mi espongo a trovare il primo che capita.
Mi capita dunque talvolta di sentirmi dire più o meno la stessa cosa che mi dici tu.

3. Certo sarebbe meglio che il sacerdote fosse più preciso, in modo tale che il penitente sappia con certezza quando inizia e quando finisce la sua penitenza.
Anche perché il penitente si sente già impegnato a fare quanto il sacerdote gli dice con le sue esortazioni.
Anzi è contento di metterle in pratica.
Quelle parole le riceve come una parola detta dal Signore.

4. Ma se le sue esortazioni diventano la penitenza prescritta è facile trovarsi nella condizione di dover dire nella successiva confessione che non si è fatta bene la penitenza comandata, anzi la si è trasgredita.
Ad esempio: se mi viene detto di mettere maggior attenzione nelle preghiere che dico, purtroppo so già in partenza che andrò di nuovo distratto.
Allora che “soddisfazione” adempio se di fatto compiendola mi aggravio di altre imperfezioni o peccati?

5. Nella Chiesa primitiva la penitenza era ben precisata.
Anche in seguito è stata sempre ben definita.
Oggi, alcuni confessori, forse per incitare al meglio, di fatto mettono il penitente nella condizione di dover accusare nella successiva confessione che non hanno compiuto bene la penitenza precedentemente data.
Meglio dunque sarebbe stare alle norme e dare una “penitenza” circoscritta che si sappia come inizia e quando finisce.

Non potendo ricambiare gli auguri di Natale perché ormai sono passati circa due mesi, non mi rimane che augurarti una fruttuosa quaresima.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo