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Quesito
Ho molto bisogno del suo aiuto.
Ero credente e praticante, formalmente lo sono ancora, ma in realtà non più. Prima mi capitava spesso di essere assalito da dubbi che mettevano in crisi la mia fede, ma riuscivo a superarli, la mia prospettiva era sempre rivolta verso Dio anche perché sono sempre cresciuto come cattolico. Ma da circa 3 mesi mi sono allontanato piano piano e sempre di più da Dio, le volte che ho provato a riavvicinarmi, venivo assalito da paure e dubbi e cattivi pensieri. Così diciamo che da diverso tempo vivo cercando di non pensare a nulla per evitare questi problemi, ma in poche parole non vivendo appieno la vita. È lunga da raccontare tutta questa mia situazione, magari lo farò in seguito. Per ora mi sento vuoto, confuso, senza nessuna certezza su come vivere, senza riuscire più a sentire la differenza tra bene e male.
Mi dispiace tanto essere così lontano da Gesù tanto più adesso che siamo quasi a Natale, sento ancora quell’antico sentimento che ogni tanto mi richiama verso la vita cristiana, ma poi dubito di Dio, della fede, vedo male ciò che è bene e bene ciò che è male. Sento come un’altra voce che mi dice “lascia stare Gesù, è tutto falso, ciò che pensi sia giusto è solo un’illusione, perché devi dipendere da Dio? Sarai più libero nel tuo egoismo”.
I dubbi che avrei da chiarire sono tanti, ma adesso le chiedo solo 4 domande.
1 Perché tutto ciò che esiste non può esistere da sé, ma deve essere stato creato da un unico essere trascendente e divino?
2 Come facciamo a capire che Dio è buono, che è il bene in persona e che tutto il creato è un bene? E che il male dipende solo dal diavolo che è un’entità separata ma inferiore a Dio?
3 Perché dobbiamo obbedire a Dio e servirlo? In poche parole, perché noi non siamo onnipotenti da avere tutto e subito da noi stessi, ma abbiamo dei limiti ed è necessario l’aiuto di Dio? Perché non possiamo fare il bene e ottenere il bene noi da soli senza bisogno di Dio?
4 Qual è la bellezza dell’umiltà, del sacrificio, del servizio, del rinunciare per far contento qualcun’altro?
Chiedo scusa se risulto troppo superbo, non lo sono e non voglio esserlo, ma purtroppo queste domande e questi sentimenti mi assalgono per ora.
Le chiedo scusa per il disturbo e la prego di rispondermi se può prima delle feste Natalizie affinché possa vivere il Natale bene e magari in questi giorni confessarmi.
Le auguro buon Natale e la prego di pregare per me.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. mi auguro che passi in fretta questo momento di crisi nella fede che, l tuo caso non consiste solo nel mettere dei dubbi sulla verità in cui crediamo, ma soprattutto nella lontananza da Gesù.
Questa lontananza ti pesa perché lascia un vuoto incolmabile nel tuo cuore.
Nessuno infatti può penetrare con la sua persona dentro il tuo cuore.
Per quanto gli altri ti stiano vicini e ti comunichino affetto, tuttavia rimangono sempre fuori di te.
È prerogativa esclusiva di Dio penetrare personalmente nel nostro cuore e abitarvi.
Questa presenza è di consolazione anche nel dolore.
Detto questo, passo a rispondere alle tue singole domande.
2. Nella prima domanda chiedi perché tutto ciò che esiste non può esistere da sé, ma deve essere stato creato da un unico essere trascendente e divino?
La risposta è semplice: perché se ricevesse l’esistenza da se stesso, ce l’avrebbe da sempre e se la conserverebbe per sempre.
Invece l’esistenza l’ha ricevuta e ne è segno che gli può essere tolta in qualsiasi istante, nonostante la sua volontà contraria.
Pertanto l’ esistenza gli è donata da chi ha l’esistenza in proprio, e questi è Dio.
3. Mi chiedi come facciamo a sapere che Dio è buono.
Già gli antichi filosofi pagani erano riusciti a comprendere che Dio è buono: se Dio è la perfezione somma e non gli manca nulla (Aristotele diceva che Dio è atto puro), se crea e comunica l’esistenza alle cose, non lo fa perché ne abbia bisogno, ma solo per comunicare o diffondere la sua bontà.
San Tommaso d’Aquino dice che l’amore di Dio è diverso dal nostro. Noi amiamo una determinata realtà o persona perché vediamo in lei del bene.
Dio invece ama infondendo il bene nelle cose. Questo proprio perché perfezione somma e nulla gli può essere aggiunto.
Tutto il creato, proprio perché è effusione per la bontà divina, è un bene.
4. Possiamo anche dire questo: poiché esistere è meglio che non esistere, tutto ciò che esiste perciò stesso è un bene.
Il male non esiste in se stesso perché tutto ciò che esiste è un bene. Il male è privazione del bene in un soggetto che dovrebbe possederlo.
Anche il diavolo in quanto esiste ha una sua bontà.
Il male è nella sua volontà perché non vuole il bene, non vuole la perfezione, non vuole che ogni realtà abbia quello che deve avere.
Inoltre il diavolo non è un’entità separata esistente da se stesso. È una creatura angelica. L’esistenza che ha gli viene infusa continuamente da Dio.
È diventato demonio nel momento in cui nella sua volontà si è ribellato a Dio.
5. Mi chiedi perché dobbiamo obbedire a Dio.
Per rispondere a questa domanda è necessario sapere per quale motivo Dio ci ha creati e perché ci ha messi prima in questo mondo.
Ebbene, Dio ci ha creati perché ha voluto renderci partecipi della sua perfezione, della sua gioia.
Ma poiché ci ha formato come esseri intelligenti e liberi, vuole che la sua perfezione e la sua gioia non siano vissute semplicemente in maniera passiva come avviene in tutte le realtà al di sotto dell’uomo, ma in maniera attiva.
Vuole che la sua perfezione diventi nostra nel pieno significato di questo aggettivo possessivo.
Una realtà diventa nostra quando è conosciuta, amata, posseduta, fatta propria.
Ebbene, la via per stare uniti a Dio e prendere possesso della sua perfezione è scritta nella nostra stessa natura.
Pertanto non si tratta di obbedire ad una legge estrinseca alle nostre esigenze, ma di obbedire alle intrinseche esigenze del nostro essere. Più o meno come quando tu obbedisci alle intrinseche esigenze del tuo essere quando vai a mangiare e quando vai a riposare.
Si capisce bene allora che derogare dalla legge di Dio è la stessa cosa che andare fuori strada, non realizzarsi, anzi andare a schiantarsi.
6. Domandi anche perché siamo chiamati a servire Dio.
Questo diventa più difficile da comprendere al di fuori della logica dell’amore.
Quando una persona ama e ama immensamente un’altra persona, come succede ad esempio tra gli innamorati, desidera compiere tutti i desideri della persona amata. Le dice: “Domandami quello che vuoi, sono a tua disposizione”.
Dio stesso – proprio perché ci ama infinitamente – si mette a nostro servizio, a servizio anche dei nostri desideri.
Non ci meravigliamo che Gesù, che è Dio fatto uomo, abbia detto: “Io sono in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,26).
Solo quando si giunge ad amare Dio si comprende la necessità di servirlo.
Fuori dalla logica dell’amore non lo si capisce.
7. Chiedi anche perché non possiamo avere tutto e subito da noi stessi, perché non possiamo fare e ottenere il bene da noi stessi senza Dio.
Ebbene, domandati che cosa può fare un raggio di sole da solo senza il sole. Non può fare nulla perché tutto quello che ha e tutto quello che è non riceve dal sole.
La stessa cosa vale anche per noi rispetto a Dio.
Non abbiamo nulla da noi stessi senza riceverlo incessantemente da Dio.
Non possiamo conservare nulla di noi stessi se Dio stesso non ci conserva nell’esistenza.
Per questo San Tommaso diceva che tutto quello che noi siamo lo dobbiamo a Dio come a nostro creatore.
Non possiamo passare da un istante all’altro nell’esistenza se Dio non ci irrorasse l’esistenza. Diversamente verremo meno come viene meno il raggio quando non è più irrorato dalla luce del sole.
8. Mi chiedi successivamente in che cosa consista la bellezza dell’umiltà.
Ebbene, consiste anzitutto nel prendere consapevolezza che da noi stessi non siamo nulla e non possiamo fare nulla se Dio non ci desse le capacità di agire e non ci desse il tempo di farlo.
Sotto questo aspetto, come vedi, l’umiltà è verità.
Un pavone fa bene a compiacersi della bellezza dei colori delle sue penne. Ma questa capacità non gli viene da lui, né lui ha elaborato la genesi e lo sviluppo delle penne. Tanto meno ha escogitato i vari tipi di colori. Tutto quello che ha e tutto quello che è ce l’ha non da se stesso, ma dal creatore.
Per questo San Paolo dice: “Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?” (1 Cor 4,7).
9. Mi domandi ugualmente in che cosa consista la bellezza del sacrificio, del servizio, del rinunciare per far contento qualcuno altro.
La risposta sta nella logica dell’amore.
Quando si ama una persona, si fa tutto per lei, ci si sacrifica per lei, ci si svena per lei.
E tutto questo non è un peso, ma lo si fa volentieri. Proprio come succede nelle innamoramento: si vuole addirittura l’esclusiva di fare tutto per lei, di sacrificarsi per lei, di perdersi per lei.
Tutto questo non lo si comprende fino a quando non si ama.
Quando si è ragazzi si fa il bene, si è anche contenti di condividere con gli altri. Ma, quando ci si innamora di una persona, fare qualcosa per lei non è un peso, e neanche il sacrificarsi. Anzi si è contenti di fare qualcosa per lei.
L’innamoramento dà una svolta alle persone e fa loro compiere con gioia cose che prima sembravano un peso opprimente.
Ebbene, qualcosa di analogo succede anche quando si viene afferrati dall’amore di Dio, dall’amore di Gesù Cristo.
Allora si comincia a vivere per Lui. Anzi, si capisce che non vivere per lui è la stessa cosa che scentrare il bersaglio.
10. Mi hai scritto il 22 dicembre alle ore 21,30 e mi chiedevi di dartene una risposta prima di Natale per poterlo vivere meglio. Solo oggi, 29 dicembre, sono giunto a risponderti.
Quante cose deve fare un sacerdote nei giorni antecedenti e seguenti il Natale! Ci sono molte celebrazioni, ci sono varie predicazioni, ci sono molte confessioni.
Certo avrei desiderato risponderti prima.
Comunque sono contento però di averlo fatto adesso perché anch’io alla tua età mi ponevo le stesse domande e avrei desiderato che qualcuno mi rispondesse.
Ti auguro un grande bene per il tuo futuro: che tu possa far risplendere in tutele persone i doni che Dio ti ha dato e lo possa fare nel medesimo modo in cui un raggio fa risplendere su tutti la luce di cui il sole lo ha rivestito.
Ti ricordo molto volentieri nelle mie preghiere e ti benedico.
Padre Angelo