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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono un appassionato di teologia, ma non avendo la possibilità di seguire corsi mi trovo costretto a studiare da autodidatta. Questo mi lascia inevitabilmente notevoli lacune.
Ho scoperto da poco il vostro sito, e ringrazio immensamente per questo dono voi e il Signore.
In riferimento alle altre risposte che ho potuto leggere sul tema della Trinità, mi rimangono però alcuni dubbi: se Dio Padre ha generato il Figlio, esiste un “tempo prima dei tempi” in cui il Figlio non era ancora stato generato? Esiste un prima?
Se si intende il Figlio come Verbo del Padre, è corretto identificarlo con la parola che genera? E dunque si può identificare la sua “nascita” (generazione) col momento in cui vengono pronunciate le prime parole di Dio “Sia la luce”?
E infine, cosa intende san Paolo con “anche il Figlio sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa” (1 Corinti 15,28). Esiste una relazione tra la sua generazione iniziale e la sottomissione finale?
Ma soprattutto, da queste parole il Figlio sembra risultare una figura subordinata al Padre: come si combina questa idea con la figura di una Trinità composta da tre Persone uguali e distinte?
Spero di essermi spiegato in modo comprensibile.
Ringrazio cordialmente per lo splendido servizio che date e porgo cordiali saluti,
Alessandro

 


 

Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
1. alla prima domanda: “se Dio Padre ha generato il Figlio, esiste un “tempo prima dei tempi” in cui il Figlio non era ancora stato generato? Esiste un prima?”.
La risposta è no, perché l’ha generato da tutta l’eternità.
Il Figlio è la Sapienza divina ed essa è coeterna a Dio.
Proprio come diciamo nel Credo: “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre”.

2. Alla seconda domanda: “Se si intende il Figlio come Verbo del Padre, è corretto identificarlo con la parola che genera? E dunque si può identificare la sua “nascita” (generazione) col momento in cui vengono pronunciate le prime parole di Dio “Sia la luce”?
Qui ci sono molte imprecisioni.
La prima: domandi se sia “corretto identificarlo con la parola che genera”.
Ebbene è corretto identificarlo con la parola che crea, e non con la parola che genera.
La seconda: domandi se “si può identificare la sua “nascita” (generazione)” con il momento in cui pronuncia le parole creatrici.
Anche qui la risposta è negativa.
Il Verbo, che è il Pensiero di Dio, la Sapienza di Dio, è generato nel senso che è il termine del pensiero di Dio.
Anche noi chiamiamo concetti (e cioè concepiti, generati) i nostri pensieri.
Ma mentre i nostri pensieri vengono concepiti nel tempo, il pensiero di Dio è coeterno a Dio, non è venuto fuori dopo di Dio. È Dio stesso. È da sempre e per sempre.
I nostri pensieri vengono alla luce quando sono espressi e manifestati con le parole o con i gesti.
Si può dire in un certo senso che i nostri pensieri nascano, e cioè vengano concepiti e poi manifestati.
Non così invece per Dio che in se stesso è Pensiero, Verbo, Sapienza.
La terza imprecisione: quando Dio disse “Sia luce” in quel momento ha creato la luce di questo mondo. E l’ha creata dopo che il cosmo era già stato creato.
Pertanto queste parole non hanno nulla a che vedere con la generazione eterna del Verbo, del Pensiero di Dio.
Il Verbo non è nato nel senso che noi diamo a questa parola: e cioè che ad un certo momento sia comparso.
È infatti ab aeterno, e cioè da sempre, da che Dio è Dio.

3. Chiedi poi se vi sia una relazione tra la generazione iniziale del Figlio e la sua sottomissione finale?
Anche qui equivochi.
Perché la generazione (che tu chiamai iniziale) è la generazione eterna del Verbo.
Mentre  l’espressione “anche il Figlio sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa” (1 Corinti 15,28) fa riferimento al Figlio che si è fatto uomo e in quanto tale ha portato a termine il motivo della sua incarnazione.
È la sottomissione del Capo della Chiesa.
Ed è capo della Chiesa in quanto uomo, con la quale costituisce un solo corpo.

4. L’ultima tua domanda trova una giusta incongruenza nelle premesse.
Se il Verbo fosse quello che dici tu, allora certamente sarebbe inferiore al Padre.

5. A proposito dell’ultima domanda chiedi: “come si combina quest’idea con la figura di una Trinità composta da tre Persone uguali e distinte”.
L’espressione composta non è corretta, perché dà l’idea che le Tre Persone divine siano tre parti che compongono il tutto.
Mentre tanto è grande il Padre quanto il Figlio, anzi quanta tutta la santissima Trinità.
Per questo nel magistero della Chiesa si usa un’altra espressione: viene detto che l’unico Dio sussiste in Tre Persone, e non già che sia composto da Tre Persone.

6. Come vedi la teologia necessità di concetti rigorosi e di un vocabolario ben preciso.
Basta non usare o non intendere bene il significato preciso di una parola per andare fuori strada o come si diceva in passato di dire delle eresie.

Mentre ti auguro un crescente interesse per la teologia e per tutto ciò che attiene a Dio, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo