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Quesito

Buonasera padre Angelo,
mi chiamo Alberto e La contatto per avere da Lei un chiarimento riguardo ad una scelta passata di cui mi sono pentito.
Anni fa incominciai un cammino spirituale che pian piano fece nascere in me la fede e il gusto per i doni di Dio, come la gioia, la pace e l’amore.
In seguito però, qualche anno fa, per vari motivi, mi sono allontanato da Dio arrivando a perdere la fede in Lui, nella Sua esistenza e nel Suo Amore.
Da circa un anno a questa parte ho ripreso la frequentazione della Messa, l’ascolto della Parola, la preghiera e lo sforzo nell’obbedienza al Decalogo; sento però che, nonostante i progressi, rimane in me la mancanza di gusto per Dio e i Suoi doni che, al momento, stento a percepire, anzi, in realtà stento a percepire la Sua presenza, la Sua gioia, la Sua pace e il Suo amore che ritengo, anzi credo di aver sperimentato in passato.
Per tali motivi mi trovo assalito spesso a tutt’oggi da dubbi quali l’aver commesso un errore irreparabile, quello cioè di non aver perseverato nella fede e di essermi perduto definitivamente, poiché ho abbandonato Dio nonostante mi avesse donato tutte cose buone e belle, spiritualmente parlando.
Ho come la sensazione e il timore di essermi messo in una condizione di incredulità e quindi di irrimediabilità.
Cosa ne pensa lei, padre? Potrò ritrovare la fede e risperimentare l’Amore e tutti i doni spirituali di Dio? 
Io desidero una cosa sopra tutte, essere in pace e in amicizia con Gesù, che cosa posso fare? 
Quali consigli mi può dare? Dio perdona tutto, anche peccati e scelte sbagliate come quella da me fatta in passato, cioè l’averLo abbandonato e il non aver perseverato nella fede in Lui?
In attesa della sua gradita risposta le mando un caro saluto e un forte abbraccio!


Risposta del sacerdote

Caro Alberto,
anzitutto ti domando scusa per risponderti con così grave ritardo, ma solo oggi sono giunto alla tua mail.

1. Come prima cosa ti dico che devi stare tranquillo sul tuo essere perdonato da parte di Dio.
Ti sei confessato e nel frattempo la confessione l’avrai fatta più volte.

2. Con il perdono ottenuto in confessione il Signore ti ha ridonato la grazia, le virtù teologali e i doni dello Spirito Santo.
Su questo non c’è dubbio.

3. Il non sentire fervore invece può dipendere da vari motivi.
Vi potrebbero essere nella tua vita stanchezza, stress, distrazioni, peccati veniali e forse anche mortali, tutte realtà che a vario titolo fanno perdere il fervore.

4. A volte si può trattare di una purificazione da parte di Dio, il quale perdona, sì, ma perché si abbia la consapevolezza del male compiuto e come per dare un avvertimento per il futuro perché non accada di peggio, lascia ancora qualcosa da espiare.
Così avvenne per Mosè che, a motivo della sua incredulità quando doveva picchiare sulla roccia e far scaturire acqua, non entrerà nella terra promessa.
Così anche per Davide: pur pentito di quanto aveva fatto, tuttavia gli morirà il bambino.
Così analogamente il Signore può fare anche con te in questo momento: per ricordarti il tuo allontanamento e perché tu rimanga più guardingo dal ripetere di nuovo simile esperienza.

5. Oppure il Signore può permetterlo per insegnarti altre strade per ravvivare la comunione con Lui: quella della mortificazione e della penitenza.
Prova a fare qualche mortificazione per amore del Signore e ti accorgerai, se il Signore vuole, che il tuo fervore subito s’accenderà.
San Tommaso diceva che la mortificazione è la molla della devozione.

6. Oppure potrebbe trattarsi – ma per ora forse non è il tuo caso – di quelle privazioni di consolazioni interiori che il Signore attua in alcune persone già avanzate nella vita spirituale per attuare con loro un’unione ancor più perfetta, senza la consolazione del fervore, nella quale può nascondersi l’insidia di essere più attaccati alla consolazione che al Signore stesso.

7. Continua pertanto a compiere tutte le tue pratiche con perseveranza e con amore per il Signore.
I doni ci sono tutti, anche se non li senti.

Anch’io ti saluto calorosamente, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo