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Caro padre Angelo,
Sono un fervente giovane cristiano, devoto alla Santa Messa e all’Eucarestia. Avendo un indole riflessiva, essendo amante della natura delle cose, e del complesso ma affascinante linguaggio della matematica, per grazia di Dio che mi ha messo nel cuore questa strada, sono studente di fisica.

Vorrei capire meglio la transustanziazione, precisamente in che modo avviene che le specie del pane e del vino diventano corpo e sangue di Nostro Signore Gesù Cristo e cosa si intende esattamente per sostanza e accidenti. Le spiego meglio: studiando fisica ho appreso che la materia è fatta di atomi, a loro volta fatti di particelle più piccole. Le fondamentali sono il protone, il neutrone e l’elettrone, e ce ne sono tante altre: tutte si distinguono per dimensione, massa, carica elettrica e altre proprietà. Le stesse in quantità diverse formano atomi diversi. L’idrogeno per esempio ha un protone e un elettrone, l’elio due protoni, due neutroni e due elettroni e così via. Basta guardare al mondo microscopico per vedere ed ammirare la complessità della sapienza Divina, in quelle leggi meravigliose precisissime che se si discostassero di poco il mondo non potrebbe stare in piedi. Gli atomi aggregandosi in molecole formano la materia, e per formare un corpo visibile ce ne vogliono tantissime (un grammo di qualsiasi sostanza per esempio ne contiene un numero che è circa un uno con 23 zeri, un milione di miliardi di miliardi!) Il pane e il vino in particolare essendo di natura organica sono formati da cellule, a loro volta formate da molecole veramente complesse, tra cui DNA e RNA, i cui atomi principali sono carbonio.

Ora poiché gli atomi hanno gli stessi costituenti ma in quantità diverse, è giusto dire che la sostanza del pane e del vino sia quella dei loro atomi, dunque la stessa sostanza per tutti i corpi materiali, cioè materia inanimata? Oppure per sostanza non si intende la parte microscopica ma l’insieme delle parti? Cioè è la sostanza del pane se ci sono in particolare quei determinati atomi che formano quelle determinate cellule e hanno quel determinato sapore, e così del vino. Premetto che si può definire una sostanza di tipo chimico che è quella che coincide con le molecole, ma so bene che il concetto di sostanza inteso ai tempi di San Tommaso D’Aquino e da Aristotele non è lo stesso.

La seconda domanda che mi pongo è se la transustanziazione sia un processo trascendente alla materia oppure fisico. Nel senso, poiché gli accidenti permangono, dunque rimane ogni singolo atomo e cellula di pane e vino, mentre per la presenza di Cristo ciò che prima era materia inanimata non lo è più, ed è dunque corpo e sangue di Cristo. Questo è ciò che intendo nel primo caso, ma mi sorge il dubbio che così faccia l’errore dei protestanti che dicono che Gesù sia presente spiritualmente: non so se dire che poiché un atomo rimane tale, ciò che lo distingue da un atomo qualunque sia qualcosa di trascendente, fermo restando abbia ben capito il concetto di sostanza. Dunque mi sono posto la questione se invece avviene davvero una trasformazione fisica, ovvero non ci sono più né atomi né cellule di pane e di vino, ma ci sono le cellule con il loro DNA del corpo e del sangue di Cristo. Tuttavia è solo ai nostri sensi e come effetti sulla digestione che appare dunque come pane e vino.

Le chiedo un suo chiarimento, umilmente riconoscerò i miei errori.
La ringrazio anticipatamente per la risposta, Dio la benedica.


Carissimo,
1. mi compiaccio anzitutto per gli studi che stai facendo in maniera così intelligente nel vero senso del termine e cioè che legge dentro (intus legens).
Questo studio ti mette davanti alle meraviglie della natura e pertanto davanti alle meraviglie della creazione di Dio.
Sicché dalle opere da Lui fatte con facilità risali al Creatore per contemplarne la sua eterna potenza e divinità, come dice San Paolo in Rm 1,19-20.

2. Fatta questa premessa vengo al tuo quesito all’interno del quale tu ad un certo momento riconosci che il concetto di sostanza secondo la scienza fisica non è quello di san Tommaso o di Aristotele.
Ebbene è proprio a questo punto che si trova l’avvio per la comprensione del tuo problema.
Ma non perché il concetto di sostanza di san Tommaso o di Aristotele sia superato e al loro posto si debba sostituire quello della fisica moderna.
Ma semplicemente perché tutti e due sono veri.
E sono ambedue veri senza contraddirsi perché guardano alla realtà da punti di vista diversi.

3. Infatti la fisica ha come suo oggetto la quantità, la materia. Ed essa è costituita da quelle realtà che tu hai menzionato: protoni, neutroni, elettroni.
Ma, quella che tu chiami sostanza, per i filosofi e anche per la gente secondo il senso comune non corrisponde la sostanza, ma agli accidenti.
C’è una conoscenza che si può definire prescientifica e anche prefilosofica che tutti possiedono per sanno distinguere la sostanza del pane da quella del vino.
E all’interno della sostanza del pane sanno dire che ci sono molte differenze accidentali che sono date ad esempio dal pane all’olio, dal pane integrale, dal pane biologico, ecc…

4. Va ricordato che oltre alla conoscenza prescientifica, che non è da disprezzare perché è quella del senso comune e permette agli uomini di comprendersi tra di loro, e oltre alla conoscenza scientifica, che è quella che hai tu, c’è la conoscenza filosofica o, per meglio dire, metafisica, nel vero senso del termine perché va oltre la conoscenza fisica o scientifica.
È da questa conoscenza che traiamo la distinzione tra sostanza e accidenti.

5. C’è dunque qualche cosa, al di là dei protoni, dei neutroni e degli elettroni che fa sì che una determinata realtà sia pane o vino.
Diversamente, come tu osservi, dovremmo parlare di materia generalizzata, che sarebbe l’unica realtà esistente all’interno della quale distinguerebbero varie composizioni di protoni, neutroni ed elettroni.

6. Anche questa composizione e ogni sua eventuale mutazione sono importanti perché la sostanza del Corpo e del Sangue del Signore è intimamente legata agli accidenti del pane, e cioè a quella realtà che voi fisici chiamate sostanza.
Quando vengono meno gli accidenti del pane (o quella che voi chiamate la sostanza del pane), viene meno anche la presenza reale del Corpo e del Sangue del Signore.

7. Come vedi, la cosiddetta teoria quantistica non contraddice per nulla la nozione di transustanziazione, la quale non attua una trasformazione fisica secondo i criteri della scienza che tu studi, perché all’apparenza tutto rimane come prima.
La trasformazione è più profonda, perché è di carattere ontologico.

Ti auguro ogni bene per il tuo futuro, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo