Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Sono stata invitata al matrimonio civile di mia nipote, della quale sono madrina. Mia nipote non si sposa in chiesa perché dice che è delusa dai vari sacerdoti, dal loro comportamento a volte anche squallido.
Deludo tutta la famiglia e non ci vado, oppure rimango fedele alle mie convinzioni?
Per me il matrimonio civile non significa niente e non riesco a gioire e ballare (dopo in un locale) – mia nipote si è allontanata da Dio e vivrà nel peccato… A parte il dolore, andarci per me vorrà dire dare un consenso, è come se io fossi d’accordo e invece non è così, anzi…
Come mi devo comportare secondo Lei?
Grazie…
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. tua nipote non si sposa in Chiesa perché è delusa dai vari sacerdoti.
Ma ci si sposa per i sacerdoti o per Cristo?
È la grazia di Cristo che interessa o semplicemente la cerimonia esterna?
2. Tua nipote si è allontanata da Cristo da un pezzo. E purtroppo della Chiesa vede soltanto le macchie ingrandite dall’abilità del nostro comune avversario.
Non vede invece le proprie, che sono ben più gravi di quelle che può vedere nei vari sacerdoti, perché lei la grazia di Dio l’ha persa da tempo, mentre i sacerdoti che lei critica non l’hanno persa.
3. Anzi, ed è la cosa peggiore, a lei la grazia di Dio non interessa per nulla.
La parola matrimonio in ebraico si dice kaduschìm, che significa santificazione.
Il matrimonio cristiano è un itinerario comune di santificazione tra marito e moglie, tra genitori e figli e viceversa.
Per perseguire questo obiettivo è assolutamente necessaria la grazia di Dio, che illumina, che sostiene e che aiuta a riparare.
Per questo la Sacra Scrittura nel Nuovo Testamento dice che ci si sposa “nel Signore” (cfr. 1 Cor 7,39).
È un vincolo indissolubile quello con il Signore, più forte ancora del vincolo matrimoniale.
4. “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (Ef 5,25).
Coloro che si sposano con il sacramento aprono la strada perché Cristo possa dare loro la forza di amarsi gli uni gli altri come Lui ama la Chiesa.
Gesù rinnova e purifica continuamente la sua Chiesa con il lavacro della confessione sacramentale e la rinforza con l’eucaristia.
Ora con il matrimonio civile, con il rifiuto esplicito e ponderato del sacramento, ci si preclude la strada della confessione sacramentale e dell’accesso alla Santa Comunione.
5. Come si vede, non è soltanto la celebrazione del matrimonio che disgusta, perché viene rifiutato Cristo.
Ma è anche la strada in cui volontariamente ci si immette: vivere senza sacramenti.
Se tua nipote si comporta così, è perché da tempo vive senza i sacramenti.
6. Sì, tu sei madrina.
Questa ragazza ti chiama alle sue nozze civili, ma con il suo comportamento ti da uno schiaffo e colpisce ciò che vi è di più caro nel tuo cuore: Gesù Cristo, la sua presenza, la sua grazia.
Questo schiaffo non è per un giorno solo, ma è continuo. Perché il tuo dispiacere non sarà soltanto di un giorno, ma continuo,
Fino a quando, ce lo auguriamo, non giungerà la grazia della conversione.
7. Poiché sei nel dilemma se andare o non andare, dopo aver considerato ciò che ti ho scritto, mi pare che sia ancor più evidente che per te andare a quel matrimonio è peggio che andare ad un supplizio.
Ora ad una festa ci si va volentieri. Ad un supplizio no.
Tua nipote probabilmente ti compatirà se le porti queste motivazioni.
Eppure se le ricorderà e verrà il momento, me lo auguro presto, in cui dirà: “Mia zia aveva ragione. Le cose, anche il matrimonio, vanno fatte secondo Dio. Se si vive secondo Dio, non c’è mai da pentirsene”.
Il Signore ti benedirà per questa tua sofferenza sopportata per amore suo.
Ti benedirà per l’affetto che hai per lui e per la testimonianza che gli rendi.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo