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Quesito

Gent.mo padre Angelo,
sono Mary, per un periodo della mia vita sono stata una bestemmiatrice, vomitavo bestemmie su Dio e sul suo adorato Figlio Gesù. Le bestemmie che uscivano dalla mia bocca erano simili a quelle dei demoni nell’inferno, ed erano dette con intenzione, ossia ero cosciente di quello che dicevo, lucida.
Il Signore, però, mi ha usato misericordia e ha fatto in modo che conoscessi la gravità di questo orribile peccato.
Pur essendo cattolica praticante non ne conoscevo la gravità e le sue terribili conseguenze. Mi sono capitate davanti (per caso?) degli articoli di alcuni santi sulla bestemmie e da lì ho iniziato a documentarmi sull’argomento. Conseguenze terribili come terribile è offendere il Creatore più che offendere la sua creatura. Mi sono confessata, ma come diceva Davide, "il mio peccato mi sta sempre dinanzi".
Il Curato d’Ars diceva "è un miracolo straordinario che non sia sradicata dal fulmine e schiacciata da ogni sorta di mali, la casa del bestemmiatore.
State in guardia: se la bestemmia regna nelle vostre case……tutto andrà in rovina". E così è stato in casa mia.
Nella mia famiglia ci sono stati una serie di lutti, crisi economica, liti furibonde, problemi di salute e ostacoli negli affetti.  Purtroppo anche mio padre, Giuseppe, in passato bestemmiava molto e a volte anche oggi lo fa. La mia vergogna è infinita per quello che ho fatto e come ho detto, il mio peccato mi tormenta giorno e notte.
Le scrivo per chiedere umilmente il suo aiuto e supplicarla di ricordare me e mio padre nelle sue preghiere, perché temo per le nostre anime e temo che il castigo di Dio, la sua maledizione continui nella mia vita terrena come è già successo e continui in seguito in quella eterna.
Grazie.
Mary


Risposta del sacerdote

Cara Mary, 
1. lodo il Signore con te perché non ti ha abbandonata, ma ti ha usato molta misericordia.
Non hai parole, penso, per lodare la misericordia del Signore.
Usando un linguaggio paradossale: non ti basterebbe neanche l’eternità.

2. Vengo adesso al problema della bestemmia.
Si legge nella Scrittura: “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché Dio non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano” (Es 20,7).
Se questo è detto per il pronunciare invano il nome del Signore, puoi immaginare che cosa ne è per la bestemmia.

3. Tuttavia non devi pensare a Dio che castiga.
In realtà col peccato l’uomo si chiude a Dio, implicitamente si consegna a satana e ne viene tiranneggiato.
Non pensare che dovrai essere castigata ulteriormente per le bestemmie dette.
Te ne sei confessata. Gesù ha espiato tutti i tuoi peccati e nella confessione lui ha versato il suo preziosissimo Sangue sulle ferite delle tue bestemmie.
Dopo la confessione puoi ben dire con San Paolo: “Dove ha abbondato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20).
Vai dunque avanti serena. Il Signore è con te.

3. Sulle varie disgrazie che sono capitate in casa tua: non possiamo dire che essendo venute dopo le bestemmie, siano avvenute a causa delle bestemmie.
Possono essere derivate da eventi naturali e da altre cause.
Tuttavia, dopo le premesse che ho posto, possiamo anche dire che privandoci della grazia di Dio non facciamo alcun vantaggio.

4. Visto che hai citato il Santo Curato d’Ars, colgo l’occasione per presentare ai nostri visitatori lo stralcio di una sua predica sull’argomento.

Incredibile è il peccato della bestemmia!
Fa davvero meraviglia che il buon Dio sia obbligato a farci un comando esplicito per proibirci di profanare il suo nome. …  Eppure, malgrado la gravità di questo peccato,
malgrado il suo orrore e la sua nefandezza, c’è forse un peccato più diffuso […] della
bestemmia, dell’imprecazione e della maledizione? Non è forse vero che, spesso, ci addolora
sentire che, dalla bocca dei bambini, – che non sanno ancora bene il Padre nostro -, escono
bestemmie così enormi da attirare ogni sorta di maledizioni su una Parrocchia?

Grandezza del nome di Dio
Il secondo comandamento […] suona così: «Non usare invano il nome del Signore tuo Dio». È
come se il Signore ci dicesse: «Vi ordino e vi comando di rispettare questo nome, poiché è
santo e adorabile». […]
II nome del buon Dio è così santo, così grande, così adorabile che gli angeli e i santi, ci dice
san Giovanni, non fanno altro in cielo che cantare: «Santo, santo, santo è il grande Dio degli
eserciti; benedetto il suo nome per tutti i secoli dei secoli!».
Quando la santa Vergine andò a
visitare la cugina Elisabetta, e questa santa le disse: «Quanto sei fortunata tu, scelta per
essere la madre di Dio!», la santa Vergine le rispose: «Colui che è onnipotente, e il cui nome
è santo, ha operato in me grandi cose». Noi dovremmo dunque avere un grande rispetto per il
nome del buon Dio e non pronunciarlo mai se non con una profonda venerazione…

Cosa significa la parola "bestemmia"?
Se voi mi domandate che cosa s’intende con questa parola "bestemmia"… questo peccato è così
spaventoso che non parrebbe vero che un cristiano possa avere la forza di commetterlo.
"Bestemmia" è una parola che significa "maledire e detestare una bontà infinita"; ciò sta a
indicare che questo peccato colpisce direttamente il buon Dio. Sant’Agostino ci dice: «Noi
bestemmiamo quando attribuiamo al buon Dio qualcosa che non ha o che non gli si addice,
oppure quando gli togliamo ciò che gli appartiene, o, infine, quando attribuiamo a noi stessi quello che si addice a Dio e non è dovuto che a lui solo».

Gli Ebrei neppure pronunciavano il nome di Dio
Questo peccato è così grave e così mostruoso agli occhi di Dio che attira ogni sorta di sventure sulla terra. Gli ebrei avevano tanto orrore della bestemmia che, quando sentivano qualcuno bestemmiare, si strappavano le vesti. Non osavano neppure pronunciare questo nome;
dicevano, al suo posto, "Benedizione".
Il santo Giobbe temeva tanto che i suoi figli potessero aver bestemmiato che offriva sacrifici
a Dio per placarlo se mai l’avessero fatto (Gb 1,5). Sant’Agostino dice che quelli che bestemmiano Gesù Cristo, ora che è in cielo, sono più crudeli di coloro che l’hanno crocifisso qui sulla terra.

La bestemmia è il linguaggio dell’inferno
Possiamo dire che la bestemmia è davvero il linguaggio dell’inferno.
Badate bene che, se la bestemmia regna nella vostra casa, tutto andrà a male.
Sant’Agostino ci
dice ancora che la bestemmia è un peccato più grande dello spergiuro, perché – dice lui – con
lo spergiuro prendiamo il nome di Dio a testimonio di una cosa falsa, mentre con la bestemmia diciamo una cosa falsa di Dio stesso.
E voi, non avete forse bestemmiato, quando avete detto che non c’è Provvidenza se non per i ricchi e per i birbanti? Non avete forse bestemmiato, quando, di fronte a qualche rovescio, avete detto: «Ma cos’ho fatto io al Signore più degli altri, per avere tante disgrazie?». Cos’hai
fatto? Alza lo sguardo e vedrai che sei stato tu a crocifiggerlo. Non hai forse bestemmiato,
dicendo che sei troppo tentato, che non riesci a fare diversamente, che questo è il tuo destino?
E che? Non ci pensi? Allora sarebbe il buon Dio che ti ha fatto vizioso, collerico, violento, impudico, adultero, bestemmiatore! Vuoi dire che non credi nel peccato originale, che ha degradato l’uomo dallo stato di rettitudine e di giustizia in cui siamo stati creati da principio!
È più forte di me… Ma, amico mio, la religione non ti aiuta dunque per nulla a comprendere tutta la corruzione originale? E tu, infelice, hai ancora il coraggio di bestemmiare contro colui che te l’ha data come il più grande regalo che potesse farti!

Come si può accusare Dio di ciò che ci capita?
Intendo accennare a coloro che, quando parlano, hanno quella maledetta abitudine, per collera o per impeto, di rinnegare il santo nome di Dio: come uno che ci rimettesse al mercato o perdesse al gioco, e se la prendesse con Dio, quasi volesse far credere che sia stato lui la
causa. Quando vi succede questo, bisogna che il buon Dio sopporti tutti i furori della vostra collera, quasi fosse lui la causa della vostra perdita o dell’incidente che vi è capitato. Infelici!
Chi vi ha tratto dal nulla, che vi tiene in vita e vi ricolma continuamente di favori, voi osate ancora disprezzarlo, osate profanare e rinnegare il suo santo nome?
Dovreste chiedermi come mai c’è tanta gente che pronuncia imprecazioni orrende e che rinnega Dio, vi dirò che quelli che si abbandonano a simili mostruosità non hanno né fede, né religione, né coscienza, né virtù; è gente in gran parte abbandonata dal buon Dio. Come saremmo più felici se avessimo la grazia di non adoperar mai la nostra lingua – consacrata dal buon Dio col santo Battesimo se non per pregare un Dio così buono, così benefico, e per cantare le sue lodi!
Siccome è appunto per questo che Dio ci ha dato la lingua, cerchiamo di consacrarla a lui; così che, dopo questa vita, possiamo avere la gioia di andarlo a benedire in cielo per tutta l’eternità.
È ciò che vi auguro di cuore…”.

Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di riproporre questo passo del Santo Curato.
Assicuro la mia preghiera per le intenzioni richieste e ti mando largamente la benedizione del Signore.
Padre Angelo