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Quesito

Buonasera Padre Angelo,
Parlando di recente dopo la confessione con un sacerdote (che tra l’altro ha fatto una bellissima omelia) è venuto fuori l’argomento dell’inferno che secondo lui potrebbe non esistere o al massimo essere quasi vuoto, a questo punto resto un po’ confuso.
Le auguro una bella domenica e la saluto cordialmente.
Federico 


Risposta del sacerdote

Caro Federico, 
1. a proposito dell’inferno che secondo il sacerdote di cui mi parli potrebbe non esistere o al massimo essere vuoto ti trascrivo la risposta data da Gesù che abbiamo sentito nel Vangelo di oggi (martedì della 12ª settimana del tempo ordinario) e che la Chiesa fa udire oggi ai fedeli di tutto il mondo: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,12-14).
Nel passo parallelo del Vangelo di San Luca si legge: “Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (Lc 13,24).

2. Come ognuno può vedere, Gesù parla chiaro con parole comprensibili da tutti.
Parla di una porta stretta. Sappiamo bene che si fa difficoltà a passare per una porta stretta.
La porta stretta è quella dell’osservanza dei suoi comandamenti.
Al giovane che aveva chiesto al Signore che cosa dovesse fare per ereditare la vita eterna, Gesù rispose: “Osserva i comandamenti” (Mt 19,17).

3. Poi parla di via larga: la via larga è quella della disobbedienza ai comandamenti di Dio, che sono tutti comandamenti di salvezza.
Per questo Gesù proclama: “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?». Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!»” (Mt 7,21-23).

4. San Paolo, con termini ancor più espliciti, dice ulteriormente: “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9-10). 
“Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio (Gal 5,19-21). 
Sono parole di Dio quelle proferite da San Paolo. La Sacra Scrittura viene detta sacra perché ha per autore principale Dio stesso, mentre lo scrittore (l’agiografo) è lo strumento di cui Dio si serve.

5. Dopo aver parlato della via stretta e della via larga, Gesù parla anche del numero di quelli che si salvano.
Le sue parole sono chiare. Parla di pochi e parla di molti.
Ora il sacerdote con il quale hai interloquito non ne sa più di Gesù Cristo.
Suo compito, in quanto ministro del Signore, è quello di essere fedele.
Quando si sente che il Signore parla di pochi e di molti non si può rimanere addormentati.
Inoltre è dogma di fede esistenza dell’inferno. Negare la sua esistenza è la stessa cosa che essere eretici.

6. Quel sacerdote, dici, fa delle prediche bellissime. Non ne dubito. 
Ma se quelle prediche presentano la via larga, a che cosa servono?
È come se quel sacerdote dicesse che non è necessario osservare i comandamenti perché l’inferno non esiste o al massimo è vuoto. Che non è necessario ricevere i sacramenti, perché l’inferno non esiste o al massimo è vuoto. Che si può essere ugualmente criminali impenitenti, pedofili depravati e ostinati, sfasciafamiglie con l’abbandono dei figli per andare dietro alle proprie voglie perché il paradiso è assicurato. Infatti l’inferno non esisterebbe o al massimo sarebbe vuoto.
Un sacerdote, un ministro di Cristo, non può dire cose del genere.
Non solo, ma chiunque si sentirebbe confuso.

7.  Mi limito a concludere con le parole del Signore: “La bocca parla dall’abbondanza del cuore” (Mt 12,34),
Ciò significa che prima delle parole c’è il pensiero e prima del pensiero c’è la propria condotta.
Gesù ha detto: “E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19).  Le opere malvagie: vale a dire i peccati. I peccati infatti condizionano il proprio modo di pensare e conseguentemente di parlare.
Gesù ha detto anche: “Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3,21).
C’è da augurarsi che il sacerdote con il quale hai parlato si trovi nel secondo caso, perché sarebbe terribile se si trovasse nel primo.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo