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Quesito

Gentile Padre,
Le scrivo perché in questo modo mi sento più libero di esprimermi. Sono profondamente cristiano e cattolico, amo la Chiesa, i Papi che si sono succeduti al Soglio di Pietro, seguo in modo quasi febbrile le vicende della Chiesa nel mondo, seguo giornalmente gli articoli più interessanti di scrittori cattolici e sacerdoti. Ma a questo mio ultra decennale interesse non segue una vita da cattolico osservante e coerente. Manco spesso di onorare il Signore la Domenica e nelle festività religiose. Ma il punto che sento di più insormontabile distacco sono i peccati che attengono alla sfera sessuale ed alla confessione. Non mi sono confessato per decenni perché avevo vergogna di confessare i miei impulsi e fantasie sessuali (autoerotismo) da giovane ed anche da sposato. Con il trascorrere degli anni ho ridimensionato molto questi miei peccati dovuti ad impulsi spesso non coscienti e riconducibili a stati nervosi o ad angosce, a momenti difficili.
Avrei potuto parlarne liberamente con un sacerdote e riavvicinarmi all’Eucarestia. Ma confessarmi con un sacerdote mi blocca anche perché non è possibile che possa comprendere cosa succede nell’anima mia e capire ciò che della mia personalità e della mia psiche è difficile capire anche a me. Non mi sono perdonato per anni, come avrei potuto chiedere il perdono e soprattutto impegnarmi a non commettere altri peccati quando so dentro di me che era (ed in parte è) impossibile. Sembrano questioni, contraddizioni superabili ed invece mi hanno tenuto e mi tengono lontano da una piena comunione con il Signore che vorrei autentica, sincera, non posticcia per avere un perdono che non merito e che non saprei rispettare. Così vivo in questa contraddizione che mi angoscia e temo che non troverò mai il coraggio di andare da un sacerdote e parlarne liberamente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. mi è capitato anche altre volte di incontrare nel mio ministero persone che sono attaccate alla Chiesa, la amano.
Non so se la seguano “febbrilmente” quanto te.
Ma ti posso assicurare che della Chiesa sanno tutto. Alludo ai pettegolezzi della sacrestia, a quello che si dice di prete Tizio o Caio, a quelli che sono in procinto di essere fatti vescovi e via dicendo.
Ma la vita sacramentale scarseggia.
Che dire allora?

2. La vita cristiana è essenzialmente un’espansione della vita di Cristo in noi.
Gesù ha detto: “Io sono la vite, voi i tralci…” (Gv 15,1ss).
Il cristiano è uno che vive un rapporto unico e continuo con Gesù Cristo incontrato nei sacramenti, nell’ascolto della parola, nella preghiera, nella comunione fraterna.
Se manca il rapporto col Signore, manca l’asse portante della vita cristiana che viene ridotta alla conoscenza delle vicende della Chiesa.

3. Quando ho letto che manchi spesso di onorare il Signore nella santificazione della festa, ho capito subito come finiva.
Il filosofo pagano Aristotele diceva che nessuno può vivere senza soddisfazioni.
E se uno non trova soddisfazione nell’unione col Signore, è fatale che se le cerchi altrove, ma con un risultato del tutto opposto.
Mentre l’unione col Signore sazia e fa vivere un anticipo di Paradiso, anzi una comunione con gli abitanti del Paradiso, l’altra invece svuota, frustra, fa sentire interiormente sporchi.

4. Mi dici che sei quasi sicuro di non trovare in confessionale un sacerdote che ti sappia capire.
Ebbene, per quanto l’essere capito dal confessore possa dare una certa soddisfazione, tuttavia non è l’elemento essenziale dalla confessione.
Qualsiasi sacerdote, anche un sacerdote che non ti ha mai visto, che magari in sede di confessione non ti dice neanche una parola, ti dà invece quello che è essenziale: la rimozione dei peccati e la grazia santificante.

5. La rimozione dei peccati anzitutto.
E di questo ne hai bisogno.
Anche tu puoi dire col salmista: “Pesano su di noi le nostre colpe” (Sal 65,4). E per ora ne senti anche il peso opprimente, anzi la schiavitù, come una specie di incatenamento.
Ebbene nella confessione questa catena viene spezzata e tu vieni liberato.
Proprio come dice ancora il salmista: “Il laccio si è spezzato e noi siamo scampati” (Sal 124,7).
Forse non passerà molto tempo dalla tua prossima confessione che tu sarai di nuovo incatenato. Ma almeno per un attimo avrai sentito che cosa significa essere liberati e purificati.

6. E poi, insieme con la rimozione del peccato, ti viene data la grazia santificante che porta in te la presenza personale di Dio, la comunione da cuore a cuore con gli abitanti del Paradiso.
Allora sentirai quanto corrisponda al vero vivere sentendo al proprio fianco Gesù, perché a motivo della sua risurrezione è accanto a noi.
In un’anima in grazia è addirittura dentro di noi.
Per ora per te non è così dal momento che Dio non entra in un’anima inquinata dal peccato (Sap 1,4).

7. Pertanto ti esorto ad andare a confessarti al più presto.
Non temere di essere capito o non capito.
Se il sacerdote ti capirà, tanto meglio.
Ma l’essenziale è che tu finalmente riceva il perdono di Dio. Perché Gesù Cristo ha legato il suo perdono al perdono della Chiesa: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20,23).

8. Avrai la previsione, forse, che in grazia non rimarrai per molto tempo e che ricadrai ben presto.
Non importa. Continua ad andare a confessarti. L’importante che almeno sul momento ci sia il proposito di non più peccare.
Il sacerdote sa che alcuni non riescono a vivere stabilmente in grazia. Ma sa anche che Gesù è venuto per i peccatori e che, quello della confessione, è il sacramento della misericordia divina. Per questo è sempre disposto a dare l’assoluzione.

9. Potrei dire che vale anche per te quanto il Santo Curato d’Ars diceva per i sacrifici e la penitenza: “Quello che costa è solo il primo passo”.
Ebbene, vai a confessarti e poi, in grazia, farai la Santa Comunione, rimanendo in colloquio col Signore.
Vedrai che sarà tutto diverso.

Ti assicuro la mia preghiera perché questo passo tu lo compia presto, anzi subito.
Il Signore ti sta aspettando con le braccia aperte.
È contentissimo di riceverti in quel abbraccio che ti rimuove tutta la sporcizia accumulata in tanti anni e ti dona lo splendore e anche la potenza della grazia santificante.
Ti benedico.
Padre Angelo