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Quesito
Caro Padre Angelo,
Io e la mia fidanzata abbiamo deciso di praticare la castità prematrimoniale e per grazia di Dio stiamo riuscendo a mantenerla.
Siamo solo preoccupati per eventuali ripercussioni a livello di salute, considerando che non pratico neanche la masturbazione, ho letto che ciò potrebbe causare problemi alla prostata.
Le chiedo un parere anche perché credo che tanti religiosi si pongano la mia stessa domanda e vorrei stare tranquillo.
Sono felicissimo della forza che il Signore mi dona per restare casto nonostante le tante tentazioni e mi auguro di continuare su questa strada, probabilmente sono anche stupito di riuscirci da così tanto tempo (parliamo di quasi 2 anni) e non le nascondo che la situazione mi fa anche un po’ paura.
Mi perdoni se mi permetto di esporle una questione così delicata, spero di aver utilizzato il canale corretto.
Che Dio la benedica,
Cordiali saluti
Giovanni
Risposta del sacerdote
Caro Giovanni,
1. non è vero che la purezza possa causare problemi di salute.
Vediamo tante persone sposate che soffrono di prostata.
E ci sono tante persone consacrate, che vivono perfettamente la loro purezza, che non hanno problemi di prostata.
Quanti santi non hanno avuto problemi di prostata.
Papa Giovanni, che non ha mai commesso un peccato contro la purezza come si evince anche da una sua testimonianza scritta in quaderni che sono stati pubblicati dopo la sua morte, non ha mai avuto problemi prostata.
Le cause della prostata sono altre.
2. Sono contento del tuo cammino prematrimoniale.
Viverlo in purezza è come assaporarne tutta la fragranza e la bellezza.
La purezza aumenta l’autodominio, la gioia, la stima per il proprio partner.
Un documento del Magistero della Chiesa dice che “la castità è l’affermazione gioiosa di chi sa vivere il dono di sé, libero da ogni schiavitù egoistica” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 17).
Ed è anche “energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (Ib., 19).
3. Se è già proprio di ogni virtù far agire con naturalezza, speditamente e gioiosamente, qui si sperimenta una gioia particolare.
È la gioia connessa all’amore vero, al farsi dono, secondo le parole del Signore: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35).
È la gioia di chi si sente affrancato interiormente, di chi è capace di volare in alto.
4. Gesù ha legato alla purezza di cuore non solo una gioia, ma addirittura una beatitudine, anzi la più bella delle beatitudini, quella di vedere Dio (Mt 5,8).
I teologi distinguono tra gioia e beatitudine.
La gioia è una gran bella cosa, ma la beatitudine è qualcosa di soprannaturale, un dono celeste. Per San Tommaso è “una certa prelibazione (preassaggio) della beatitudine futura” (s. tommaso, Opusc. LX, De Humanitate Christi, 24).
E questo è dato dal fatto che la persona casta ha la capacità di percepire in maniera nitida la presenza di Dio tanto in se stessa e quanto nelle creature.
Come le acque di un lago quando sono pulite e calme permettono di vedere tutto quello che c’è nel fondo, così la persona casta ha la possibilità di vedere nel fondo di tutto e di tutti.
Per converso, chi si lascia andare all’impurità si preclude da se stesso l’esperienza della beatitudine. Non sa neanche che cosa sia.
E nello stesso tempo si lascia andare a piaceri che, slegati dai valori cui dovrebbero essere connessi, hanno come effetto quello di schiavizzare la persona, favorire l’egoismo e l’aggressività. Disposizioni che hanno come effetto di spegnere l’amore e di distruggere le unioni.
Ti assicuro la mia preghiera perché tu e la tua ragazza possiate camminare sempre gioiosamente secondo le vie di Dio e di cuore vi benedico.
Padre Angelo