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Quesito
Gentilissimo Padre Angelo,
ho 26 anni e le scrivo perchè avrei bisogno di una sferzata su un argomento che mi tormenta da molto tempo. Glielo scrivo in breve, quasi in maniera telegrafica, perchè la storia sarebbe piuttosto lunga. Mi sono convertita, dopo anni di cattolicesimo "fasullo", "superficiale", inesistente e peccaminoso. La mia anima si è macchiata di moltissimi e gravi peccati, non ultimo il terribile peccato del sacrilegio Eucaristico (ho preso la Comunione in peccato mortale diverse volte, con una nonchalance pazzesca). Se il Signore mi chiedesse "perchè hai fatto tutto questo?" (so che non lo chiederebbe, come il padre non refuse una sola parola di rimprovero al figliolo prodigo) saprei rispondere soltanto: "perchè sono una terribile stupida". Quando nella mia anima avvenne l’insperato mutamento (dicembre 2010), mi recai presso una chiesa in un’altra città (avevo vergogna a confessarmi dal mio sacerdote), e confessai (pentendomene amaramente) i miei peccati di sesso non citandoli, ma parlando in generale. Il confessore mi diede l’assoluzione, ma omisi per dimenticanza di aver preso innumerevoli volte il Corpo di Cristo indegnamente. Da quella confessione ero convinta di aver "messo a posto la coscienza" (nel senso che credevo di essermi confessata bene), ma il Signore è stato misericordioso con me, e con l’aiuto di una Sua illuminazione, mi resi conto di essermi confessata invece male, per cui mi recai nuovamente presso un’altra chiesa in cui operano i gesuiti, e mi confessai da un altro sacerdote, spiegandogli in breve la mia storia di conversione e anche di non aver confessato nei dettagli i miei peccati. Mi ridiede l’assoluzione. Confido nella Misericordia di Dio che mi sta guidando passo dopo passo a una presa di coscienza dello stato della mia anima, ma in alcuni momenti tutto questo per me è una vera tortura. Per non portargliela alle lunghe, dopo qualche mese (durante questo periodo sono sempre stata convinta della bontà dell’ultima confessione fatta) un passo di un libro mi illuminò: parlava di un’anima dannata, che in vita aveva sempre ingannato il confessore, e la sua destinazione è stata l’inferno. Caro padre Angelo…le garantisco che ho provato un’amara contrizione per i miei peccati, e ne piango continuamente, non perchè io non confidi nella Misericordia, ma piuttosto perchè ho un forte dolore per aver offeso Dio per così lungo tempo. Insomma, dopo aver letto il passo dell’anima dannata, mi feci coraggio e (dopo aver scritto tutti i peccati mortali su di un foglio) sono andata dal sacerdote del mio paese, il quale mi ha proposto una Confessione Generale… l’ho fatta con buon profitto della mia anima. Questo carissimo sacerdote mi ha imposto che qualora ricordassi un altro peccato dall’ultima confessione fatta bene,dovessi riferirglielo,e mi ha imposto di stare tranquilla. Mi ha detto che devo considerare come confessati i peccati che non ricordo, e che non posso tormentarmi per essi. Mi ha infuso una grande tranquillità… Il sereno è durato per poco tempo purtroppo. Ogni tanto mi vengono in mente peccati vecchi, mortali e non… e vivo nel terrore di commettere altri sacrilegi Eucaristici. Sono arrivata al punto tale che non ricordo più quali sono i peccati che ho già confessato e quelli che invece ho commesso e che ancora non confesso. Sto trattando la mia anima come una sorta di schedina 12x e non vivo più bene il momento della Comunione (tantomeno quello della Confessione), che mi reco a prendere perchè so bene che è la Celeste Medicina, nonostante io mi senta indegnissima (e impauritissima), e ho letto che il diavolo insinua dubbi perchè vuole che tralasciamo la Santa Comunione. Non so cosa fare per stare tranquilla. Ho parlato con un altro sacerdote a me molto caro, che mi dice che ho troppi scrupoli, e che questi ostacolano la mia serenità. Non vedo via di scampo, se non iniziare a scrivere tutti i peccati confessati da qualche parte … (?) e servirmi di questo foglio per le ulteriori confessioni.
Questo è quello che si ricava dal peccato: dolori, confusione e vergogna!
Grazie per qualche parola che vorrà gentilmente offrirmi. La chiedo di ricordarmi nelle Sue preghiere, di pregare per la mia conversione, perchè io resti sempre salda nella fede.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. pubblico volentieri la risposta alla tua email perché non sei l’unica ad avere simili turbamenti dopo una confessione ben fatta.
La tua prima confessione è stata insufficiente e per questo giustamente sei andata a confessarti di nuovo da un padre gesuita.
Dopo questa confessione tu dovevi rimanere tranquilla.
2. Il parroco del tuo paese è stato bravo ad accoglierti e a dirti di non tornare più sui peccati della vita passata.
Ormai aveva capito che i peccati erano stati confessati tutti nella loro sostanza e che determinate precisazioni non avrebbero portato nulla di sostanzialmente nuovo in un’eventuale ripetuta confessione.
3. E invece, dopo tempo dopo, sei precipitata di nuovo nella burrasca e hai consultato un quarto sacerdote, che ha capito al volo la tua situazione.
Ma anche quest’ultimo incontro non ha sortito gli effetti sperati sicché ti stai determinando a scrivere i peccati per non dimenticarli.
4. Devo dirti che hai fatto un grosso errore nel passare da un sacerdote all’altro. Dovevi rimanere dal primo sacerdote. Avresti dovuto tornare da lui e ti avrebbe dato la risposta del terzo confessore. Probabilmente ti avrebbe detto anche di non cambiare confessore.
Ti avrebbe pure detto che se ci fosse stato sostanzialmente qualcosa di nuovo che ti veniva in mente, nel frattempo potevi fare la Santa Comunione, perché il peccato era già stato assolto e che con comodo avresti potuto confessarlo in una successiva confessione.
5. È abbastanza facile scoprire in tutto questo tuo turbamento l’azione del tuo avversario che ne approfitta di questo stato ansioso per agitarti ancora di più.
Mentre devi stare assolutamente tranquilla e riposare su quanto ti hanno detto i confessori.
Infatti un conto è tacere volutamente un peccato grave mentre ci si va a confessare. E questo evidentemente costituisce una profanazione del Sacramento e un sacrilegio.
Un altro conto invece è avere la volontà di confessare tutti i peccati, nessuno escluso. E tu questa volontà l’hai manifestata. Per questo i tuoi peccati gravi sono stati tutti assolti.
6. Desidero dire ancora due cose.
La prima riguarda lo scrivere i peccati. Questa è una diligenza che la Chiesa non chiede. Se io fossi il tuo confessore ti obbligherei a non scrivere i peccati.
La seconda concerne il passo del libro che ti avrebbe illuminato: parlava di un’anima dannata, che in vita aveva sempre ingannato il confessore, e la sua destinazione è stata l’inferno.
Come vedi, quell’anima aveva sempre volutamente ingannato il confessore, mentre in te questa volontà non c’è affatto.
Inoltre ci sarebbe da chiedersi se la rivelazione di quell’anima sia autentica perché il demonio sa travestirsi da angelo di luce, come dice San Paolo, per mettere confusione nelle anime. Dicendo che un’anima si trova all’inferno, la priva dei suffragi e priva di meriti e di ulteriore santificazione coloro che avrebbero fatto i suffragi. Per questo ho i miei dubbi per non dar credito a simili rivelazioni, che non hanno alcuna autenticazione da parte della Chiesa.
7. Metti il tuo impegno nel pentimento dei peccati della vita passata e nell’esercizio della virtù della penitenza. Questo è gradito al Signore e ti tiene umile.
La moltiplicazione delle confessioni per ripetere peccati già accusati diverse volte mette solo agitazione e affanno.
Ti rispondo nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di san Filippo Neri (26 maggio) il quale amava ripetere: “Scrupolo e malinconia via da casa mia!”.
Mi auguro di essere stato chiaro e soprattutto di avere riportato serenità nella tua anima, che vive in grazia e ha bisogno di vivere la Santa Comunione senza lasciarsi prendere dai turbamenti che derivano dal suo avversario.
Ti auguro una fruttuosa festa di Pentecoste, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo