Questo articolo è disponibile anche in: Italiano Inglese
Caro Padre Angelo,
Mi scusi la lunghezza della lettera ma sento il bisogno di dirle proprio tutto il mio percorso. Ho 22 anni ed ho creduto fermamente fino ai 20, praticamente la maggior parte della mia vita. Sono cresciuta in una famiglia di testimoni di Geova che mi ha cresciuto con dei sani principi. Mi sentivo speciale perché io conoscevo la “verità”. Poi non so perché verso i 20 ho iniziato a sentirmi sola in questa fede. Mi sentivo attratta da Dio ma non riuscivo a sentirlo vicino. Mi vennero mille dubbi sulla mia fede, mi chiedevo se avessi creduto per tanti anni in fantasie . Oltretutto iniziai a fare ricerche su internet sulla Bibbia e questo mi portó ancora più lontano perché scoprii che in diversi punti la donna sembra essere inferiore, soprattutto dalle parole di San Paolo. Così smisi di frequentare le adunanze dei testimoni e come forse lei saprá, essendo una comunità molto chiusa che insegna a fare amicizia solo all’interno dei testimoni, mi ritrovai sperduta. In questi due anni , ho cercato serenità in una relazione sbagliata dal principio perché con un uomo sposato ma ovviamente all’inizio non lo capivo e volevo fare di testa mia per dimostrare a me stessa che le leggi di Dio sono inutili e che si può trovare la felicità anche non rispettandole. Oggi sono felice che quella relazione sia finita, era solo uno sfruttamento da parte sua, non mi amava veramente e io non mi sarei dovuta intromettere in un matrimonio. Ho provato a cercare la serenitá anche con delle amicizie della mia età ma sentivo il vuoto profondo delle conversazioni, era un gruppo di ragazzi che amava far chiasso nei locali a suon di bestemmie, birra, canne e corse a tutta velocità per strada. Mi infastidiva anche il fatto che le ragazze del gruppo si concedessero senza problemi al primo offerente pur non essendo innamorate. Mi allontanai pure da questo gruppo. Devo precisare che in questi due anni ho comunque mantenuto sempre una curiosità verso le religioni e il soprannaturale perché dentro di me ho sempre continuato a credere che comunque c’é qualcosa di più grande di noi, pur non credendo più al Dio che mi era stato inculcato da bambina. Mi sono informata sul Buddismo, gli Hare Krishna , i Wiccan e altre religioni/filosofie ma non mi hanno convinto e non ci sono entrata. In questi due anni ho maturato tante consapevolezze, ho capito che: non si trova la felicità pensando solo ai propri interessi , sesso, droga e alcol danno solo una consolazione temporanea. In questi ultimi mesi dei mie amici cattolici mi hanno invitato ad andare prima a vedere il Papa e poi il vescovo di Bologna. Quando andai a vedere il Papa ad ottobre allo stadio di Bologna, rimasi sorpresa dalla sua dolcezza ma essendo la prima messa in assoluto a cui assistevo non capii tutti i significati dei riti. Fu comunque un’esperienza impattante. Sentire di nuovo le parole di Gesù mi portó alla consapevolezza che io ero perfettamente d’accordo col suo insegnamento! Uscita dalla messa mi sentivo frastornata. Capivo l’importanza che ha nella vita avere fede in qualcosa di grande e vedevo la serenità dei fedeli ma per quanto mi ritrovassi nell’insegnamento di Gesù ero ancora legata a quella compagnia di amici e non ebbi il coraggio di staccarmi ancora per diversi mesi. Verso Marzo di quest’anno decisi che volevo riavvicinarmi a Cristo, così iniziai a frequentare la Chiesa Cattolica. Non sono tornata dai testimoni perché per quanto siano delle brave persone, sono poco aperti al mondo esterno e per alcune dottrine con cui non mi ritrovo più. All’inizio andavo a messa in modo un po’ meccanico. Ma come dicevo prima, prima il Papa e poi il Vescovo di Bologna Matteo Zuppi mi spinsero a continuare questo cammino. In questi pochi mesi da cui frequento la Chiesa sento che ho riacquistato un po’ della vecchia fede che avevo avuto. Mi sento come il figliol prodigo, sono piena di peccati ma sono desiderosa dell’amore di Gesù e di riconciliarmi con lui però a volte mi tornano i vecchi dubbi a cui non so dar risposta. Per questo mi sono rivolta a lei perché non voglio tornare indietro.
(…)
Vorrei ricevere risposta a molte delle domande sulle differenze tra le due dottrine prima di intraprendere il cammino di Catecumenato per poi battezzarmi senza dubbi e piena libertà di cuore come cattolica, perché da quel che ho capito quando si inizia questo percorso bisogna avere le idee giá molto chiare. Sa a chi mi potrei rivolgere? O se c’é un libro che spiega in modo dettagliato? La ringrazio della pazienza e della disponibilità. Un abbraccio
Carissima,
mi scuso anzitutto per il grave ritardo con cui ti rispondo.
Mi auguro solo che non abbia avuto ritardo il tuo incontro con Cristo.
1. Una delle tue prime frasi ha dipinto la fede dei testimoni di Geova: “Poi non so perché verso i 20 ho iniziato a sentirmi sola in questa fede. Mi sentivo attratta da Dio ma non riuscivo a sentirlo vicino”.
La fede dei testimoni di Geova non è comunione con Dio.
Tanto meno è l’esperienza della presenza personale di Dio nel nostro cuore.
2. Nella fede dei testimoni di Geova ciò che importa è sapere che si è nel numero dei salvati.
Non metto in dubbio che si tratti di persone che hanno una loro rettitudine morale, come ad esempio è avvenuto nella tua famiglia.
3. Ma ecco il neo: dici che ti sentivi attratta da Dio, ma non riuscivi a sentirlo vicino.
È naturale che fosse così, perché i testimoni di Geova non ti donavano la grazia santificante, che è quella realtà di ordine soprannaturale che porta dentro di noi lo Spirito Santo e con lui la presenza della Trinità santissima e adorabile.
4. Il loro errore di fondo deriva dal protestantesimo che pretende di leggere la Sacra Scrittura secondo il libero esame, e cioè a proprio arbitrio.
Mentre la Sacra Scrittura non è soggetta a privata interpretazione come ricorda san Pietro nella sua seconda lettera: “Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio” (2 Pt 1,20-21).
5. Di fronte ad un’affermazione così grave che contrasta apertamente contro il loro principio, i protestanti hanno tolto la seconda lettera di San Pietro dal novero delle Sacre Scritture, dimenticando che le Scritture le hanno ricevute proprio dalla Tradizione che essi negano.
Anzi, le hanno ricevute dalla Tradizione autenticata dal Magistero della Chiesa che fin dall’inizio ha distinto chiaramente i libri canonici e ispirati da quelli apocrifi.
6. Poiché le Scritture hanno Dio per autore (“mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio”) solo Dio può spiegare il loro preciso significato.
Gesù Cristo che ha dato prove schiaccianti della propria divinità (ma i testimoni di Geova la negano) ha spiegato anche le Scritture.
L’ha fatto sia da se stesso sia parlando attraverso gli Apostoli.
E da quanto si legge nel Vangelo di Luca “Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture” (Lc 24,45) si deduce che gli apostoli hanno ricevuto da Cristo il dono di comprendere le Sacre Scritture nel loro significato preciso.
La Chiesa poi ha ricevuto da Gesù ha il compito di trasmettere intatto il significato delle Scritture.
In riferimento a questo compito così importante per la salvezza di tutti Gesù Cristo le ha donato lo Spirito di verità: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Gv 16,33).
7. Le parole di San Pietro condannano apertamente l’errore dei protestanti i quali dichiarano che sia lecito per chiunque, per quanto annebbiato e per nulla istruito, di interpretare a proprio capriccio la parola di Dio e di costruirsi così una religione a proprio uso e consumo.
Questo è il peccato originale dei protestanti.
I quali peraltro conservano la fede nella Trinità e nella divinità di Cristo, mentre i testimoni di Geova sono andati più in là negando sia l’una che l’altra. Sicché non sono cristiani.
8. Inoltre i testimoni di Geova dovrebbero sapere che la nostra anima ha ricevuto un’unzione chiamata anche grazia, che ci mette in grado di godere della presenza di Dio dentro il nostro cuore.
Di quest’unzione parlano san Paolo e San Giovanni.
San Paolo: “È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l’unzione” (2 Cor 1,21).
San Giovanni: “Ora voi avete l’unzione ricevuta dal Santo” (1 Gv 2,20) e “quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi” (1 Gv 2,27).
Quest’unzione, che è una partecipazione dell’unzione che ha ricevuto Gesù (At 4,27), è quella realtà che nella Sacra Scrittura è chiamata grazia.
È la grazia santificante.
9. Ed ecco che cosa attua la grazia nei credenti: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).
Dall’osservanza dei comandamenti, senza la quale non si viene unti dallo Spirito Santo che ci conferisce la grazia, sgorga l’inabitazione di Dio dentro di noi: “noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).
10. Di qui parte quel senso di pienezza avvertito dalle anime in grazia e che fa godere della presenza di Dio che ci occupa da parte a parte.
11. Chi non vive l’esperienza della grazia continuerà a credere in Dio, ma sentirà sempre Dio come lontano.
Proprio come l’hai avvertito tu in maniera molto forte all’età di 20 anni.
Non sapendo che questa presenza è legata alla grazia tu hai cercato Dio nelle altre religioni e ugualmente non l’hai trovata.
Infine ti sei avvicinata a Cristo.
Sei andata allo stadio di Bologna e nella presenza del Papa hai avvertito che c’era qualcosa d’altro, di più interiore, ma non riusciaai a decifrare di che cosa si trattava.
12. Sei all’inizio di un grande cammino.
Ti auguro di andare avanti con i medesimi sentimenti del funzionario della Regina Candace, il quale dopo aver ricevuto il battesimo e l’illuminazione che gli aveva dato Filippo, “proseguì pieno di gioia il suo cammino” (At 8,39).
13. Per avere riferimenti concreti su quanto devi fare rivolgiti in parrocchia. Lì ti verrà detto tutto.
Ho tagliato il resto della tua mail nella quale mi poni molte domande che potrai pormi in seguito una per volta al fine di non mettere troppa carne al fuoco e di impedirmi di dare una risposta adeguata.
Ti auguro di avere sempre il cuore colmo della grazia dello Spirito Santo.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo