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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono … e vivo nel nord, ma sono originaria del sud Napoli e come molti altri giovani della mia età, a causa della mancanza di lavoro e precarietà, che affligge il nostro martoriato Sud Italia, sono stata costretta, dopo la laurea,  ad abbandonare la mia città natale, in cerca di lavoro e di una vita "migliore" qui al Nord, condividendo l’abitazione con altre ragazze.
Purtroppo la mia condizione economica e gli affitti esorbitanti qui nel nord, mi impedivano di potermi permettere una casa tutta mia…
Poi è arrivato il lavoro a tempo indeterminato e anche l’AMORE… ho conosciuto qui un ragazzo sensibile, rispettoso, che mi Ama e che Amo tantissimo, con il quale voglio… anzi vogliamo creare una famiglia Cristiana, ci sposeremo infatti il prossimo giugno 2012.
Dopo un primo periodo dove abbiamo vissuto da "fidanzati", ognuno in case separate, (anche lui è originario del Sud e trapiantato qui al Nord, lontano dalla famiglia, per ragioni di lavoro e condivideva un appartamento con un ragazzo) abbiamo deciso di trovare una casa insieme  in affitto ed andare a viverci; io non ne potevo più delle mie sregolate e menefreghiste coinquiline e poi dovevamo pensare seriamente a mettere qualche soldino da parte per poter realizzare il nostro sogno: sposarci,  avere un bambino/a, comprare una casa nostra.
Così conviviamo da più di un anno, non potendoci ancora sposare per ragioni economiche…ma cmq avendo come nostro progetto principale il Matrimonio e la costruzione di una FAMIGLIA…per questo ogni mese cerchiamo di mettere più soldini possibile da parte, rinunciando anche ad una semplice pizza al sabato sera….quando tanti giovani della nostra età pensano solo al divertimento e conducono una vita dedita alla sregolatezza!
E  invece io e il mio futuro marito siamo per la Chiesa due peccatori mortali…..Mi chiedo e Le chiedo è peccato AMARSI e volersi costruire una famiglia, sposarsi, ma non poterlo fare perchè mancano i soldi per affrontare un matrimonio e si stanno facendo enormi sacrifici per poter affrontare la spesa, senza l’aiuto di nessuno, senza l’aiuto dei genitori, ma solo col frutto del proprio lavoro? Un matrimonio, anche il più semplice possibile,come sarà il nostro, richiede cmq il dover affrontare delle spese, o allora il matrimonio è solo roba da ricchi e noi miseri schiavi lavoratori sottopagati dovremmo accontentarci di sposarci in jeans e maglietta e festeggiare il giorno più bello della nostra vita noi due soli davanti ad una pizza? Mi risponderà sicuramente  che il matrimonio è un sacramento, la nostra unione che viene elevata e consacrata davanti al Signore, il che non comporta nessuna spesa… ma io Le rispondo in anticipo…è peccato voler ricordare e celebrare in modo significativo il Matrimonio, ricordarlo come il giorno più bello e festeggiarlo insieme ad amici e parenti?….Ma tutto ciò ha un costo monetario!!!!
Ieri siamo stati a colloquio col nostro parroco, un colloquio conoscitivo ed esplicativo prima di iniziare il corso prematrimoniale, gli abbiamo spiegato che conviviamo e anche le ragioni della nostra convivenza (1. la lontananza di entrambi dalle proprie case natie, 2. le mie terribili esperienze di convivenza con altre ragazze 3. i problemi economici e i sacrifici che stiamo facendo per mettere dei soldi da parte, non potendo contare sull’aiuto di mammà e papà), lì per lì si è mostrato comprensivo, aperto al dialogo, si è detto anche contento di averci conosciuto…ma poi durante l’Eucarestia si è rifiutato di comunicarci. Ci sono rimasta molto male ovvio… sento forte infatti il bisogno e la gioia di ricevere l’Eucarestia, sono e sono stata sempre cattolica praticante ma ora per la Chiesa sono una peccatrice, non degna di ricevere l’Eucarestia.
Non conduco una vita sregolata, non bevo, non rubo, non danneggio il prossimo….pecco semplicemente  perchè amo il mio futuro marito e perchè non ho abbastanza soldi al momento per potermi unire subito in matrimonio con lui!!!
Perchè la Chiesa è talmente ottusa davanti queste nuove problematiche sociali? Non si rischia così di allontanare i giovani anziché avvicinarli?
Io amo il mio futuro marito e ogni atto che compio con lui, anche quello sessuale, non è SESSO ma AMORE, reciproco donarsi  e amarsi.
Il Sesso, quello fatto solo per piacere, per puro godimento e usando l’altro poi gettandolo via come un oggetto, quello penso sia peccato grave che non consente l’avvicinarsi al sacramento della Comunione.
E poi leggo che un parroco non ha saputo dir di no a Berlusconi, il nostro premier, separato due volte e dalla condotta morale e sessuale  non certo cristiana, e gli ha concesso la Comunione!!!! Rabbrividisco davanti a queste cose e non me le riesco a spiegare!!!!!
Per fortuna la mia fede è salda e non sono certo queste cose ad allontanarmi dalla Chiesa e da Dio!
Dio non è un giudice ma un padre amorevole e sono sicura che saprà perdonare la mia convivenza col mio futuro marito, solo perchè non ho abbastanza soldi!!
Le sarò grata se potrà darmi una lettura Cristiana alla mia vicenda e se potrà consigliarmi su come vivere cristianamente il periodo di preparazione al matrimonio, non potendo accostarmi al sacramento della Santa Comunione.

Saluti e Le chiedo una preghiera affinché io e il mio ragazzo potremo superare tutti i problemi economici ed avere una bella Famiglia


Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. mi meraviglio di quello che mi scrivi.
La Sacra Scrittura dice che "Dio non entra in un’anima inquinata dal peccato". 
Fare la S. Comunione in stato di peccato è un sacrilegio.

2. Il parroco per un atto di amore per te ti ha evitato di fare un sacrilegio, un sacrilegio che secondo San Paolo ha queste conseguenze: "Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. E’ per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti" (1 Cor 11,27-30).

3. Forse non ti sei resa conto di quello che facevi: convivente, con rapporti sessuali prima del matrimonio, senza essere confessata, ti accostavi alla S. Comunione.
Come puoi rimanere male perché il sacerdote te la rifiuta?
Mi dici che il comportamento della Chiesa fa allontanare la gente.
Ma di fatto tu ti sei già molto allontanata da Dio, senza accorgertene.
Il comandamento non commettere atti impuri non è della Chiesa, ma di Dio.
Così come il comandamento di esaminare se stessi prima di fare la S. Comunione non è della Chiesa, ma è di Dio.
Pertanto è per un atto di amore verso di te che la Chiesa, ministra dei sacramenti, non ti ha dato la Comunione.

4. Scrivi: “Perchè la Chiesa è talmente ottusa davanti queste nuove problematiche sociali?”
Un’espressione del genere la dice lunga e te lo dico con tutta la tenerezza del cuore: sei lontana, molto lontana.
La Chiesa dovrebbe cambiare i comandamenti di Dio?
Ne è autorizzata?
È questo il suo compito?
È ottusa perché non cambia i comandamenti e chiede ai giovani di essere puri?

5. Perché invece non dici: sì, mi sto concedendo a una persona che non mi appartiene ancora?
Sì, il mio non è amore vero totale, perché mi rifiuto di donarmi in totalità, alterando così il disegno divino sulla sessualità, facendo contraccezione?
Sì, non mi sto fidando di Dio e dei suoi comandamenti, come se Dio non sappia che cosa è vero amore e che cosa è invece amore impuro?

6. I discorsi che fai sul giorno del tuo matrimonio sono tutti belli e giusti.
Ma non ti dispensano dall’osservare i comandamenti divini e di far passare per puro un amore, che a detta di Dio, puro non è.
E questo rimane vero nonostante che tu metta in tutto maiuscolo quello che non è secondo Dio.

7. Carissima, secondo me è meglio tenersi umili e dire: sono un povero peccatore, non vivo secondo la legge santissima di Dio, non sto camminando secondo le sue vie. Vivendo nel peccato non mi sto santificando in nessun modo.
È meglio dire: Signore, abbi misericordia di me.
Forse è meglio fare nostra la preghiera del profeta Baruc: “Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi la vergogna sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme, per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, perché abbiamo offeso il Signore, gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi” (Bar 1,15-18).

Ti chiederei di riflettere su quello che ti ho scritto.
Ti accompagno con un ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo