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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono G.
Avendo già letto altre vostre risposte riguardanti gli anti concezionali, evito di farvi la domanda perchè ho già le idee chiare su come la Santa Chiesa ci comanda.
Noi abbiamo due bellissimi maschietti per dono del Signore, ma dopo il secondo bimbo mia moglie solo all’idea di poter avere un’altra gravidanza le viene da piangere dicendo di non saperla affrontare. Per questa ragione ha deciso di prendere la pillola contraccettiva perchè secondo lei resta la più sicura, almeno pensa.
La mia domanda è: siccome è lei ad aver deciso di prendere i contraccettivi contro la mia volontà, per quanto riguarda la mia posizione che dovrei fare? Dovrei astenermi da rapporti sessuali, oppure visto che non è mia l’idea posso avere dei rapporti senza fare peccato?
Grazie e che Dio vi protegga sempre.


Risposta del sacerdote

Carissimo G.,
1. è sbagliato prendere la pillola per tutti i danni che comporta sia nell’ordine fisico sia nell’ordine morale.
Già tutti i medicinali hanno le loro contro indicazioni. E queste si tollerano per eliminare dei mali già presenti.
Ma qui non viene eliminato alcun male e si aggrava pesantemente il proprio corpo per cui dell’uso della pillola contraccettiva, prima o poi, si ha sempre amaramente da pentirsene.
Qui è il caso di dire che alcune ditte farmaceutiche fanno i loro interessi economici sulla pelle delle donne.

2. Non parlo degli effetti nell’ordine morale dei quali ho già parlato in diverse risposte. È sufficiente che ricordi che, assunta per fini contraccettivi, non è mai lecita perché altera il disegno di Dio sulla sessualità e sul significato dei rapporti coniugali.

3. Entro adesso nella questione che mi hai posto.
I coniugi, col matrimonio, contraggono il diritto di avere rapporti coniugali. È il cosiddetto debito coniugale di cui parla San Paolo.
Tuttavia questo diritto viene meno quando il rapporto viene attuato in maniera difforme dal progetto di Dio.
Il coniuge non si deve prestare se l’altra parte pone come condizione la contraccezione.

4. Ma qui non sei tu che poni come condizione la contraccezione. È tua moglie che viene meno ad un tuo preciso diritto e ti mette in una situazione imbarazzante di coscienza.
Infatti di per sé né lei potrebbe chiedere il “debito coniugale” e neanche tu, perché di fatto sai che in questo caso cooperi ad un’azione che falsa il progetto di Dio e gli è offensiva.

5. Bisognerebbe che faceste uno sforzo per studiare meglio i metodi naturali, i quali, se bene conosciuti e applicati, danno una sicurezza ancor maggiore dei vari metodi contraccettivi, e senza alcun danno fisico o morale.

6. Diversamente rimane quello che si legge nell’enciclica Humanae vitae: “Non intendiamo affatto nascondere le difficoltà talvolta gravi inerenti alla vita dei coniugi cristiani: per essi, come per ognuno, ‘è stretta la porta e angusta la via che conduce alla vita’ (Mt 7,14; Eb 12,11). Ma la speranza di questa vita deve illuminare il loro cammino, mentre coraggiosamente si sforzano di vivere con saggezza, giustizia e pietà nel tempo presente, sapendo che la figura di questo mondo passa (1 Cor 7,31).
Affrontino quindi gli sposi i necessari sforzi, sorretti dalla fede e dalla speranza che non delude; perché l’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori con lo Spirito Santo, che ci è stato dato (Rm 5,5); implorino con perseverante preghiera l’aiuto divino, attingano soprattutto nell’Eucaristia alla sorgente della grazia e della carità.
E se il peccato facesse ancora presa su di loro, non si scoraggino, ma ricorrano con umile perseveranza alla misericordia di Dio, che viene elargita nel sacramento della Penitenza” (HV 25).

7. Anche la CEI, presentando ai fedeli l’insegnamento dell’Humanae vitae, indica la medesima strada: “Questa evangelica benignità si manifesti specialmente nei confronti di quei coniugi le cui mancanze non derivano da un rifiuto egoistico della fecondità, bensì piuttosto dalle difficoltà, a volte molto serie, in cui si trovano di conciliare le esigenze della paternità responsabile con quelle del loro reciproco amore.(…).
Sarebbe tuttavia un serio errore educativo, se con il loro atteggiamento di comprensione, i sacerdoti finissero per favorire nei coniugi una condotta mediocre o facili accomodamenti: in questo, come in ogni altro settore della vita morale, nessun cristiano può sottrarsi all’impegno di un perseverante e responsabile sforzo per adempiere mediante l’aiuto della grazia la volontà di Dio” (II).

8. Ti consiglio per la tua vita spirituale la confessione frequente, anche ogni quindici giorni. Meglio ancora se settimanale.
Tendi al meglio anche in questo.
E se nell’ambito coniugale vi fossero rapporti non conformi alla legge di Dio, dal momento che tu sapevi in antecedenza che sarebbero stati così, con grande umiltà chiederai perdono anche di questo al ministro di Dio.
Vedrai che il perdono te lo darà sempre e tu sarai più contento.
Altre soluzioni, di manica più larga, lascerebbero sempre una certa inquietudine di coscienza, e da questa inquietudine a ragione vuoi essere risparmiato.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico unitamente a tutta ala tua famiglia.
Padre Angelo