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Quesito
Caro padre Angelo,
sia lodato Gesù Cristo per il bene che fate voi Domenicani e lei in particolare attraverso questa istruttiva rubrica.
Le chiedo una delucidazione circa la figura del “servo di Dio”.
Vorrei sapere se è lecito pregare, chiedendo l’intercessione di un servo di Dio, rivolgendosi direttamente a questi, in tale modo: «Servo di Dio XY, prega per me il Signore», o anche: «Servo di Dio XY, ti chiedo di intercedere presso Dio affinché io possa ottenere tale grazia…».
Cercando una risposta al mio interrogativo mi sono imbattuto in questa pagina: <https://it.cathopedia.org/wiki/Servo_di_Dio>, nella quale noto una certa contraddizione laddove si dice dapprima che è proibito il culto al servo di Dio “né si può pregare direttamente il Servo di Dio/Venerabile” ed in seguito si dice invece che “Ci si può raccomandare alla sua preghiera”.
In sostanza, in che termini è lecito pregare volendo coinvolgere il servo di Dio alla luce della comunione dei santi?
Si può pregarlo “chiedendogli un miracolo”? (Certo so che è solo Dio che fa i miracoli, intendo l’intercessione).
Lo stesso quesito vorrei declinarlo circa la figura del venerabile.
La ringrazio per il chiarimento che vorrà fornirmi.
Un amico di Amicidomenicani.
Risposta del sacerdote
Carissimo amico degli amici domenicani,
grazie innanzitutto per questa fraterna amicizia!
1. quanto hai trovato in Cathopedia sul concetto di servo di Dio e anche di venerabile è perfetto. Non vi è alcuna contraddizione tra le varie affermazioni.
2. La distinzione fondamentale che si deve fare in proposito è tra il culto pubblico e il culto privato.
Il culto pubblico è quello che è approvato dalla Chiesa e perciò stesso si può fare in qualsiasi comunità o organizzazione di fedeli.
Il culto pubblico è permesso solo a partire dalla beatificazione del servo di Dio.
Solo a questo punto viene proposto come modello di vita cristiana o di testimone della fede (se si tratta di un martire) e come intercessore.
3. Il culto privato invece è quello che viene dato personalmente dai singoli.
Come è lecito appellarsi personalmente alle anime dei nostri cari defunti e chiedere loro di pregare Dio per noi, così è lecito farlo in forma privata anche per coloro che sono dichiarati servi di Dio o venerabili.
4. Si riceve l’appellativo di servo di Dio per il solo fatto che viene iniziata pubblicamente la causa di beatificazione.
Non è necessaria alcuna dichiarazione, come invece avviene per i beati e molto più per i santi.
5. Giustamente la Chiesa vieta il culto pubblico ai servi di Dio perché non di rado il loro processo di beatificazione viene interrotto.
6. Si diventa venerabili con decreto pubblico della Chiesa che testimonia l’esemplarità della vita cristiana o l’autenticità del martirio.
Tuttavia ai venerabili, come del resto ai servi di Dio, può essere dato solo culto privato.
Il culto pubblico può essere dato solo dopo il miracolo approvato dalla Chiesa (per i martiri non si richiede il miracolo, è sufficiente che il martirio sia autentico martirio cristiano) e dopo la proclamazione pubblica di beatificazione.
7. Per questo motivo anche le preghiere della Chiesa sono diverse.
Finché si tratta di servo di Dio o di venerabile si prega la Santissima Trinità di glorificare in terra attraverso il miracolo o il riconoscimento del martirio un determinato servo di Dio.
Dopo la proclamazione di beatificazione ci si può rivolgere con culto pubblico al novello beato perché la Chiesa lo riconosce pubblicamente nostro intercessore in cielo.
8. Alla tua domanda finale pertanto si risponde così: nel culto privato puoi dire «Servo di Dio XY, prega per me il Signore», o anche: «Servo di Dio XY, ti chiedo di intercedere presso Dio affinché io possa ottenere tale grazia» compreso il miracolo.
Nel culto pubblico invece preghi la Santissima Trinità di concederti una determinata grazia, compreso il miracolo, per la glorificazione del servo di Dio o del venerabile.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo