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Quesito

Caro Padre Angelo,
buona sera, il mio nome è Silvano, le scrivo da M. (provincia di Milano), vorrei sottoporre alla Sua cortese attenzione / valutazione, la mia predilezione per un monaco domenicano mistico del 300 (coevo di Dante), il suo nome è Meister Eckhart.
Grazie a presto.


Risposta del sacerdote

Caro Silvano,
1. sono contento della tua attrazione verso Maestro Eckhart, frate domenicano tedesco, che è stato all’origine della cosiddetta mistica renana del XIV secolo.
Questa corrente mistica ha avuto come suoi grandi esponenti il Venerabile Giovanni Taulero (il “doctor illuminatus et sublimis”) e il Beato Enrico Susone, tutte e due domenicani.
A dire il vero ho provato diverse volte a prendere in mano i testi di Eckhart e li ho trovato sempre molto difficili.
Più volentieri ho letto quelli del Ven. Taulero.

2. Jonannes Eckhart, detto Meister Eckhart (Hochheim 1266-Colonia 1327), è entrato nell’Ordine domenicano nella provincia Teutoniae (tedesca) a 15 anni.
Per le sue promettenti e straordinarie doti intellettuali fu mandato a studiare a Parigi e a Colonia.
Ricevette il massimo grado accademico che danno i domenicani, quello di Maestro in teologia. Di qui l’appellativo di Meister Eckhart, Maestro Eckhart.
Per oltre un decennio fu provinciale dei domenicani tedeschi.

3. Accusato di eresia dall’Arcivescovo francescano di Colonia nel 1326 fu sottoposto a processo. Questo si concluse due anni dopo la sua morte con la condanna di 26 proposizioni tratte dalle sue opere.
La sua famosa Difesa nega decisamente che le due liste di proposizioni tratte dai suoi scritti siano eretiche e contiene la famosa dichiarazione: “Io posso sbagliare, ma non posso essere considerato eretico, poiché una cosa è l’intelletto. L’altra la volontà”.
Si appellò alla Santa Sede e partì per Avignone, dove si trovava il Papa, ma morì prima che il caso fosse chiuso.
Giovanni XXII condannò le due liste di proposizioni secondo il loro “senso ovvio”, con una condanna benevola, suggerita dall’intenzione senza dubbio ortodossa di Eckhart e dalla sua sincera sottomissione all’Autorità della Chiesa.
Qualcuno ha detto che Eckhart non ha tenuto conto delle capacità intellettuali dei suoi ascoltatori e di come facilmente alcune delle sue espressioni potessero essere equivocate.
Di recente però Eckhart è stato scagionato del tutto dall’accusa di eresia.

3. Riporto una pagina di Maestro Eckhart su un argomento particolare “il deserto divino”. È molto profonda, ma in alcuni tratti anche difficile.
“La stessa cosa dico dell’uomo che ha annientato se stesso in sé, in Dio e in tutte le cose create. Quest’uomo ha preso possesso del posto più basso e Dio deve effondere tutto se stesso in quest’uomo altrimenti non è Dio.
Io dico, in verità, che è cosa buona, eterna e durevole che Dio debba effondere tutto se stesso, con tutta la sua forza, così totalmente in ogni uomo che ha abbandonato completamente se stesso al punto che Dio non trattiene nulla del suo estro, della sua natura, della sua intera divinità, ma deve effonderla tutta, in modo fecondo, in quest’uomo che ha abbandonato se stesso per Dio e ha occupato il posto più basso…
Qualche volta ho parlato di una luce che è increata, che non è capace di creazione e che è nell’anima. Io parlo sempre di questa luce nei miei sermoni e questa stessa luce comprende Dio senza un mediatore, scoperta, pura come egli è in se stesso; e questa comprensione dev’essere compresa come un avvenimento quando ha luogo la nascita. Qui, in verità, posso dire che questa luce può avere più unità con Dio di quanta ne abbia con qualsiasi altro potere dell’anima con il quale tuttavia è uno nell’essere…
Ecco perché dico che se un uomo rinnegherà se stesso e tutte le cose create per questa volontà, sarà reso uno e beato nella scintilla dell’anima, che non ha mai toccato e non ha né tempo né luogo. Questa scintilla rifiuta tutte le cose create e non vuole altro che il suo Dio, puro come egli è in se stesso. Non è soddisfatto del Padre, del Figlio o dello Spirito Santo o di tutte e tre le persone, finché ognuna di esse permane nelle sue proprietà. Io dico, in verità, che questa luce non si accontenta delle qualità generanti e feconde della natura divina. Dirò di più, per quanto possa essere sorprendente. Parlo in tutta verità, verità che è eterna e durevole, che questa stessa luce non è soddisfatta della semplice essenza divina nel suo riposo, armonia, poiché non dà né riceve, ma semplicemente vuole conoscere la fonte della sua essenza, vuole andare in quel semplice fondo dell’anima, nell’intimo deserto in cui non ha contemplato distinzione, né il Padre né il Figlio né lo Spirito Santo. In quella parte recondita, in cui non dimora nessuno, si è soddisfatti per quella luce e si è più intimi di quanto si possa essere a se stessi, poiché il fondo dell’anima è un semplice silenzio, immobile in se stesso e tutte le cose sono mosse da questa immobilità e tutta la vita è ricevuta da coloro che hanno l’essere razionale in se stessi”.

Ti ringrazio di avermi dato l’occasione di presentare sebbene in maniera molto breve la figura di questo grande domenicano tedesco.
Con l’augurio di poterlo imitare, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo