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Quesito
Caro Padre Angelo,
Il mio nome è C. e ho 17 anni. Non so se le possa scrivere pur essendo minorenne. Ci provo lo stesso. Ho un problema. Da un anno sono fidanzata con un ragazzo meraviglioso. Sono così fortunata a stare con lui. Mi creda, è davvero speciale. Con lui sono felice. Non è questo il problema, ovviamente. Il problema è un altro. Lui è estremamente credente. Lo ammiro così tanto per questa sua fede incrollabile. Fin dall’inizio della nostra relazione lui mi ha proposto di vivere un fidanzamento casto. Ho accettato. Solo che non riesco a viverlo bene. Sento come una voce dentro di me che mi sussurra in continuazione che ci stiamo privando di una cosa bella. Mi sento come se qualcuno stesse cercando di raggirarmi. Di privarmi di qualcosa. Ma lui non può raggirarmi. Lui mi vuole bene. Glielo leggo negli occhi ogni giorno. Cosa devo fare? Grazie in anticipo per l’aiuto.
C.
Risposta del sacerdote
Carissima C.,
1. se hai l’impressione che la voce che ti dice che privandoti degli atti impuri ti privi di qualche cosa di bello ritieni per certo che quella voce è una tentazione del demonio.
Il demonio tenta attraendo. San Paolo dice addirittura che sa travestirsi da Angelo di luce (2 Cor 11,14).
Il tuo avversario non è così sciocco da pensare che solo presentandoti qualcosa di brutto tu ne possa essere attratta.
2. Nella tentazione di Adamo ed Eva (che non ha a che fare con i problemi sessuali, ma con la superbia) appare con straordinaria evidenza la strategia usata dal demonio per portare alla rovina.
Seguiamo per un istante questa strategia.
Egli chiese ai nostri progenitori: “È vero che Dio ha detto: «Non dovete mangiare di alcun albero del giardino»?” (Gn 3,1).
Eva, appena sorpresa dalla tentazione dell’avversario (e aveva i lumi per riconoscerlo), avrebbe dovuto troncare subito, fidandosi più di Dio e che del suo nemico.
E invece è stata al gioco.
Gli rispose ingenuamente: no, non ci ha detto di non mangiare degli alberi del giardino, ma solo dell’albero della scienza del bene e del male.
E così la tentazione continuò.
3. Se Eva avesse rifiutato il dialogo, magari girando discorso, la tentazione sarebbe stata soffocata nel suo sorgere, la vittoria sarebbe stata sua e il tentatore si sarebbe ritirato umiliato.
Invece è stata imprudente nell’accettare il dialogo e in quel momento aveva già cominciato a cedere.
Il demonio allora si è fatto più audace e le disse apertamente: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male” (Gn 3,4-5).
4. E riuscì a persuaderla che nel frutto proibito (e cioè nel peccato) c’era la felicità: “La donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò” (Gn 3,6).
Eva ormai aveva distolto lo sguardo da Dio.
Si era dimenticata del divieto e della pena: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire” (Gn 2,16-17).
Appena ha ceduto, ha sentito che quel frutto era gradevole. Le parve che la promessa del suo nemico fosse mantenuta e ne diede da mangiare anche ad Adamo.
5. Ma subito entrò la disillusione. Ed “ecco si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” (Gn 3,7).
Si resero conto d’aver perso tutto: la grazia santificante, le virtù infuse, i doni dello Spirito Santo, la presenza personale di Dio dentro di loro, i meriti precedentemente acquisiti.
La loro vita soprannaturale era crollata di schianto. In mezzo a tante rovine rimaneva solo la delusione.
E allora venne fuori la vergogna, il rimorso.
6. La voce della coscienza li rimproverava: “Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino” (Gn 3,8).
Mentre prima ai passi di Dio si avvicinavano come ad un amico, adesso sono pieni di timore e vanno a nascondersi.
Sentono che l’amicizia con Dio si è spezzata, che il peccato ha ferito l’intimo della loro vita, lasciandoli impoveriti in tutto.
7. Ecco dunque come agisce il demonio e cosa dobbiamo fare per uscirne vittoriosi.
Pertanto, non permettere al tuo avversario di vincerti.
Cerca di presentarti al tuo ragazzo come una ragazza capace di resistere alle tentazioni, come una ragazza sulla cui purezza e fedeltà egli può contare ora e sempre.
Stai dalla parte di Dio.
Se arrivi vergine alle nozze, avrai tutto da guadagnare e da essere contenta.
Anche il tuo sposo quel giorno sarà fiero di te.
Diversamente non so neanche se arriverà quel giorno, perché il peccato invecchia psicologicamente, spiritualmente e moralmente. E infine fa morire miseramente tutto.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo