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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
Ho finito di leggere qui:
https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2246
su il comunismo se in contrasto o meno con la dottrina cattolica.
Sul finale lei dice:
Due anni dopo, nella Pacem in terris andava ancora più in là: “Va altresì tenuto presente che non si possono neppure identificare false dottrine filosofiche sulla natura, l’origine e il destino dell’universo e dell’uomo, con movimenti storici a finalità economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e traggono tuttora ispirazione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e definite, rimangono sempre le stesse; mentre i movimenti suddetti, agendo sulle situazioni storiche incessantemente evolventisi, non possono non subirne gli influssi e quindi non possono non andare soggetti a mutamenti anche profondi. Inoltre chi può negare che in quei movimenti, nella misura in cui sono conformi alla retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni della persona umana, vi siano elementi positivi e meritevoli di approvazione?” (Pt 57).
Il riferimento al comunismo era chiaro.
Un conto dunque è l’ideologia: sempre insostenibile.
Un altro conto sono i movimenti che da essa si sono inizialmente ispirati e che oggi da essa si sono parecchio allontanati.
ecco Padre Angelo, apprezzando e condividendo tutta la sua ricostruzione, mi trovo un pò in difficoltà con la chiusura della sua risposta.
E’ vero un conto sono i "movimenti" che al comunismo si sono ispirati e che oggi dovrebbero essersene allontanati, ma che ciò sia avvenuto non è vero!
Potrebbe indicarmi quei movimenti che, ispirati al comunismo, oggi si sono allontanati da esso?
(…)
Mi perdoni se sono stata lunga, ma se lei ascoltasse (sono catechista da 24 anni) come il comunismo-cattolico (un ibrido davvero inquietante ed aberrante) avanza contro le dottrine della Chiesa mitigandone lo spessore, facendo sconti sui peccati mortali declassati ad atti di cui Dio "chiude un occhio" perchè basta essere buoni e caritatevoli, comprenderebbe che, pur senza buttare via il bambino con l’acqua sporca (il vero intento di papa Giovanni), il comunismo che ha attecchito nella fede dei cattolici è alla radice di profonde e gravi apostasie (è qui la vera profezia della Vergine a Fatima), non si scappa, non c’è una via di mezzo, o si parla chiaro condannando gli errori, condannando ciò che è peccato, condannando ogni ideologia, o si continueranno a confondere i fedeli che sono e siamo già abbondantemente confusi.
Leggendola sempre con sommo interesse, dalle cui letture sono sempre edificata e portandola nel Rosario quotidiano, fraternamente la saluto chiedendole una piccola benedizione.
Dorotea
(Caterina, terziaria domenicana)


Risposta del sacerdote

Cara Dorotea,
innanzitutto ti chiedo scusa per aver tagliato buona parte della tua email. Essendo già lunga la mia risposta, della tua email ho conservato  le affermazioni centrali.

1. la distinzione fatta da Giovanni XXIII era importante in ordine alla collaborazione con partiti di derivazione marxista.
In Italia anche il partitico socialdemocratico (quello di Saragat) era di derivazione marxista, ma la Chiesa ritenne lecita la collaborazione in politica con i socialdemocratici proprio per le motivazioni addotte da Giovanni XXIII. E lo stesso fece anche con i socialisti di Nenni.

2. Oggi il comunismo come ideologia non affascina più nessuno, almeno a livello di massa.
Gli stessi partiti di sinistra ormai si rifanno più che al marxismo al radicalismo, alla rivendicazione dell’autonomia dell’uomo dalla legge morale.
E per questo sono a favore di tutto ciò che contribuisce al poter fare tutto quello che si vuole, sganciati da ogni norma morale, presentandolo come criterio assoluto della convivenza.
Ma non è l’ispirazione marxista che li porta a questo, se non indirettamente, e cioè perché il marxismo nega Dio e la legge morale naturale.
Ormai anche quelli di sinistra, più che comunisti o socialisti, sono radicali e liberali.
E questo purtroppo vale anche per molti cattolici, indipendentemente dall’etichetta che si mettono davanti.
Quando mi chiedi di individuare i partiti comunisti che si sono staccati dall’ideologia marxista io mi domando: ma dove sono i partiti comunisti? Io non li vedo. Sono realtà tramontata.
Se mi chiedi di dire da dove provengono tanti mali che devastano persone e società ti dirò che la causa sta in un concetto errato di libertà, che ha cominciato a creare una cultura liberista a partire dal secolo diciassettesimo.

3. Mi piace presentarti su questo argomento una pagina molto lucida di Giorgio La Pira, terziario domenicano:
Dalla libertà di Rousseau derivano – pur senza sottovalutarne certe crescite preziose sul tema dell’uomo – i massimi mali di cui soffre la civiltà e la società nostra: la libertà economica ha prodotto la scissione sociale tra capitalismo e proletariato; la libertà politica ha prodotto all’interno la tirannia della maggioranza e la disarticolazione del corpo sociale; la stessa libertà politica ha prodotto nella vita internazionale la disgregazione dell’unità delle nazioni e la contrapposizione di stato a stato e di nazione in nazione; la libertà individualistica ha prodotto l’indebolimento del vincolo familiare e delle fondamentali norme dell’etica cristiana. Insomma: sottraete la libertà alla legge e alla grazia: avrete come risultato quello che avviene in fisica quando un corpo è sottratto alla legge di gravitazione: la forza centrifuga non bilanciata da quella centripeta produce effetti terrificanti! Un astro che non è più capace di muoversi nella sua orbita!” (g.la pira, Per una architettura cristiana dello stato, p. 116).
“La prova non è davvero difficile.
Cosa era infatti la sintesi cattolica? Una integrazione fra natura e grazia; fra ragione e rivelazione; fra libertà e legge; fra persona e società; fra stato e stati.
Cosa è la riforma? La natura disintegrata dalla grazia: cioè l’equilibrio dell’uomo – che si raggiunge solo sul piano soprannaturale della grazia – spezzato nel suo perno fondamentale.
Cosa è l’illuminismo e l’Enciclopedia (Kant compreso)? Questo fondamentale disequilibrio e questa fondamentale disintegrazione estesi a tutta la verticale dell’azione umana: la ragione disintegrata dalla rivelazione; la libertà disintegrata dalla legge; la persona disintegrata dalla società; lo stato disintegrato dagli stati.
Cosa è la rivoluzione francese e lo stato democratico borghese che ne derivò? Quella disintegrazione trascritta nell’economia (economia liberale), nella politica (la politica del contratto sociale: l’individualismo politico), nel diritto (distacco del diritto positivo da quello naturale) e divenuta stato.
Ma quando un equilibrio è spezzato si hanno spostamenti violenti ed opposti: il pendolo, perduta la sua posizione di centro, si sposta con violenza verso destra e verso sinistra.
Cosa sono infatti il socialismo nascente, il nazionalismo, il comunismo?
Sono le reazioni gigantesche che si contrappongono all’azione dissociante generata dalla riforma e maturata nell’individualismo filosofico e politico: sono un tentativo di reintegrazione, ma non più sul piano soprannaturale di Dio, della ragione con la rivelazione (ma quella immanente allo stato, della nazione, della razza, della classe, ecc.), della libertà con la legge (quella dello stato, della classe, ecc.) della persona con la società (con l’assorbimento della persona nella società).
Si tratta di un “cattolicesimo” laico: senza Dio, senza Cristo, senza grazia, senza valore trascendente della persona.
Cosa dimostra tutto ciò? Dimostra che il centro della crisi umana sta tuttora in quella disintegrazione della sintesi cattolica che nessun’altra integrazione riesce a sostituire: non si comprende nulla dei grandi movimenti dottrinali e politici del nostro tempo se non si ha presente questo quadro d’insieme e questo “peccato originale” della civiltà moderna costituito dalla gigantesca rottura della sintesi cristiana.
La “dialettica” della crisi sta tutta qui: si cerca un perno per riequilibrare individuo e società, libertà e legge, stato e stati, ragione e rivelazione, natura e soprannatura: e questo perno non può essere che quello cristiano. L’integrazione sarà cristiana o non sarà, l’equilibrio sarà cristiano o non sarà.
Sono questi i termini del dramma dell’epoca moderna e gli elementi che gettano luce nella oscura tragedia contemporanea” (Ib., pp. 111-112).

4. Mi piace infine rilevare che già Pio XI nel 1930 aveva indicato nel liberismo la causa di tutti i mali.
Parlando del socialismo disse: “si ricordino tutti che di cotesto socialismo è padre bensì il liberalismo, ma l’erede è e sarà il bolscevismo” (QA 121).
Giovanni Paolo II nell’enciclica Centesimus annus rileva come uno dei mali di cui la nostra società è afflitta è dato dal persistere di un’errata concezione della libertà, che è stata causa di egoismo nei rapporti economici, di odio e di guerre:
“L’errore consiste in una concezione della libertà umana che la sottrae all’obbedienza alla verità e, quindi, anche al dovere di rispettare i diritti degli altri uomini.
Contenuto della libertà diventa allora l’amore di sé fino al disprezzo di Dio e del prossimo, amore che conduce all’affermazione illimitata del proprio interesse e non si lascia limitare da alcun obbligo di giustizia” (CA 17).
Nella Veritatis splendor non individua nel comunismo la radice dei mali che affliggono oggi la società e talvolta anche le coscienze di alcuni credenti: “Alla loro radice sta l’influsso più o meno nascosto di correnti di pensiero che finiscono per sradicare la libertà umana dal suo essenziale e costitutivo rapporto con la verità” (VS 4).

Per curare un malato è necessario andare alla radice del male.
Il comunismo è stato una delle conseguenze del male, ma non la radice.
Il comunismo è tramontato, grazie a Dio, ma la radice da cui è venuto fuori continua a persistere e purtroppo a imperare: il relativismo non nasce dal comunismo (Giorgio La Pira dice che il comunismo come i regimi dittatoriali di destra o di sinistra sono stati la razione sbagliata all’errore primordiale), ma dalla volontà di slegare la libertà morale dal suo legame con la verità.
Questo relativismo liberale dimentica che la nostra libertà non è assoluta, ma è la libertà di una creatura che si trova data e strutturata in una determinato modo e che ha già in se stessa l’orientamento ai suoi obiettivi immediati e ultimi.

Volentieri ti mando la benedizione che mi ha chiesto. E te la mando non solo piccola, ma ampia!
Ti saluto cordialmente, ti ricordo al Signore e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo