Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
Volevo sapere se posso ricevere il sacramento della comunione dopo essermi confessato pur non essendo sposato ma convivente da più di 20 anni e ho anche un bimbo di 8 anni. Non ho mai tradito la mia compagna sono sempre stato con lei siamo credenti, preghiamo moltissimo, abbiamo ricevuto tutti i sacramenti tranne quello del matrimonio.
Volevo anche sapere se una persona non sposata ma convivente un domani sul letto di morte può avere l’estrema unzione.
Se un uomo e una donna si vogliono bene e si rispettano perchè serve così necessariamente il matrimonio per essere nelle grazie di Dio se il suo amore è così grande verso i suoi figli.
Ringraziando distinti saluti
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
1. stante la tua situazione di convivente, presumibilmente more uxorio (cioè comportandoti a tutti gli effetti come marito e moglie), non puoi ricevere l’assoluzione sacramentale.
L’assoluzione dei peccati viene data a chi ha il proposito di cambiare vita, a chi vuole convertirsi per vivere secondo le vie di Dio.

2. Da quanto mi dici, hai un bambino e vivi con spirito autentico di famiglia, anche se nel tuo caso la famiglia non è fondata sul matrimonio.
Verrebbe da domandarsi: perché convivere senza essere sposati?
Questa domanda si impone molto di più per un cristiano il quale sa che i sacramenti sono stati istituiti da Gesù Cristo per le nostre necessità di santificazione.
Se si tien conto delle molte grazie legate al matrimonio sacramento, che sono poi i contenuti della benedizione data da Dio a quest’istituzione fin dai primordi dell’umanità, verrebbe da chiedersi: perché non sposarsi nel Signore?
Certo voi vi volete bene e siete fedeli l’uno all’altro. Ma perché non attingere direttamente da Cristo le virtù da vivere all’interno della vostra comunione familiare?
Preferire la convivenza al matrimonio sacramento equivale ad un disprezzo della grazia del Signore.
Perché chiedere gli altri sacramenti e non anche questo?

3. Sul letto di morte, se uno domanda perdono al Signore, può ricevere e fa bene a ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi (estrema unzione).
Anche questa possibilità è una tenerezza squisita di Nostro Signore che è venuto non per condannarci, ma per salvarci.

4. Mi domandi ancora: perché se un uomo e una donna si vogliono bene devono per forza sposarsi per essere graditi a Dio?
Il matrimonio è qualcosa di più che volersi bene.
Il matrimonio è un cedersi, un espropriarsi di se stessi per essere proprietà dell’altro.
A motivo di questo esproprio vicendevole i due non si appartengono più e costituiscono una realtà nuova. Per dirla con la Sacra Scrittura “sono una sola carne”.
Questa cessione vicendevole viene sancita con un patto, benedetto da Dio stesso.
Ci troviamo di fronte ad una realtà nuova, per la quale l’uomo e la donna contraggono diritti e doveri vicendevoli.
Col matrimonio c’è anche il dovere di volersi bene e di volersi bene per sempre nell’unità di coppia.

5. Fuori del matrimonio questo dovere non c’è.
Tutto è basato sul volersi bene, sulla buona volontà dei due. Non ci sono diritti e doveri vicendevoli.
Sicché se ad un certo momento uno decide di andarsene per i fatti suoi, è libero di farlo.
Non così nel matrimonio, dove uno lega la propria volontà a quella dell’altro.

6. Questa stabilità del matrimonio è importante per lo sposo, per la sposa ed è importantissima soprattutto per i figli.
Anche lo sposo e la sposa, come tutti i comuni mortali, sono soggetti alle difficoltà della vita comune e alla tentazione di mandare tutto all’aria.
Ma così non si costruisce nulla. La consapevolezza che ci si è promessi davanti a Dio e che questa promessa non può esser disattesa è un motivo che da forza per superare i momenti brutti della vita.
Questa stabilità è importantissima per i figli. Niente è più rassicurante per la loro cresciuta quanto il sapere che i genitori sono uniti con un vincolo santo e che non si separeranno mai.
Ed è anche educativo per loro e per il loro futuro: così imparano a non appoggiare gli impegni della loro vita solo sulla loro buona volontà, ma su decisioni liberamente assunte come esigenza di un amore che sa donarsi fino in fondo per essere solo ed esclusivamente a servizio della persona amata.

7. Dovrei anche dire anche i rapporti sessuali, se sono veri, sono segno di quest’esproprio, del donarsi all’altro fino in fondo, anche in termini temporali.
Non sono segno solo del volersi bene.
Ed è per questo che secondo l’ottica cristiana sono pieni di significato solo in un contesto matrimoniale.
Diversamente, al dire di Giovanni Paolo II, sono menzogna. E sono menzogna proprio perché non ci si espropria.

8. In un’ottica cristiana, poi, il sacramento del matrimonio ha un altro significato, che getta luce sul significato più profondo del matrimonio e della vita stessa.
Come saprai, sacramento significa segno sacro.
Il matrimonio celebrato dai cristiani è dunque un segno che rimanda ad una realtà sacra.
Questa realtà sacra è un altro matrimonio, anzi il matrimonio che ognuno di voi deve vivere sempre e in ogni momento: è lo sposalizio con Dio.
Potrei dire che fin dall’alba della creazione Dio ha voluto il matrimonio non  solo come realtà adatta a perfezionare l’uomo e la donna e alla generazione ed educazione dei figli, ma l’ha pensato e voluto anche perché fosse un segno e un richiamo permanente ad entrare in un’altra sponsalità, in un’altra intimità, quella con Dio.
E come un tempo quando una donna si sposava veniva portata nella casa del marito e diventava padrona di tutti i beni del marito, così analogamente ogni uomo è chiamato a vivere questa intima comunione con Dio, a vivere in Dio e a prendere possesso di tutto quello che vi è in Lui.
È Dio stesso che si promette come nostro sposo: “Mi chiamerai marito mio” (Os 2,18)
Gesù dice di se stesso di essere lo Sposo (Lc 5,34).
Il Signore stesso, come vedi, si promette per espropriarsi ed essere tutto nostro. Non si accontenta di volerci bene.
La nostra vita va vissuta così: in comunione sponsale col Signore, nel convincimento che quello che possiamo vivere di qua è, sì, qualcosa, ma non è ancora tutto.
Anzi è ben poco rispetto a quello che lo Sposo ci prepara per l’eternità.

Ti auguro di vivere così la tua vita affettiva: secondo quel progetto di Dio che introduce progressivamente in una Sponsalità sempre più profonda.
Ti ricordo al Signore, ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo