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Quesito
Caro padre Angelo,
ti pongo questo quesito. Nel tempo che mi rimane dopo l’attività a tempo pieno come insegnante di Religione e vicepreside in un grosso Liceo, collaboro con un mio carissimo confratello, che è il Parroco. Ultimamente, avendo lui alcuni problemi di salute, è capitato un paio di volte che non si sentisse bene durante la celebrazione della Messa, in tutte e due i casi appena terminato l’offertorio. L’ho accompagnato in sacrestia perché si riprendesse in qualche modo ed essendo Messe festive, istintivamente mi sono sostituito a lui per proseguire la celebrazione. Non stavo concelebrando, ma ero in confessionale. E così ho chiesto ai fedeli di attendere, mi sono rivestito dei paramenti, ed ho continuato la celebrazione iniziando dal Prefazio. Volevo chiederti se ho fatto bene. Oppure si doveva sospendere la Messa? E se capitasse ancora, in quali momenti della Messa eventualmente potrei sostituirmi a lui, e in quali invece non posso farlo?
Grazie per il tuo prezioso ministero.
Don …
Risposta del sacerdote
Caro Don …,
San Tommaso nella Somma teologica risponde anche ai due quesiti che mi hai posto.
1. Circa il primo: il sacerdote per un malore non può proseguire la celebrazione della Messa ma non è ancora giunto alla consacrazione.
Ecco la risposta di San Tommaso: “Se il sacerdote viene colpito dalla morte o da una grave malattia prima della consacrazione del corpo o del sangue del Signore, non è necessario che un altro lo sostituisca” (Somma teologica, III, 83, 6, ad 1).
Si badi bene: San Tommaso dice che non è necessario che un altro lo supplisca. Ma non è proibito che un altro lo supplisca.
Non sia strettamente tenuti a sostituirlo perché il sacrificio non è ancora iniziato.
Ma nel caso da te presentato si tratta di una messa festiva, per cui se non proseguisse la gente rimarrebbe priva del sacrificio e del nutrimento eucaristico.
Pertanto hai fatto bene a sostituire il sacerdote che è venuto meno.
Se invece la Messa celebrata nei giorni feriali, si può anche tralasciarne il prosieguo.
Tuttavia se alla Messa è unita un’intenzione particolare da parte dei fedeli per la quale il sacerdote ha recepito anche l’elemosina, quella messa va celebrata o sostituendo il sacerdote venuto meno oppure con un’altra celebrazione.
2. In passato alcuni moralisti dicevano che anche in caso di Messa festiva si poteva tralasciare la continuazione della celebrazione dicendo ai fedeli che la loro parte l’avevano fatta e che potevano tornare a casa tranquilli in coscienza.
Tuttavia in un’ottica più pastorale e meno precettistica, proprio perché i fedeli non rimangano denutriti e sprovvisti di risorse spirituali, è quanto mai opportuno che un altro sacerdote lo sostituisca, come hai fatto tu.
3. Se invece il sacerdote viene meno dopo la consacrazione del pane un altro sacerdote deve continuare la celebrazione del Santo Sacrificio perché è arrivata solo a metà.
Se viene meno dopo ambedue la consacrazione, un altro sacerdote, se è disponibile, deve completare il sacrificio attraverso la Santa Comunione.
Qualora mancasse il sacerdote, la Santa Comunione la farà con laico.
4. Ecco per esteso quanto dice a San Tommaso: “Se invece la cosa accade dopo che la consacrazione ha già avuto inizio, p. es., quando è già stato consacrato il corpo e non ancora il sangue, o dopo la consacrazione di ambedue, la celebrazione della messa dev’essere terminata da un altro. Perciò, nei Canoni di un Concilio di Toledo si legge: “Stabiliamo che quando esce soldati consacrano i Santi misteri nella celebrazione della messa, qualora accada un fatto di malattia tale da impedire ai sacerdoti di terminare il mistero iniziato, si lasci libertà al vescovo o ad altro sacerdote di completare la consacrazione incominciata. Poiché i misteri iniziati non si possono portare a termine se non con la benedizione del sacerdote che li ha iniziati, o di chi li ha proseguiti: essi infatti non possono essere compiuti, se non siano completi secondo l’ordine stabilito.
Poiché tutti siamo una sola cosa in Cristo, la diversità di persone non porta alcun ostacolo dove l’identità della fede garantisce l’efficacia dello stesso effetto.
Si badi però la norma richiesta dalla infermità della natura non si cambi in un peccato di presunzione. Nessun ministro o sacerdote senza un malore evidente osi in alcun modo lasciare incompiuti i misteri iniziati. Se qualcuno temerariamente oserà di farlo, sarà colpito da sentenza di scomunica” (Ib.).
Ti ringrazio del quesito, ti auguro un proficuo ministero a favore delle anime e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo